ghizzoni

POVERO GHIZZONI: MENTRE PRESENTA CONTI DI UNICREDIT MIGLIORI DEL PREVISTO, IL TITOLO VIENE SOSPESO AL RIBASSO (ORA -4%) E GLI ESPERTI DISCUTONO SOLO DELLA SUA (PROBABILE) USCITA DAL GRUPPO - NEANCHE LA PROMESSA DEL DIVIDENDO "CASH" SALVA LE AZIONI DALLA TEMPESTA BANCARIA IN CORSO

 

1.UNICREDIT IN CALO DEL 4% MENTRE GHIZZONI PRESENTA I CONTI

Da www.milanofinanza.it - A Piazza Affari il titolo Unicredit  paga l'umore nero del mercato e cede il 3,99% scivolando a quota 2,88 euro. Un analista di una primaria casa d'affari straniera contattato dall'agenzia MF-Dowjones ha spiegato che "siamo in un momento in cui c'è una situazione difficile per il comparto bancario e il mercato non si focalizza più tanto sui fondamentali. Le valutazioni degli istituti di credito italiano sono molto sacrificate rispetto ai fondamentali".

ghizzoni palenzona ghizzoni palenzona

 

 

 

2.UNICREDIT: GHIZZONI, IN 2016 CI SARÀ ULTERIORE CALO NPL

 (ANSA) - "Sono sicuro che nel 2016 ci sarà un ulteriore calo dello stock" di Npl (Non performing loans), "speriamo più veloce del 2015". Così l'ad di Unicredit, Federico Ghizzoni in conference call con gli analisti. "Nel nostro piano strategico ci siamo impegnati a vendere Npl e siamo pronti ad accusare delle perdite, nel piano - ricorda Ghizzoni - sono già previsti qualche centinaio di milioni di perdite per velocizzare la vendita" di crediti problematici.

 

"Stiamo cercando qualsiasi possibilità di ridurre gli Npl perché sappiamo che per le banche italiane questa è una parte" che pesa sul bilancio per cui una "riduzione è positiva ma non voglia vendere a tutti i costi, dobbiamo creare - conclude - le condizioni perché sia sensato per entrambe le parti", ossia sia per chi vende e sia per chi acquista.

ghizzoni montezemolo   ghizzoni montezemolo

 

 

3.UNICREDIT NEL 2015 MEGLIO DELLE ATTESE: 1,7 MILIARDI DI UTILI E CEDOLA DI 12 CENT

Marco Ferrando per www.ilsole24ore.com

 

L’utile del 2015, pari a 1,7 miliardi, è inferiore ai due miliardi dello scorso anno, ma supera le stime degli analisti (1,4 miliardi) grazie a un quarto trimestre che si è chiuso in utile per 153 milioni, smentendo le previsioni della vigilia che puntavano su un rosso di 140 milioni: questi i risultati 2015 approvati da UniCredit, che conferma la cedola di 12 centesimi, che potrà essere erogata sotto forma di azioni (scrip dividend) o cash.

 

federico ghizzonifederico ghizzoni

L’attenzione del mercato - che comunque continua a punire il titolo in Borsa - era anche sul capitale: il Common equity tier 1 sale dal 10,53% al 10,94% (contabilizzando un dividendo incassato al 75% sotto forma di azioni): nel corso del 2015, segnala la banca, UniCredit ha «generato» 92 punti base di capitale, tra utili e riduzione dei risk weighted asset, che hanno impattato positivamente sul Cet1 di 29 punti base.

 

«Si tratta di un risultato di grande valore considerato il contesto macroeconomico difficile a livello europeo, in particolare per il settore bancario», sottolinea l'amministratore delegato, Federico Ghizzoni, commentando i dati di esercizio. «Si conferma - aggiunge - la nostra capacità di generare capitale attraverso la gestione» e l’attuazione del piano «procede a ritmi sostenuti e in questi pochi mesi sono stati affrontati e risolti nodi importanti come l'Austria e l'Ucraina; stiamo inoltre lavorando al taglio dei costi con rapidità e determinazione».

 

I conti 2015 vedono ricavi in calo dello 0,7% a 22,4 miliardi (gli analisti ne prevedevano 22,34): il margine d’interesse scende del 4,2% a 11,9 miliardi, le commissioni salgono del 3,4% a 7,8 miliardi e anche i ricavi da trading sono in crescita del 7,1% a 1,6 miliardi.

 

TORRE UNICREDITTORRE UNICREDIT

A livello di aree, la rete commerciale italiana si conferma come principale motore del gruppo con utili annui pari a 1,6 miliardi, pur in calo del 21,5% sul 2014; il cib tocca 1,2 miliardi di utile netto (-3,5%), il Centro est Europa 494 milioni (-47%), l’Asset management i 206 milioni (+16,3%); a questi dati va sottratta la perdita di 1,5 miliardi (-10,3%) della Non core bank interna, che ha abbattuto di 14,5 miliardi lo stock di crediti deteriorati a quota 63,7 miliardi; complessivamente, a livello di gruppo i crediti deteriorati lordi scendono del 5,5% a 79,8 miliardi, con un coverage ratio del 51,2%.

 

I nuovi crediti a medio-lungo termine erogati dalle banche commerciali del gruppo raggiungono i 30,6 miliardi nel 2015 (+23,3%), e in Italia le nuove erogazioni (+20,6%) sono essenzialmente sostenute dai mutui verso le famiglie (+19,3%) e dalla clientela mid-corporate (+19,7%); considerando anche i nuovi impieghi del Cib, il nuovo credito erogato dal gruppo nel 2015 tocca i 50 miliardi.

 

HypoVereinsbank UNICREDIT HypoVereinsbank UNICREDIT

Infine, il piano industriale. La banca comunica i primi risultati a tre mesi dal lancio: 32 milioni di clienti nel 2015 (uno in più del 2014), una riduzione degli addetti di 3.500 unità, i 200 milioni investiti in start-up finanziarie in tutto il mondo.

 

La reazione del mercato ai risultati di bilancio resta negativa in una giornata difficile per tutti i bancari.

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?