andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - GRANDE AGITAZIONE PER IL RISIKO CHE STA INVESTENDO IL PRESEPE DEL POTERE BANCARIO ITALIANO - LA PARTITA CHE VEDE IN CAMPO UNICREDIT, BANCO BPM, CREDIT AGRICOLE, ANIMA SGR, MPS, GLI IMPRENDITORI MILLERI E CALTAGIRONE SUPPORTATI DAL MEF DI GIORGETTI E DALLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, CON MEDIOBANCA E ASSICURAZIONI GENERALI ALLA FINESTRA, È SOLO ALLE PRIME SCHERMAGLIE - IN ATTESA DELLA BATTAGLIA FINALE, PREVISTA A METÀ DEL PROSSIMO ANNO, COME IN TUTTE LE GRANDI OPERAZIONI, IL RISULTATO SARÀ FRUTTO DI UN ACCORDO TRA IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, E IL CAPO DI CREDIT AGRICOLE, PHILIPPE BRASSAC - TRA I DUE ISTITUTI CI SONO DI MEZZO TANTI, TROPPI INTERESSI CHE VANNO AL DI LÀ DELL’‘’INDIPENDENZA’’ DI CASTAGNA, DALLA VOGLIA DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONQUISTARE MILANO E TRIESTE E DALLE MIRE DI SALVINI E MELONI DI “AVERE UNA BANCA”…

DAGOREPORT

Andrea Orcel giuseppe castagna

Grande agitazione per il risiko che sta investendo il presepe del potere bancario italiano.

 

La partita che vede in campo Unicredit, Bpm, Credit Agricole, Anima, Mps, gli imprenditori Milleri e Caltagirone supportati dal Mef di Giorgetti e dalla Fiamma Magica di Palazzo Chigi, con Mediobanca e Generali alla finestra, è solo alle prime schermaglie. In attesa della battaglia finale, prevista in calendario a metà del prossimo anno, i colpi di scena non mancheranno.

 

Tutto iniziò con l’Opa di Banco Bpm su Anima Sgr (di cui l’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha la maggioranza relativa con il 19%); a cui è seguita poi l’operazione, con futura fusione, Bpm-Mps (starring i “governativi” Caltagirone e Milleri), per arrivare infine all’Ops di Unicredit su Bpm.

 

FRANCESCO MILLERI

La mossa del Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, ha fatto incazzare mezzo mondo, sia bancario che politico. Intanto l’Ops ha di fatto paralizzato fino a giugno 2025 le trame sul terzo polo bancario, Bpm-Mps-Anima, caldeggiato da Palazzo Chigi e Mef in duplex con gli imprenditori Milleri (a capo della holding Delfin della famiglia Del Vecchio) e Caltagirone.

 

Da una parte. Dall’altra, la voglia di indipendenza dell’ottimo Castagna, che dopo aver rilanciato Banco Bpm sognava di creare una banca intorno a sé, si è ritrovata a fare i conti con la potenza finanziaria di colossi come Unicredit, seconda banca italiana dopo Intesa San Paolo.

 

Alberto Nagel Caltagirone

Per non farsi divorare in un sol boccone, Castagna ha capito che doveva diventare più grosso della bocca di Orcel; quindi ha ceduto alle pressioni governative tese a creare un terzo polo bancario romano-centrico accettando l’operazione Bpm-Anima-Mps, accompagnata dalla promessa del duo Milleri-Calta che sarebbe rimasto Ceo a vita della futura fusione dei due istituti.

 

A quel punto, Orcel è stato velocissimo a mollare al suo destino l’impossibile conquista della seconda banca tedesca, Commerzbank, e a saltare su Bpm; un suo vecchio pallino che a suo tempo non andò in buca a causa di una fuga di notizie, guarda caso, apparse sul quotidiano di Caltagirone, “Il Messaggero”.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Preso in Castagna, al Ceo di Bpm non restava altro che chiedere  soccorso al suo maggior azionista, la banca francese Credit Agricole, che per i suoi interessi italici non aspettava altro: è subito salita al 15%, in attesa del via libera della Bce di portarsi al 19,9 (l’ipotesi che ci sia la manina del Mef per sollecitare la banca francese ad alzare le barricate contro Unicredit è una minchiata).

 

Ora Orcel con il suo fedele azionista Blackrock (il fondo americano ha il 7%), sta facendo i conti su come rilanciare l’Ops di Unicredit nella doviziosa carta moneta dell’Opa. Secondo l’opinione di molti analisti finanziari, come in tutte le grandi operazioni, il risultato sarà frutto di un accordo, tra Orcel e l’amministratore delegato di Agricole, Philippe Brassac.

 

andrea orcel

Tra i due istituti ci sono di mezzo tanti interessi che vanno al di là dell’‘’indipendenza’’ di Castagna, dalla voglia di Caltagirone di conquistare Milano e Trieste e dalle mire di Salvini e Meloni di “avere una banca”.

 

Per portare a Unicredit la sua quota in Bpm, l’Agricole potrebbe chiedere come contropartita “Agos Ducato” (di cui posseggono già il 61%), società con uno stock di crediti pari a 16,8 miliardi a fine 2023, uno dei perni dell’alleanza con l’istituto di piazza Meda.

PHILIPPE BRASSAC CREDIT AGRICOLE

 

Oltre alla gestione delle filiali in sovrapposizione, Orcel ha in mano un’altra potente arma di negoziazione, in quanto potrebbe offrire ai francesi concessioni come il rinnovo degli accordi distributivi con Amundi Sgr, uno dei maggiori gestori di investimenti al mondo controllata da Crédit Agricole, in scadenza nel 2027.

giancarlo giorgetti federica bianco

 

 

 

 

(E Orcel non ha mai nascosto l’obiettivo di mettere insieme le due Sgr Amundi e Anima per creare uno dei più grandi gruppi di gestione dei patrimoni, vera gallina delle uova d’oro delle banche di oggi).

 

CALTAGIRONE SI RAFFORZA IN ANIMA - BANCO BPM, SU DEL 2% CON L’ASCESA DELL’AGRICOLE

Daniela Polizzi, Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera”

 

I grandi soci muovono le loro pedine nel risiko bancario, con l’obiettivo di presidiare il risparmio italiano. Dopo che venerdì il Crédit Agricole è salito al 15,1% di Banco Bpm, così, ieri è toccato al gruppo Caltagirone aumentare la quota in Anima Holding dal 3,2 al 5,3%.

anima sgr

 

La mossa dell’imprenditore romano rafforza la posizione dei soci italiani nella sgr che gestisce un patrimonio di 205,2 miliardi. Ora Banco Bpm, Poste, il fondo Fsi e lo stesso Caltagirone controllano, nell’insieme, il 49,4% del capitale di Anima.

 

amundi - asset management

Qualunque pretendente dovrà quindi sedersi al tavolo con loro. A cominciare da Banco Bpm che a inizio novembre ha lanciato un’opa sull’asset manager al prezzo di 6,2 euro. Il titolo di Anima continua a viaggiare al di sopra di questa soglia: ieri la distanza era del 4,2%, segno che il mercato si attende un rilancio.

Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024

 

Non è però detto che sia solo una questione di prezzo. Prima di consegnare le loro azioni alcuni soci vorrebbero conoscerne il destinatario: Banco Bpm o Unicredit?

 

A fine novembre, infatti, l‘istituto di Gae Aulenti ha a sua volta promosso un’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm. Anche in questo caso, tuttavia, il divario fra la proposta e i corsi delle azioni è ampio.

 

Anzi, si è allargato dopo l’arrocco dell’Agricole che è salito dal 9,9 al 15,1% di Piazza Meda e ha chiesto alla Bce l’ok ad arrivare fino al 19,9%. Ieri Banco Bpm ha chiuso in rialzo del 2,24% mentre Unicredit ha terminato in calo del 1,3%: lo scarto ha così superato il 13%.

 

giampiero maioli credit agricole

L’ascesa della Banque Verte ha infatti alimentato le aspettative degli investitori in un miglioramento della proposta, anche perché la banca francese potrebbe aver costruito la sua posizione a valori più elevati rispetto a quelli dell’ops di Unicredit.

 

Entro venerdì, Piazza Gae Aulenti depositerà il documento d’offerta alla Consob che lo renderà pubblico entro 90 giorni. Per eventuali rilanci bisognerà attendere il prossimo anno, dopo la pubblicazione dei bilanci 2024, ma prima dell’assemblea di Unicredit del 10 aprile chiamata ad approvare l’ops.

 

giovambattista fazzolari - francesco gaetano caltagirone

Più che soldi, però, è possibile che, per portare a Orcel la sua quota nel Banco, l’Agricole chieda una contropartita industriale, per esempio aprendo un negoziato sul credito al consumo di Agos o sull’eventuale acquisto degli sportelli italiani eccedenti dopo la fusione Unicredit-Bpm.

 

Sul tavolo del negoziato — e siamo di nuovo al risparmio — potrebbe anche finire l’allungamento per altri 10 anni del contratto di distribuzione tra Unicredit e Amundi, il big dell’asset management controllato dalla banca francese.

 

giorgia meloni e giancarlo giorgetti 4

Il terzo e ultimo effetto è rendere l’Agricole il perno di un ipotetico polo bancario, qualora Bpm decidesse di muovere su Mps in ottica difensiva: secondo alcune stime, i francesi si troverebbero con una quota fra il 10 e il 15% del nuovo gruppo bancario.

 

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"