
I CLIENTI PAGANO E GLI AZIONISTI INCASSANO – LE BANCHE ITALIANE FANNO INCETTA DI UTILI: NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2025 SOLO I PRIMI CINQUE ISTITUTI (INTESA, UNICREDIT, BPM, MPS, BPER) HANNO INCASSATO 14,2 MILIARDI, IL 13,5% IN PIÙ RISPETTO AL 2024. E I SOCI SBOCCIANO: IL RENDIMENTO MEDIO È SALITO AL 16,8% ALL’ANNO – IL TAGLIO DEGLI INTERESSI DA PARTE DELLA BCE È STATO COMPENSATO DALLE COMMISSIONI E DALL’ESPANSIONE DEI SERVIZI DI RISPARMIO GESTITO. IL TUTTO, SENZA AVER AUMENTATO IL CREDITO (IN COMPENSO, HANNO TAGLIATO I LAVORATORI)
Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubblica”
Nel semestre del risiko le banche italiane hanno tirato a lucido gli utili, saliti a 14,3 miliardi solo per i primi cinque istituti - Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps, Bper - il 13,5% più che a fine giugno 2024. Con gli utili cresce la distribuzione, sempre più frequente con acconti su cedole e spesso pari al 100% degli utili, pari a un rendimento medio salito dal 15,4% al 16,8% l'anno.
I banchieri trattano benissimo gli azionisti, che con le loro scelte determinano gli esiti delle scalate. E a Piazza Affari da gennaio a oggi sono andate in scena ben sette operazioni tra 12 diversi gruppi: tre concluse (Banco Bpm su Anima, Ifis su Illimity, Bper su Popolare Sondrio), una ritirata (Unicredit su Banco Bpm), una in corso (Mps su Mediobanca), due in fieri (Mediobanca su Banca Generali e Cf+ su Banca Sistema).
Pompare gli utili, che alimentano i multipli in Borsa, decide l'affermazione - o la scomparsa - di marchi secolari e management consolidati. E l'ascesa ulteriore dell'indice Ftse Italia banche (+29% da sei mesi, +76% in un anno) conferma l'andazzo.
L'ennesimo record degli utili bancari a metà 2025 non era scontato, specie perché la Bce ha tagliato otto volte i tassi dell'euro dal giugno 2024, riducendo di oltre un miliardo (-5%) gli interessi netti dei primi cinque istituti. Ma questa voce, che resta la maggiore di entrata con 18,68 miliardi aggregati, è compensata da altre forme di ricavo.
Uno studio di First Cisl sul campione a cinque calcola che le commissioni sono cresciute del 5,5% a 12,38 miliardi, per l'espansione dei servizi di risparmio gestito; i ricavi assicurativi sono saliti del 7%, quelli da dividendi e trading - grazie anche alle partecipazioni in altre banche, un portato del risiko - sono esplosi del 47,6%.
Sul lato delle uscite, invece, tutte le voci appaiono sotto controllo: i costi operativi sono invariati a 13,5 miliardi, e quelli per rettificare il credito deteriorato calano di un rotondo 5,7%. Ecco spiegati i nuovi record.
Tutto questo, però, avviene senza che sia aumentato il credito: gli impieghi delle big five nel semestre salgono di un misero 0,1% a 1.125 miliardi, di cui i prestiti sono una frazione, e solo Mps e Bper nel campione li hanno aumentati in modo non frazionale, malgrado il costo del rischio creditizio sia sui minimi storici: solo 21 centesimi persi ogni 100 euro prestati (da 22 un anno fa).
Continua, anche, la chiusura degli sportelli: le cinque grandi banche ne hanno 11 mila, oltre metà del totale, ma 740 in meno che nel giugno 2024.
Nel frattempo hanno anche ridotto i lavoratori, di 5,216 unità: ne hanno ora 220 mila (-2,3%).
[…]