azzurra caltagirone francesco gaetano caltagirone il messaggero

"IL MESSAGGERO" PORTA PENE – MENTRE IL PATRON GIOCA CON LA GRANDE FINANZA, GLI AZIONISTI DI MINORANZA DELLA “CALTAGIRONE EDITORE” SI RIVOLTANO: CHIEDONO LA REVOCA DELLA PRESIDENTE, AZZURRA CALTAGIRONE (FIGLIA DI FRANCESCO GAETANO), CHE IN UN ANNO INCASSA UN COMPENSO DA 700MILA EURO “PARI AL MARGINE OPERATIVO LORDO DELL’INTERO GRUPPO E SUPERIORE AI DIVIDENDI” – NEL 2024 SOLO “IL MESSAGGERO” HA PERSO 4,5 MILIONI: IL GRUPPO CAPITALIZZA 200MILIONI DI EURO, MA HA 526,8 MILIONI DI PATRIMONIO NETTO GRAZIE ALLE AZIONI DI GENERALI E MEDIOBANCA, CHE GENERANO RICCHE PLUSVALENZE...

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Estratto dell’articolo di Nicola Borzi per “il Fatto quotidiano”

 

La crisi dei giornali pesa sui bilanci di tutte le aziende editoriali.

 

Tra quelle quotate, Confindustria decide di delistare Il Sole 24 Ore dalla Borsa pagando agli azionisti di minoranza un premio del 42,5%. Cairo Communication (Corriere) lancia un’Opa parziale volontaria per comprare fino a 24,2 milioni di azioni proprie dai soci di minoranza, pari al 18%, con un premio dell’8,7% sul prezzo di chiusura del 20 febbraio.

 

E Caltagirone Editore (Ced) che fa?

 

azzurra caltagirone

A sentire gli azionisti di minoranza della società che pubblica ilMessaggero di Roma, il Mattino di Napoli, il Gazzettino di Venezia, il Corriere Adriatico di Ancona, il Nuovo Quotidiano di Puglia di Lecce e il free press Leggo, li tratta a pesci in faccia.

 

La società nega, ma la protesta dei piccoli azionisti monta e diventa pubblica per la prima volta nei 25 anni di Borsa dall’Ipo del 28 luglio 2000.

 

Nel settembre 2017 le minoranze avevano fatto già fallire un’Opa finalizzata al delisting, ma allora a capitanarle c’erano gli investitori societari. Stavolta la rabbia è emersa per mano di Pier Paolo Mori, consigliere di minoranza, e Moreno Giacomelli, ex presidente (sempre di minoranza) del collegio sindacale.

 

il messaggero 2

Che hanno chiesto nientemeno che le dimissioni della presidente Azzurra Caltagirone, figlia del primo azionista Francesco Gaetano.

 

La rabbia è legata alla remunerazione del capitale. Secondo Mori e Giacomelli i compensi erogati nel 2024 alla presidente, 700mila euro (100mila come presidente della quotata e 600mila come ad di Messaggero Spa) sarebbero addirittura “pari al margine operativo lordo dell’intero Gruppo Caltagirone Editore e superiori ai dividendi che il cda vorrebbe proporre ai 5mila soci di minoranza”.

 

Mori e Giacomelli contestano alla presidente non tanto i risultati finanziari, quanto quelli industriali dell’editoria: “Con l’esercizio 2024 è arrivata una catastrofica perdita di 4,5 milioni sul Messaggero. L’anno precedente una perdita già drammatica di oltre 2 milioni di euro. Quest’anno raddoppiata. Per il Mattino una perdita di 1,7 milioni. Risultati così pessimi non si ritrovano in nessun’altra società del settore quotata”.

 

francesco gaetano caltagirone con la figlia azzurra

Secondo un raffronto dei due azionisti, il rapporto tra il margine operativo lordo e il fatturato (ebitda margin) di alcuni editori quotati (Il Sole 24 Ore, Class, Monrif) nel 2024 si è situato in media al 10%.

 

“Ced: fatturato 112 milioni, ebitda 0,78 milioni, margine 0,69%. Si denota l’inefficienza della gestione Ced nel ramo editoriale” a danno di tutti i soci, dicono Mori e Giacomelli.

 

In una richiesta di integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea, convocata per il 5 maggio, gli azionisti scrivono che “non è giustificabile avere 400 milioni investiti in blue chip a servizio o a copertura di un business editoriale che vale a livello patrimoniale poco più di 100 milioni... l’eccesso di liquidità dev’essere reso agli azionisti”.

 

il messaggero 1

A fine 2024 il gruppo aveva 526,8 milioni di patrimonio netto e possedeva 7,7 milioni di azioni Generali, per un valore di quasi 250 milioni, 6,4 milioni di azioni Mediobanca (quasi 110 milioni di valore), 1,2 milioni di azioni di Poste e 1,2 milioni di titoli Italgas. Investimenti che nel 2024 hanno realizzato una grossa plusvalenza ma che, per gli azionisti di minoranza, “sembrano partecipazioni finalizzate a strategie personali del socio di controllo e quindi non nell’interesse della società e di tutti gli azionisti”.

 

La società capitalizza in Borsa 200 milioni: a Piazza Affari vale solo il 38% del patrimonio netto 2024, con un sconto record del 62%. In effetti, come dichiarato dalla stessa Ced, la società quotata è una holding di partecipazioni e pubblica “anche” quotidiani.

 

francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt45

Per questo Mori e Giacomelli propongono una ripartizione pro quota di una parte del titoli in portafoglio: “Ho comprato 1.000 azioni Ced nell’Ipo di 25 anni fa, pagandole 18 euro l’una. A maggio prenderò 40 euro di dividendi lordi, pari a 29 al netto del fisco: 18.000 euro investiti, 29 di rendimento netto. Se vendessi le azioni incasserei 1.600 euro circa. I BTp rendono di più e rimborsano tutto il capitale”, spiega amareggiato uno dei tanti piccoli azionisti.

 

Dal canto suo, Caltagirone Editore respinge in toto le richieste di Mori e Giacomelli e ribatte […] che “l’esercizio 2024 si è chiuso in utile e, all’assemblea, è stata proposta anche la distribuzione di un dividendo”.

 

Ced “ritiene fuorviante considerare esclusivamente i risultati del settore editoriale, dovendo guardarsi ai risultati complessivi e totali del gruppo, appunto positivi”. Quanto ai costi, Ced sostiene di operare “costantemente per il loro efficace monitoraggio e, ove possibile, per una loro riduzione.

francesco gaetano caltagirone(2)

 

Nel corso degli ultimi dieci anni, i costi del personale e degli altri costi operativi si sono ridotti complessivamente del 32,5%”.Ora però, secondo alcuni azionisti, il delisting potrebbe tornare tra le possibilità.

 

Nel 2024 la società ha visto aumentare di 683mila titoli la quota del suo primo socio Francesco Gaetano Caltagirone, salita a 76,6 milioni di azioni (61,3%). Poiché Ced possiede 18,2 milioni di azioni proprie (il 14,6%) e che figli, nipoti e resto della famiglia possiedono altri 13 milioni di azioni circa, al flottante restano suppergiù 16 milioni di titoli. I piccoli azionisti temono che Caltagirone possa ritentare l’Opa del 2017, all’epoca stoppata perché secondo le minoranze il valore offerto le penalizzava. L’esempio del Sole che lascia la Borsa dopo aver perso 217 milioni (su 237) versati nel 2007 dai piccoli azionisti rinfocola le preoccupazioni.

francesco gaetano caltagirone l urlo di munch - fotomontaggio lettera43

azzurra e francesco gaetano caltagironeARTICOLI SU GENERALI - IL MESSAGGERO 18 GENNAIO 2025 il messaggero

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”