L’AMERICA OLTRE NEW YORK - CHIUDE IL REALITY NUMERO UNO, “DUCK DINASTY”, PER LE FRASI OMOFOBE DEL PATRIARCA: “L’OMOSESSUALITÀ E BESTIALITÀ”, “MEGLIO UNA VAGINA DI UN CULO”

VIDEO - CHI SONO I ROBERTSON, LA "DUCK DYNASTY"

Duck Dynasty Promo from Joe Lilli on Vimeo.

 


1. IN AMERICA IL FREE SPEECH NON ESISTE IN TV. SI FERMA IL REALITY NUMERO 1, DUCK DYNASTY
Andrea Salvadore per il suo blog, www.americanatvblog.com

Vi ho parlato varie volte di DUCK DYNASTY, il reality numero uno della televisione americana per ascolti in onda sulla piccola A&E se paragonata ai grandi networks. Duck Dynasty ha battuto tutti varie volte negli ascolti delle prime serate e le sue repliche trascinano profitti a sfare.

Cos'e' Duck Dynasty ? E' pura americana e per questo in Italia non se ne parla. E' la saga di una famiglia allargata della profonda Louisiana ( che gia e' profondo sud ) che commercia in richiami per anatre e dispensa idee informate alla conservazione e alla Bibbia. Armi, famiglia e Bibbia.

Il reality e' montato come una sitcom esaltando fatti e fatterelli dei popolari barbudos e delle loro consorti. C'e' un patriarca e ci sono i discendenti, tutti simili e confondibili.
Ora e' successo che appunto il patriarca se ne sia uscito in un'intervista a GQ, quindi non in tv, con dichiarazioni anti- gays ancorate, a suo dire, agli insegnamenti della Bibbia ( " omosessualita e' bestialita" "a me sembra che una vagina sia più' desiderabile di un'ano", ecc ).

Immediata la sospensione di A&E. E cosi' pure la replica della famiglia che ha minacciato di abbandonare il reality se non sara' reintegrato il patriarca politicamente scorretto. Politicamente scorretto non per Sarah Palin e il governatore repubblicano della Louisiana che hanno invocato il principio sacro in America del free speech.

Ricordo di essere rimasto in passato a lungo colpito dalla libertà' di manifestare concessa alla chiesa familiare di Westboro che va in giro a predicare che i gays sono esseri immondi, ecc. Ma in questo caso c'e la stampa e di riflesso la televisione. E allora la liberta' di pensiero e parola passano per una griglia paragonabile "al comune senso del pudore".

Credo che le dichiarazioni del signore di Duck Dynasty siano bestiali ma che vadano tutelate come tante altre bestialità' più' innocue che escono ogni giorno dagli schermi. Avevo scritto che questo reality "puzzava" e volevo dire proprio quello che e' accaduto. Ma fare ora i verginelli e' ipocrisia televisiva.


2. DUCK DYNASTY. LA TV AMERICANA CHE FA PIU' ASCOLTO DI CUI NESSUNO PARLA
Andrea Salvadore per il suo blog, www.americanatvblog.com del 23 agosto 2013

La televisione meglio del cinema. La televisione, nuovo romanzo popolare. Quante volte l'ho scritto, quante volte l'avete letto. Negli ultimi tempi poi , in Italia, le serie americane confezionate dagli studios di Hollywood si portano molto. Come i pantaloni a sigaretta e le basette.

Le serie americane sono belle, e' come scoprire l'acqua calda. In due giorni, tornato da poco, ho recuperato le sei puntate di The Newsroom di questa seconda stagione e mi preparo ad affrontare Breaking Bad e Ray Donovan. Certo la distanza con la fiction di casa nostra e' tale ( nella scrittura prima di tutto ) che e' come paragonare una partita di Champions League ad una scapoli-ammogliati. Sono campionati diversi.

Nella televisione americana pero' le serie che abbiamo imparato a conoscere, fenomenologia ed esegesi comprese, sono un pezzo, non il tutto. Poi c'e' l'altra televisione, quella che costa molto meno, fa ascolto, soldi e racconta il paese "reale". E' una televisione piu' insulare, che puo' anche girare il mondo come fanno le serie ma racconta un mondo che a noi italiani appare esotico, per dirla con grazia, volgare, per dirla con la puzza sotto il naso.

E' il mondo di Duck Dynasty, delle Real Housewives di luoghi vari e di tanti realities che raccontano un'America apparentemente minore, in realta' mainstream, se non maggioritaria. Un'America in cui si riconosce una comunita' larga, che non digita le stesse cose che cercate voi ogni giorno. Un'America che sa bene che Jersey Shore non e' televisione verita' e lo sa meglio che in tutti i dipartimenti delle facolta' di comunicazione di massa. Ma in questa realta' accomodata ritrova le cose di cui discute a tavola ogni giorno. E ci sorride sopra, come in una sitcom, di cui questi realities rappresentano un'evoluzione della specie.

Avete letto da qualche parte che Duck Dynasty sul canale A&E, nella scorsa settimana, inizio della sua quarta stagione, e' stato il programma piu' visto in prime time ( secondo, Under The Dome ) e i 15 programmi in classifica a seguire sono tutti dei grandi networks ( CBS, NBC, ABC, FOX ) ? Non succede solo in Italia, cosa ovviamente comprensibile, ma con poche eccezioni anche in America.

Eppure nel circuito delle conventions cristiane nel sud degli Stati Uniti il clan dei Robertson muove decine di migliaia di famiglie che accorrono ogni volta che e' annunciata una loro apparizione. Il governatore del loro stato, il repubblicano Bobby Jindal della Louisiana e Sarah Palin, fanno a gara a farsi fotografare con loro. Si e' pure parlato di una candidatura al Congresso di uno della famiglia di Duck Dynasty.

"Sono hippies che odiano gli hippies""sono macho ma chi comanda in casa Robertson sono le donne" " sono antiautoritari e blue collar anche se ormai milionari". Sono l'America dei red states ma sbaglieremmo ad appicicargli l'etichetta. Sono americani. Che gli hipsters di Williamsburg se li mangiano a colazione. Perche' il brunch, quella roba fighetta, non sanno che cazzo sia.

 

 

 

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