amara descalzi

L'ENI NON FA IN TEMPO A MANDARE LA PRECISAZIONE AL ''FATTO'' SU AMARA E ARMANNA, CHE IL GIORNALE DI TRAVAGLIO SFORNA UN ALTRO ARTICOLO, STAVOLTA SUL SILURAMENTO DI MASSIMO MANTOVANI, EX CAPO DEGLI AFFARI LEGALI INDAGATO A MILANO - DESCALZI HA TROVATO IL CAPRO ESPIATORIO PER APRIRE AL FIDO CLAUDIO GRANATA LA STRADA PER LA SUCCESSIONE. A MENO CHE LA PROCURA DI MILANO...

 

1. DIRITTO DI REPLICA

Lettera di Erika Mandraffino, Senior Vice President, Global Media Relations and Crisis Communication Eni, al ''Fatto Quotidiano''

 

descalzi

 A proposito dell' articolo "L' uomo di Descalzi all' Eni voleva il ritiro delle accuse", come già ribadito, il dottor Granata non ha mai più visto il signor Armanna da quando, per conto di Eni, lo licenziò nel 2013 per gravi violazioni di procedure aziendali e tentata truffa all' azienda.

 

Granata non ha mai partecipato ad alcun incontro con Amara e Armanna nella primavera del 2016, non ha mai incontrato, né sa chi sia, Calafiore, e sta prendendo le iniziative legali del caso contro Calafiore stesso, pregiudicato per corruzione di magistrati e reo confesso di falso ideologico e materiale.

 

piero amara

Eni è fermamente convinta che il ruolo attivo perpetrato da Armanna nel tentativo di destabilizzazione della società (nonché la sua conoscenza con l' avvocato Amara con cui ha collaborato e collabora a tale fine) nelle vicende "Nigeria" e " depistaggio" emergerà a breve ad esito degli imminenti eventi giudiziari.

Nessuno ha mai proposto al signor Armanna di rientrare in Eni, men che meno in cambio di eventuali "ammorbidimenti" di dichiarazioni (false). Si ricorda che Armanna non è un "testimone chiave" bensì imputato nel processo OPL 245.e l' unico che risulta avere percepito somme di provenienza varia e multipla dalla Nigeria.

 

Tra la fine del 2013 e 2019, Eni ed il dottor Granata hanno ricevuto numerose mail anonime (attività di cui Armanna si è definito esperto, nelle proprie dichiarazioni rese come imputato alla procura di Milano) e sms di intimidazione e minaccia di vendetta genericamente collegate alle vicende delle attività di Eni in Nigeria. La gran parte di questi sono stati oggetto di esposti alla procura di Roma.

La funzione diretta dal dottor Granata e lo stesso mai si sono occupati di attività legale in azienda. Si può pertanto escludere che lo stesso avesse conoscenza degli spostamenti tra le procure di Trani e Siracusa.

 

EMMA MARCEGAGLIA CLAUDIO DESCALZI

Fermo restando gli accertamenti in corso a carico di singoli, Eni non aveva sino a tempi recenti alcuna evidenza degli interessi di complici dell' avvocato Amara in Napag, Eni sospese Napag già nel febbraio 2019, avviando un audit interno (finalizzato a comprendere anche eventuali interessi di Amara o altri terzi nella Napag) nell' aprile 2019, ben prima di ogni accesso da parte della procura di Milano. L' audit ha evidenziato connessioni di Napag con Amara, e portato al licenziamento di Alessandro Des Dorides (della Ets di Londra) per operazioni con Napag, a cui è seguita una denuncia per truffa (metà giugno 2019), sempre su Napag, presentata ai magistrati che indagano sul depistaggio.

 

È quindi semplicemente inverosimile (e smentito dalle denunce presentate) che Eni abbia consapevolmente intrattenuto rapporti contrattuali con Napag per generare utilità per Amara o perché lo stesso ne traslasse benefici a terzi.

granata

Eni si è dichiarata parte offesa nel cosiddetto "depistaggio" in data 9 maggio 2019 e perseguirà, e ha già dimostrato di perseguire con vigore e in ogni sede opportuna la tutela della propria reputazione nei confronti di chiunque risulti responsabile di condotte censurabili.

 

 

2. REPLICA DEL ''FATTO QUOTIDIANO''

Preso atto delle precisazioni di Eni, sinteticamente già riportate nell' articolo in questione, ne confermiamo integralmente il contenuto.

A. Mass.

 

 

3. L'ENI HA TROVATO IL SUO CAPRO ESPIATORIO: VIA MANTOVANI

Claudio Granata

Stefano Feltri e Gianni Barbacetto per ''il Fatto Quotidiano''

 

C' è chi scende e c' è chi sale, chi va all' inferno e chi si prepara al paradiso. C' è chi viene, proprio oggi, licenziato da Eni: Massimo Mantovani, l' ex capo degli affari legali, indagato dalla Procura di Milano per il "complotto" che sarebbe stato ordito per depistare le indagini sulle corruzioni internazionali in Nigeria e in Algeria. E c' è chi si prepara invece a salire al vertice massimo della compagnia petrolifera: Claudio Granata, che oggi si occupa delle relazioni istituzionali con gli azionisti e punta invece alla guida della divisione R&M, per mettersi così nelle condizioni di poter diventare amministratore delegato di Eni, come successore di Claudio Descalzi, nel 2020 o anche prima, se fosse necessario.

vincenzo armanna

 

Il passaggio di Granata, braccio destro di Descalzi, da ruoli di lobbying e finanza al vertice invece di una divisione operativa (R&M raffina e vende carburanti e altri prodotti petroliferi) è la mossa necessaria per chi vuole arrivare al ruolo di ad. Granata la compie in piena continuità e in pieno accordo con Descalzi, in un momento molto difficile per Eni: i suoi uomini sono sotto processo per la (presunta) supertangente internazionale in Nigeria;

 

sono sotto indagine per gli affari petroliferi in Congo; sono sotto inchiesta per il "complotto" che sarebbe stato attivato con denunce ed esposti presso le Procure di Trani e di Siracusa [...]. Come se non bastasse, ora l' affaire dei soldi russi alla Lega coinvolgerebbe Eni come candidata a essere l' acquirente finale dei prodotti petroliferi da cui ricavare finanziamenti al partito di Matteo Salvini.

 

È in questo scenario complesso che Granata si prepara alla successione di Descalzi.

Non senza problemi: è stato indicato dall' ex legale esterno di Eni, Piero Amara (che ha già patteggiato una pena di 3 anni per corruzione in atti giudiziari ed è al centro di inchieste delle Procure di Roma, di Messina e di Milano), come il vero regista del "complotto".

 

Massimo Mantovani

Ma intanto Eni scarica Mantovani, che potrebbe diventare il parafulmine per i vertici della compagnia alle prese con la vicenda Napag: una società che si occupava di succhi di frutta e che è passata a fare trading petrolifero con Eni. I magistrati di Milano stanno verificando la possibilità che il finanziamento di 25 milioni avviato nel maggio 2018 da Eni Trading & Shipping (Ets) a Napag (di cui Amara è considerato il dominus) possa essere il tentativo di pagare il silenzio di Amara sul "complotto". E stanno soppesando il ruolo di Mantovani in questa partita. Cinque mesi fa, Eni aveva proposto a Mantovani una buonuscita di 5 milioni, che il manager ha rifiutato.

 

Oggi lo scenario si ribalta: il direttore delle Risorse umane di Eni, Grazia Fimiani, consegna a Mantovani una lettera di licenziamento, contestandogli un comportamento scorretto nei confronti dell' azienda.

 

Mantovani ha sempre sostenuto di non aver mai avuto rapporti con Napag.

E di non aver avuto niente a che fare con i miracolosi accreditamenti che Napag ha ottenuto per poter fare trading con Ets (nel 2015) e con Versalis (società chimica di Eni, nel 2016).

 

In effetti gli accreditamenti hanno avuto il via libera da benevoli audit interni Eni che sarebbe interessante oggi andare a rileggere. Quanto a Mantovani, uscito dall' Ufficio legale nel 2016, nell' ottobre di quell' anno diventa il numero uno della divisione Gas & Power di Eni e nel mese successivo anche presidente di Ets.

 

massimo mantovani 1

Ma il manager operativo di Ets è un altro: l' amministratore delegato Franco Magnani, uomo cresciuto all' ombra di Descalzi nella divisione Esplorazione. È lui ad avere tutte le deleghe per operare, fin dall' inizio, anche nell' affare Napag. Poi, nel 2018, Ets si riorganizza, con due amministratori delegati, uno per la divisione Oil (con sede a Londra) e uno per la divisione Gas (con sede a Bruxelles).

 

Magnani resta ad della Oil, sostituito nel novembre 2018 da Stefano Ballista. Mentre Mantovani si occupa soltanto dei settori Gas, Lng & Power. Resta estraneo ai rapporti tra Napag ed Ets (e ancor più tra Napag e Versalis), presidiati semmai da Granata e da Antonio Vella, l' ex responsabile Eni per il Nord Africa. Ma Eni non crede a Mantovani e gli contesta rapporti con un manager di Ets, divisione Oil: Alessandro Des Dorides, recentemente licenziato proprio per i suoi rapporti con Napag.

 

Ora tocca a Mantovani. Ben diversamente è andata a Vella, uscito dalla compagnia con buonuscita e tappeto rosso, dopo essere stato imputato diligente nel processo per le tangenti in Algeria, terminato con una condanna dei manager Saipem (allora controllata Eni) e con l' assoluzione dei dirigenti Eni.

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...