MAGISTRATURA NOCI(L)VA - L’ELEFANTINO SCHIACCIA I MAGISTRATI CHE HANNO CHIUSO L’ILVA DI TARANTO - “L’ILVA UCCIDE? ANCHE LE SIGARETTE, LE BISTECCHE, LE AUTOMOBILI” - “È IL COSIDDETTO ‘’BENECOMUNISMO’’, L'IDEOLOGIA DEL CETO MEDIO DI SINISTRA: LA PRESUNZIONE PROIBIZIONISTICA DI POTER CONTROLLARE LA SOCIETÀ, I GRUPPI, LE PERSONE, IN NOME DI UNA SUPERIORE COSCIENZA DEL VERO, DEL BUONO, DELL'UTILE COLLETTIVO”…

Giuliano Ferrara per "il Giornale"

Perché un magistrato che presumo ineccepibile professionalmente si sente in dovere di attaccare «la logica del profitto» e il «cinismo» degli industriali dell'acciaio in un'ordinanza di custodia cautelare e di chiusura di una fabbrica? Perché adopera quelle formule ideologiche senza senso e non si attiene a un linguaggio secco, di fatti e problemi, usando del suo potere e dovere giudiziario ma senza sconfinare nel romanzo fantastico di idee sghembe che ci portiamo appresso da un paio di secoli?

Il magistrato sa che il comunismo reale ha inquinato il pianeta, senza e contro la logica del profitto, in modi abnormi e infinitamente superiori a quelli del mondo industriale capitalistico? Sa che la caratteristica della grande e terribile crescita e prosperità della Cina contemporanea, dove la logica del profitto si espande senza remore ma sotto l'occhiuto controllo del partito unico degli eredi di Deng Hsiao Ping, è precisamente quella di coprire il cielo con l'opaco residuato della produzione, con le scorie volatilizzate e galleggianti sopra Pechino e Shanghai e le grandi province industriose dove l'Oriente è rosso? Sa che questo patto per miliardi di uomini riguarda l'uscita dalla miseria?

La storia dell'Ilva di Taranto è sconvolgente. Migliaia di posti di lavoro in sospeso, paura lungo tutta la catena dell'indotto, fino a Genova. Feroce (...)(...) delegittimazione di imprenditori agli arresti domiciliari, la solita custodia preventiva che è erogazione di pena, condanna sociale prima del processo. Sindacati contestati, molti dipendenti che improvvisamente e disperatamente riscoprono il lato patriarcale e inevitabilmente retrogrado del rapporto con i proprietari dell'azienda, visti come unico e finale appiglio contro la discesa nella disoccupazione e la cancellazione del futuro di vita.

I media rilanciano e inevitabilmente deformano notizie che vengono dal mondo dell'accertamento presuntivamente scientifico sul grado effettivo di pericolo che la produzione dell'acciaio comporta, queste notizie sono impressionanti, allarmanti, parlano di piombo nelle urine in eccesso per una fetta della popolazione, di una catena di decessi che fa paura, bisogna fare tutto e subito, non bastano accordi di disinquinamento ambientale per molti milioni di euro e controlli pubblici sorvegliati dagli stessi sindacati, occorre chiudere, fermare lo scempio letale.

Fermare la mano degli assassini, questo bisogna, altro che accordi quadro per governare la realtà, altro che perizie truccate, è la perizia legale di ultima istanza che deciderà il destino della comunità. Anche il fumo uccide, è scritto nei pacchetti di sigarette, con soluzioni sempre più macabre di pubblicità del futuro probabile, morte e sofferenza per chi compra e accende la bionda. Anche i grassi alimentari uccidono, anche gli zuccheri, anche le bistecche.

Non parliamo poi delle automobili e dei mezzi di trasporto urbano, gli indicatori sono cambiati, il grado di nocività dei tubi di scappamento che sciolgono veleni nell'aria lo si rileva con nuove tecniche, il destino è la paralisi o l'idolo della bicicletta. Il principio di precauzione è incauto. Questa è la verità. È la forma temeraria che assume l'orientamento scientifico di Stato nella presunzione proibizionistica di poter controllare la società, i gruppi, le persone, in nome di una superiore coscienza del vero, del buono, dell'utile collettivo.

È il cosiddetto «benecomunismo», l'ideologia del ceto medio di sinistra che si vuole colto e riflessivo (giornalisti, intellettuali, esperti e magistrati ne sono il nucleo combattente): con quella formula allusiva ai beni comuni vogliono rimuovere ciò che probabilmente considerano la propria colpa collettiva, l'indulgenza storica verso il «malocomunismo». Il principio di precauzione è giusto in sé, ma si rappresenta e funziona come una nuova forma di proibizionismo, una folle ondata neopuritana che obbliga, esclude, punisce, vieta, condiziona, ricatta ma non salva.

O vogliamo pensare che si possa mettere a dieta il mondo intero, sradicare tradizioni e usi secolari, immobilizzare sviluppo e libertà di movimento inchiodando il cittadino, in nome delle verità della scienza, a confinarsi nel tinello di casa a fare la raccolta differenziata dei rifiuti? Esagero? Sì, esagero. Sono un fissato trasgressivo? Sì, lo sono.

Ma vi garantisco che non mi diverto, e quando penso a una immensa comunità di industria e di lavoro come l'Ilva di Taranto, in cui per un momento che si annuncia esiziale invece della razionalità dominano dati discutibili, idee discutibili, provvedimenti discutibili, e tutto in nome dell'indiscutibilità del principio di precauzione, penso di non essere il solo a esagerare.

 

TARANTO UN BIMBO E SULLO SFONDO LO STABILIMENTO DELLILVA jpegGRAFFITO CONTRO L'ILVATARANTO PROTESTE DEGLI OPERAI DELLILVA jpegTARANTO UN BIMBO E SULLO SFONDO LO STABILIMENTO DELLILVA jpegILVA TARANTO ILVA TARANTOGIULIANO FERRARA

Ultimi Dagoreport

biennale di venezia antonio monda pietrangelo buttafuoco alessandro giuli alfredo mantovano

DAGOREPORT - ANTONIO MONDA, IL ''BEL AMI'' PIÙ RAMPINO DEL BEL PAESE, È AGITATISSIMO: SI È APERTA LA PARTITA PER LA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA DEL 2026 - UNA POLTRONISSIMA, CHE DOVREBBE FAR TREMARE I POLSI (È IN CONCORRENZA CON IL FESTIVAL DI CANNES), CHE DA ANNI TRAVAGLIA LA VITA E GLI INCIUCI DEL GIORNALISTA MONDA, MAGNIFICAMENTE DOTATO DI UNA CHIAPPA A SINISTRA (“REPUBBLICA” IN QUOTA ELKANN); MENTRE LA NATICA DI DESTRA, BEN SUPPORTATA DAL FRATELLO ANDREA, DIRETTORE DELL’”OSSERVATORE ROMANO”, GODE DEI BUONI RAPPORTI CON IL PIO ALFREDO MANTOVANO - ALL’ANNUNCIO FATALE DI GIULI, SU INPUT DI MANTOVANO, DI CONSEGNARE LA MOSTRA DEL 2026 NELLE MANINE FATATE DI MONDA, IL PRESIDENTE DELLA BIENNALE BUTTAFUOCO, CHE NON HA MAI STIMATO (EUFEMISMO) L’AEDO DELLA FUFFA ESOTERICA DI DESTRA, AVREBBE ASSUNTO UN’ESPRESSIONE ATTONITA, SAPENDO BENE COSA COMPORTEREBBE PER LUI UN FALLIMENTO NELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA, MEDIATICAMENTE PIÙ POPOLARE E INTERNAZIONALE (DELLE BIENNALI VENEZIANE SU ARCHITETTURA, TEATRO, BALLETTO, MUSICA, NON FREGA NIENTE A NESSUNO)

marina berlusconi silvio vanadia greta jasmin el moktadi in arte grelmoss - 3

DAGOREPORT - BUNGA BUNGA FOREVER! IL VERO ''EREDE ORMONALE" DI SILVIO BERLUSCONI È IL NIPOTE SILVIO, RAMPOLLO PRODOTTO DEL MATRIMONIO DI MARINA CON MAURIZIO VANADIA - SE IL CAVALIER POMPETTA PROVOCAVA INQUINAMENTO ACUSTICO E DANNI ALL'UDITO GORGHEGGIANDO CANZONI FRANCESI E NAPOLETANE, IL VENTENNE EREDE BERLUSCHINO NON E' DA MENO: E' BEN NOTO ALLE SPERICOLATE NOTTI MILANESI LA SUA AMBIZIONE DI DIVENTARE UN MITO DEL RAP, TENDENZA SFERA EBBASTA E TONY EFFE - SUBITO SPEDITO DA MAMMA MARINA A LONDRA, IL DISCOLO NON HA PERSO IL VIZIO DI FOLLEGGIARE: DA MESI FA COPPIA FISSA CON LA CURVACEA GRETA JASMIN EL MOKTADI, IN "ARTE" GRELMOS. PROFESSIONE? CANTANTE, MODELLA E INFLUENCER, NATA A NOVARA MA DI ORIGINI MAROCCHINE (COME LA RUBY DEL NONNO) - IL RAMPOLLO SU INSTAGRAM POSTA FOTO CON LE MANINE SULLE CHIAPPE DELLA RAGAZZA E VIDEO CON SOTTOFONDO DI CANZONI CON RIME TIPO: "GIRO A SANTA COME FA PIER SILVIO, MANCA UN MILIARDINO. ENTRO IN BANCA, MI FANNO L'INCHINO". MA PIER SILVIO È LO ZIO E MARINA E' FURIBONDA... - VIDEO

francesca fialdini mario orfeo

DAGOREPORT: MAI DIRE RAI! – COME MAI “REPUBBLICA” HA INGAGGIATO UNA BATTAGLIA CONTRO L’ARRIVO DI NUNZIA DE GIROLAMO AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI NELLA DOMENICA POMERIGGIO DI RAI1? NON È UN MISTERO CHE IL DIRETTORE, MARIO ORFEO, ANCORA MOLTO INFLUENTE A VIALE MAZZINI, STIMA MOLTO LA FIALDINI (FU LUI A FAVORIRNE L’ASCESA DA DIRETTORE GENERALE) - PER EVITARE IL SILURAMENTO DEL PROGRAMMA DELLA CONDUTTRICE, A LARGO FOCHETTI HANNO MESSO NEL MIRINO PRIMA IL TRASH-SEX SCODELLATO DA NUNZIA COL SUO "CIAO MASCHIO", E POI IL PRESIDENTE RAI AD INTERIM, IL LEGHISTA ANTONIO MARANO, PER UN PRESUNTO CONFLITTO DI INTERESSI - MA L'ORGANIGRAMMA RAI VUOLE CHE IL DIRIGENTE RESPONSABILE DEL DAY-TIME, DA CUI DIPENDE IL PROGRAMMA DELLA FIALDINI, SIA ANGELO MELLONE...

elly schlein friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - ELLY HA FINALMENTE CAPITO DA CHE PARTE STARE? – IN POCHI HANNO NOTATO UNA IMPORTANTE DICHIARAZIONE DI SCHLEIN SULL’UCRAINA: “SUL TRENO PER KIEV, CON I LEADER DI FRANCIA E GERMANIA, CI SAREI ASSOLUTAMENTE STATA” – LA SEGRETARIA CON UNA FIDANZATA E TRE PASSAPORTI E' PRONTA AD  ABBANDONARE IL PACIFISMO PIÙ OTTUSO PER ADERIRE A UNA LINEA PIÙ REALISTA E PRAGMATICA? – IN CAMPANIA ELLY È VICINA A UN ACCORDO CON DE LUCA SULLE REGIONALI (MEDIATORE IL SINDACO MANFREDI) – OTTIME NOTIZIE DAI SONDAGGI DELLE MARCHE: IL PIDDINO MATTEO RICCI È DATO AL 51%, CONTRO IL 48 DEL MELONIANO ACQUAROLI…

chiocci vespa rossi

FLASH! – IN RAI STA NASCENDO UNA COALIZIONE CONTRARIA AL DINAMISMO POLITICO DI GIANMARCO CHIOCCI, CHE PARLA SPESSO CON ARIANNA E GIORGIA MELONI, DISPENSANDO MOLTI CONSIGLI DELLA GOVERNANCE RAI – IL MOVIMENTISMO DEL DIRETTORE DEL TG1 E DI BRUNO VESPA HANNO GRANDE INFLUENZA SU PALAZZO CHIGI, E I LORO ''SUSSURRI'' FINISCONO PER RIMBALZARE SULL’AD GIAMPAOLO ROSSI, CHE SI TROVA ISOLATO DAI DUE DIOSCURI – E FAZZOLARI? PREFERISCE RESTARE IN DISPARTE E ESERCITARE LA SUA INFLUENZA SUI GIORNALISTI NON ALLINEATI AL GOVERNO MELONI...

giorgia meloni matteo piantedosi ciriani cirielli mantovano santanche lollobrigida

DAGOREPORT - PROMOSSI, BOCCIATI O RIMANDATI: GIORGIA MELONI FA IL PAGELLONE DEI MINISTRI DI FDI – BOCCIATISSIMO MANTOVANO, INADEGUATO PER GESTIRE I RAPPORTI CON IL DEEP STATE (QUIRINALE, SERVIZI, MAGISTRATURA) E DOSSIER IMMIGRAZIONE – RESPINTO URSO, TROPPO COINVOLTO DAL SUO SISTEMA DI POTERE – CADUTO IN DISGRAZIA LOLLOBRIGIDA, CHE HA PERSO NON SOLO ARIANNA MA ANCHE COLDIRETTI, CHE ORA GUARDA A FORZA ITALIA – BOLLINO NERO PER IL DUO CIRIANI-CIRIELLI - DIETRO LA LAVAGNA, LA CALDERONE COL MARITO - NON ARRIVA ALLA SUFFICIENZA IL GAGA' GIULI-VO, MINISTRO (PER MANCANZA DI PROVE) DELLA CULTURA - LA PLURINDAGATA SANTANCHÉ APPESA A LA RUSSA, L'UNICO A CUI PIEGA IL CAPINO LA STATISTA DELLA GARBATELLA – SU 11 MINISTRI, PROMOSSI SOLO IN 5: FITTO, FOTI, CROSETTO, ABODI E…