
IL MERCATO TELEVISIVO È DIVENTATO SOVRABBONDANTE: TROPPI ABBONAMENTI, POCO TEMPO PER VEDERE LE SERIE – IL PROSSIMO ANNO ANCHE WARNER BROS LANCERÀ LA SUA PIATTAFORMA, “HBOMAX”, E TIMVISION VUOLE AMPLIARE LA SUA OFFERTA: MA QUANTI SOLDI POTRANNO MAI SPENDERE GLI UTENTI? ALLA FINE I TELE-MORENTI TORNANO ALLA TV GENERALISTA, CHE RENDE ANCHE DI PIÙ PERCHÉ GLI SPETTATORI SONO TRACCIATI (MA LO STREAMING HA INNESCATO UNA GARA AL RIBASSO SULLE INSERZIONI) – LE MOSSE DI MEDIASET E SKY
Estratto dell’articolo di Sara Tirrito per “La Stampa”
pier silvio berlusconi - mediaset
Tra piattaforme streaming e paytv, il mercato televisivo europeo non riesce più a stare fermo. Lo spettacolo è da guardare, ma non è ancora chiaro dove. L'ultimo accordo è stato siglato da Pier Silvio Berlusconi, che con la sua MediaForEurope (Mfe) ha portato la partecipazione in ProSiebenSat.1 al 33,3% e punta a salire al 50%. Vuole costruire un polo europeo in grado di competere con i player americani.
In parallelo, Poste Italiane è diventata primo azionista di Tim con il 24,8%, aprendo a sviluppi della società oltre la telefonia mobile. Proprio Timvision è in trattativa sui diritti tv con Warner Bros.Discovery, che nel frattempo si prepara alla scissione in due società distinte (si chiameranno Warner Bros. e Discovery Global, l'annuncio a fine luglio), e al lancio previsto per inizio 2026 di Hbo Max in Italia, in tempo per le Olimpiadi.
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La nuova piattaforma arriverà con un catalogo di contenuti premium che include Harry Potter, Il Trono di spade e le serie Hbo più famose, ma sarà l'ultima a entrare in un mercato ormai saturo e dominato da altri colossi.
Nel frattempo, SkyShowtime, joint venture tra Comcast e Paramount nei Paesi europei in cui non opera già il marchio Sky, registra circa 5 milioni di utenti con numeri in crescita.
Da Mediaset a Sky, i giganti del broadcasting si stanno muovendo su due binari paralleli: le piattaforme e la paytv.
MAX LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS. DISCOVERY
Entrambi i modelli però hanno piccole criticità e si ostacolano a vicenda. «Lo streaming è stato un flop –, spiega Francesco Siliato, esperto di mercati televisivi per il Politecnico di Milano e per lo Studio Frasi –. I grandi gruppi hanno scoperto che gli abbonamenti non erano sufficienti a garantire la sopravvivenza con alti livelli di produzione, quindi hanno aperto alla pubblicità. C'è da capire se così riusciranno a coprire i loro investimenti».
In altre parole – per gli analisti – lo streaming non è mai davvero decollato, eppure continua a sottrarre piccole porzioni di pubblico alla tv tradizionale.
[…] Il principale problema del mercato online è oggi nella mancanza di trasparenza sui dati. Mentre la televisione tradizionale fornisce rilevazioni certificate e pubbliche attraverso Auditel e organismi di controllo, le piattaforme streaming (come Netflix ma non solo) operano senza obbligo di disclosure degli utenti reali. Questa mancanza di tracciamento rende difficile misurare l'efficacia degli investimenti e influenza le dinamiche di concorrenza.
«La diffusione delle piattaforme di streaming contribuisce a cambiare anche il piano di gioco per le televisioni generaliste, perché, anche se sono servizi diversi, rosicchiano un po' di ascolto – spiega Marco Gambaro, professore di Economia dei Media all'Università di Milano –. Inoltre internet conquista investimenti pubblicitari per via di prezzi più bassi.
PUBBLICITA NEI SERVIZI STREAMING
Quindi le televisioni generaliste fanno più fatica di prima».
I numeri noti confermano questa disparità. «I dati della stagione televisiva 2024-25 mostrano un ascolto dei 115 canali dei 17 broadcaster monitorati da Auditel quattro volte e mezzo superiore a quello dell'insieme "non riconosciuto" di audience, che include tutte le piattaforme – spiega Siliato –. Si capisce allora perché i colossi non intendano concedere che gli ascolti vengano monitorati, se non con i criteri dettati da loro stessi».
MAX LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS. DISCOVERY
[…] Per questo, in una nota uscita il 1° agosto, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha avviato un'istruttoria per l'analisi delle metodologie di misurazione dei contenuti diffusi dalle piattaforme (Delibera 199/25/Cons). L'obiettivo è formulare indirizzi per garantire dati trasparenti, comparabili e affidabili, in linea con le previsioni dello European Media Freedom Act.
I giganti delle serie tv si adegueranno, ma non sarà semplice. «Oggi c'è un'idea generale dei consumi delle piattaforme – dice Gambaro – ma non abbiamo informazioni di dettaglio sulle scelte dei singoli contenuti. È molto complesso sia per la resistenza delle multinazionali a cedere i dati all'Autorità italiana, sia perché tecnicamente queste informazioni sono incorporate nei sistemi informativi interni e difficilmente rilevabili con le tradizionali ricerche».
[…] Senza dati verificabili, i player europei come Mfe o Timvision si trovano a competere in condizioni di svantaggio informativo rispetto alle grandi aziende internazionali e americane.
La strategia per i gruppi europei potrebbe passare dall'intrattenimento e dal modello della tv generalista: «Da Mediaset ad Amazon prime video tutti sono partiti pensando che la televisione generalista non funzionasse e stanno finendo per farla anche online unendo fiction, sport e intrattenimento – spiega Siliato – il prossimo passo sarà integrare l'informazione».
quote di mercato delle piataforme streaming in italia
Le aziende stanno sperimentando. Canali come il Nove di Discovery vengono distribuiti su Dazn, mentre piattaforme come Timvision cercano di creare hub onnicomprensivi dove si trova lo sport, l'intrattenimento, la Tv lineare», trasferendo il classico zapping televisivo nell'ambiente digitale.
[…] Il distacco dei canali Warner Bros. Discovery di Eurosport da Sky avvenuto poche settimane fa è un segnale di frammentazione del mercato e palesa la difficoltà di mantenere partnership esclusive in un ecosistema sempre più competitivo come quello dei diritti tv.
Sky proietta comunque in esclusiva le coppe europee di calcio, il tennis, la Formula 1 e il Moto Gp, e ha acquisito il Basket. Ma come tutti dovrà fare i conti con le nuove sfide. «La posizione di Sky oggi sembra un po' indebolita – analizza Gambaro –. La paytv ha concorrenti come le piattaforme, che offrono un servizio simile a circa un quarto del prezzo. È complicato perché seguire il ribasso per un'azienda significa ribaltare il modello di business senza la certezza di ricostruire una posizione di forza».
Per Siliato è con intrattenimento e sport minori che potrebbe rafforzarsi l'emittente: «Sky ha già dimostrato di poter superare la caduta di rami del brand, come all'epoca di Tele+. Oggi è sotto attacco, ma potrebbe fare degli annunci sulla nuova stagione».
pier silvio berlusconi - mediaset
max LA PIATTAFORMA STREAMING DELLA HBO
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