NIENTE TASSE SIAMO INGLESI - AL FISCO LONDINESE SPETTA SOLO IL 20% DEI PROFITTI, MA SI PUÒ SCENDERE AL 5%, ALL'1 O ADDIRITTURA A ZERO - E LE MULTINAZIONALI (TRA CUI LA FCA DI MARPIONNE) ARRIVANO IN MASSA

Enrico Franceschini per "Affari & Finanza - la Repubblica"

La Fiat Chrysler Automobiles non è sola nello scegliere di avere la sua sede fiscale sotto il Big Ben. A Londra le tasse sulle persone giuridiche, sulle società insomma, sono il 20 per cento dei profitti, una delle aliquote più basse del mondo. Ma se si sfruttano le numerose scappatoie legali offerte dalla normativa britannica, l'aliquota può scendere al 5 per cento, all'1 per cento o anche fino a zero, come hanno abilmente scoperto alcuni dei giganti della rivoluzione digitale, da Amazon a Facebook, da Cisco a Google, riuscendo a pagare poco o niente al fisco nonostante miliardi di sterline di fatturato nel Regno Unito.

E' scoppiato un pandemonio di polemiche, le regine del web sono state accusate di "evasione legalizzata" e il governo ha promesso di chiudere qualcuno degli espedienti, come quello di trasferire parte degli utili in Irlanda e farseli rimandare indietro sotto forma di prestiti, ma a Downing street la preoccupazione principale sembra quella di continuare ad attirare corporations da tutto il mondo lungo il Tamigi, più che di tappare le vie d'uscita alle aziende per pagare meno tasse.

La Fiat-Chrysler, o meglio la Fca, precisa che continuerà a pagare le tasse nei paesi in cui produce, ma la sede fiscale in Gran Bretagna le offre molti altri vantaggi: la possibilità di spostare a Londra i dividendi, gli interessi e le royalties. Se tenesse i dividendi in Italia pagherebbe l'1,375 per cento di tasse, nel Regno Unito non dovrebbe pagare niente. A Londra, inoltre, la Fca potrebbe incassare gli interessi sul finanziamento, e potrebbe vendere alla propria operativa italiana i marchi e i brevetti tenuti all'estero, diventando anche più attraente per gli investitori stranieri.

Quanto alle tasse sulle persone fisiche, sugli individui, dunque anche su manager, dirigenti d'azienda, amministratori, sono al 45 per cento, ma con una serie di facilitazioni che permettono di non sottoporre a imposte gli utili realizzati all'estero. Non c'è bisogno di andare alle isole Cayman o in qualche altro esotico paradiso fiscale per godere di queste ed altre esenzioni: ci sono a due passi da Londra le Channel Islands, le isole del canale della Manica, un arcipelago di otto isolette al largo della Normandia (Jersey, Guernsey, Sark le più note), dove è legale depositare i propri risparmi in conti a tasso d'interesse e regime fiscale particolare.

Tutti aspetti di cui tener conto, perché la sede fiscale della Fca in Inghilterra potrà anche essere relativamente piccola, all'inizio, ma sembra destinata a espandersi. E non è soltanto questione di tasse: ci sono altre ragioni che spingono grandi corporation e super miliardari, banchieri e investitori, uomini d'affari e broker, a decidere di vivere sulle rive del Tamigi.

Da anni Londra viene collocata al primo posto in Europa e al secondo nel mondo, solitamente dietro New York, in tutte le classifiche internazionali sulle migliori città per il business. Nel sondaggio annuale condotto dalla società di consulenze immobiliari Cushman & Wakefield, per esempio, la capitale britannica conserva da ben ventidue anni il titolo di Best Business City d'Europa.

E' una consultazione di rilievo perché basata su interviste con i consiglieri d'amministrazione che hanno la responsabilità di determinare dove collocare il quartier generale della propria azienda per le 500 maggiori società del continente. Tra le ragioni citate per spiegare la supremazia di Londra ci sono il facile accesso ai mercati finanziari, la soddisfazione dei clienti di venirci per un incontro di lavoro, la qualità dello staff reperibile sul posto, la qualità delle telecomunicazioni, i collegamenti nei trasporti con altre città europee e di tutto il mondo (cinque aeroporti - e il sindaco Boris Johnson vorrebbe costruirne un sesto), i trasporti locali (3 milioni di passeggeri al giorno in metrò e 4 milioni sui bus, con un traffico in auto velocizzato del 20 per cento dopo l'introduzione della congestion charge per i non residenti che vogliono entrare in macchina in centro), la globalità della lingua inglese, la qualità di scuole e università (chi si trasferisce per lavoro a Londra ha solitamente una famiglia e si preoccupa dell'educazione da dare ai figli).

Un'altra motivazione fondamentale è "the rule of law", uno stato di diritto che garantisce il rispetto delle leggi e un'equa amministrazione della giustizia, senza timori che il potere politico o altri fattori possano influenzarne le decisioni. Un'altra ancora è la ricchezza della vita culturale e delle opportunità per il tempo libero: musei, teatri, cinema, locali notturni, ristoranti di ogni gastronomia, cinque squadre di calcio della Premier League, il torneo di tennis di Wimbledon, le corse dei cavalli.

Chi è stanco di Londra è stanco della vita, ammonisce un noto detto, per cui chi viene qui per lavoro sa che non si stancherà mai della città in cui si è stabilito, e questo vale anche per mogli, mariti, partner, insomma per tutta la famiglia che uno si porta dietro. "Londra è la migliore città d'Europa se non la migliore città globale per fare affari", dice il sindaco Johnson.

Nell'ultimo anno, 263 compagnie hanno aperto una sede nella capitale britannica con l'aiuto di London & Partners, l'agenzia creata dalla municipalità con l'obiettivo specifico di facilitare l'arrivo di nuove società nella metropoli, per un totale di 9274 posti di lavoro. Adesso stanno per arrivare, da Torino e da Detroit, anche i manager della Fiat Chrysler Automobiles.

 

a panoramic view of the london parliament big ben and the westminster bridge londra london towerIL NUOVO LOGO DI FIAT CHRYSLER AUTOMOBILESmarchionne elkann x FOTO MARCHIONNE ELKANN

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO