vladimir putin pane grano

A OGNI SANZIONE CORRISPONDE UNA REAZIONE - PUTIN ANNUNCIA LO STOP ALL’ESPORTAZIONE DI CIBO, CEREALI E LEGUMI VERSO I “PAESI OSTILI”: AI SUOI CITTADINI L’HA VENDUTA COME UN MODO PER EVITARE L’INFLAZIONE E GARANTIRE GLI APPROVVIGIONAMENTI PER IL MERCATO INTERNO, MA È OVVIO CHE SI TRATTA DI UNA RISPOSTA AL NUOVO (RIDICOLO) ROUND DI MISURE CONTRO LA RUSSIA VARATO DALL’UE - L’ITALIA COMUNQUE NON DOVREBBE RISENTIRNE PARTICOLARMENTE…

1 - PUTIN STOP EXPORT DI CIBO CEREALI E LEGUMI A RISCHIO

Carlo Ottaviano per “il Messaggero”

 

VLADIMIR PUTIN

Ufficialmente la motivazione è interna (garantire gli approvvigionamenti alla popolazione ed evitare l'inflazione), ma le dichiarazioni di ieri di Vladimir Putin sull'export agroalimentare appaiono come un ulteriore reazione alle decisioni dei Paesi dell'Ue.

 

«C'è bisogno - ha detto - di mitigare gli effetti esterni negativi per i nostri cittadini: aumentare la produzione e le consegne al mercato interno di alimenti di alta qualità a prezzi accessibili, compresi i prodotti ittici. Questo è il compito chiave di quest' anno».

 

Ha però subito svelato il senso politico dell'affermazione precisando riferisce la Tass che le limitazioni dell'export saranno «specialmente verso i Paesi ostili».

 

ITALIA - LE IMPORTAZIONI DI GRANO DA RUSSIA E UCRAINA

 

Col classico sistema degli annunci e delle minacce dilazionate, pochi giorni fa era stato l'ex presidente Dmitry Medvedev ad anticipare che «forniremo cibo e raccolti solo ai nostri amici (fortunatamente ne abbiamo molti, e non sono in Europa e Nord America)».

 

In effetti è una manovra che in forme più o meno accentuate la Russia sta attuando da alcuni mesi imponendo e variando con grande frequenza regole e costi doganali.

 

LE MISURE

Le ultime decisioni erano state discusse appena l'altro ieri alla Duma con il ministro all'Agricoltura Dmitry Patrushev. Di fatto dal 15 aprile fino al 31 agosto salvo proroghe sarà sostanzialmente impossibile esportare dalla Russia semi e olio di girasole, olio di colza, farine. Riduzione anche per la farina di soia, con blocco di tutte le piattaforme logistiche di spedizione ad esclusione del checkpoint marittimo di Kaliningrad.

LA GUERRA COLPISCE ANCHE IL GRANO

 

COSA MANCHERÀ

Nel dettaglio bisogna ancora capire esattamente quali saranno gli altri generi alimentari off limits per l'esportazione. L'Italia non dovrebbe risentirne particolarmente. Ha importato calcola Confagricoltura - prodotti agricoli e dell'industria alimentare tra gennaio e novembre 2021, complessivamente per 223 milioni di euro.

 

La prima voce con 54 milioni di euro (+43% rispetto al 2019) sono i panelli compatti e altri residui solidi della lavorazione degli oli vegetali (destinati all'alimentazione animale), seguiti da frumento con 44 milioni di euro (+127% rispetto al 2019) e dai legumi secchi con 39 milioni di euro (+183% rispetto al 2019).

 

fossa comune a bucha

La Russia precisa la Coldiretti è il principale esportatore mondiale di grano ma la dipendenza dell'Italia risulta limitata con appena il 2,3% del totale del grano importato dall'estero, tra duro e tenero. Il blocco delle esportazioni di cereali se colpisce l'Italia marginalmente, influirà però pesantemente nell'aumento dei prezzi perché in assenza delle forniture russe altri Paesi si rivolgeranno a nuovi mercati facendo lievitare i prezzi.

 

Più inquietante, viste queste mosse di Putin, è l'embargo dei fertilizzanti, di cui la Russia è il primo produttore mondiale (oltre 50 milioni di tonnellate, il 15% della produzione mondiale).

 

GASDOTTI RUSSI

Il 2 aprile è cessato il divieto di export al nitrato di ammonio che era stato deciso in febbraio. Ma ancora ieri mancavano comunicazioni ufficiali sulla ripresa delle relazioni commerciali con grande preoccupazione in particolare dei produttori di frutta (che usano le molecole di ammonio per concimare pomacee e drupacee). Possiamo fare anche a meno anche dei vostri prodotti, è il messaggio più ampio che la Russia sembra voler dare. Il governo Putin sta infatti accelerando con risorse per 360,2 miliardi di rubli - le azioni per rendere il Paese meno dipendente dall'estero.

UCRAINA - CORPI DEI CIVILI MASSACRATI A BUCHA

 

2 - LA RUSSIA PUTIN SFODERA L'ARMA DEL CIBO "PRONTI A FERMARE L'EXPORT PER I PAESI CHE CI SONO OSTILI"

Francesca Sforza per “la Stampa”

 

Nel giorno della vergogna russa per i crimini di Becha, nel giorno in cui all'Onu si solleva la possibilità di escludere Mosca dal Consiglio di Sicurezza, nel giorno - lo stesso - in cui i diplomatici russi vengono espulsi in massa dall'Europa come "persone non grate", Vladimir Putin che cosa fa? Minaccia, ipotizzando scenari di carestia globale, da ascrivere sempre e comunque alle politiche dell'Occidente.

 

UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

«Lo stato delle cose nel mercato alimentare globale degli ultimi due anni è diventato molto complicato - ha detto in un discorso a Novo-Ogarevo, distretto nella regione di Mosca, in una riunione con rappresentanti del settore agroalimentare - Gli errori nelle politiche economiche, energetiche e alimentari dei paesi occidentali hanno portato a un forte aumento dei prezzi alimentari in tutto il mondo, e adesso i nostri cosiddetti partner cercheranno di esportare questi problemi da noi, in Russia».

vladimir putin

 

E per questo, il Cremlino ha deciso che esporterà soltanto verso «Paesi amici», limitando e contraendo al massimo le esportazioni «verso coloro che ci sono ostili». La teoria di utilizzare le forniture alimentari come «arma silenziosa» contro l'Occidente era già stata espressa qualche giorno fa dal vicepresidente del Consiglio della Sicurezza nazionale Medvedev, nel suo canale Telegram, dove ricordava che a fianco del gas, il settore alimentare rappresenta un altro fattore per reagire alla politica delle sanzioni.

 

Quanto ai russi, Putin ha fatto capire che non c'è da temere: «Per i principali gruppi alimentari, il nostro mercato interno è completamente fornito, e per alcuni beni, ad esempio l'olio di girasole e il grano, le capacità delle imprese nazionali coprono la domanda in eccesso». Inoltre, ha aggiunto, «l'aumento dei volumi di produzione consentirà di garantire che i prezzi dei prodotti alimentari in Russia siano più bassi che sul mercato mondiale».

MORAWIECKI

 

Un quadro che mal si concilia con quanto sta accadendo nella vita quotidiana, dove in seguito a diversi episodi di mercato nero, con il grano saraceno che cominciava a scarseggiare sugli scaffali e si trovava al doppio in circuiti clandestini, le autorità hanno cominciato ad applicare rigide restrizioni sui prezzi e ad avviare ispezioni a largo raggio per riportare la situazione alla «normalità» (ma i prezzi sono comunque aumentati).

 

La Russia e l'Ucraina sono i principali esportatori di grano e mais del mondo, con la prima che rappresenta quasi il 17% della fornitura globale di grano, e la seconda il 12% della fornitura di grano e il 17% della fornitura di mais. È ragionevole dunque che la carenza di queste materie sui mercati e l'aumento generalizzato dei prezzi potrebbero aumentare le pressioni inflazionistiche e l'insicurezza alimentare.

LA GUERRA COLPISCE ANCHE IL GRANO 4

 

Allo stesso tempo, Mosca ha bisogno, per la raccolta e la distribuzione, di prodotti realizzati in Occidente (dai macchinari fino agli imballaggi), dunque lo scenario di un Occidente senza grano e di una Russia autosufficiente appare piuttosto inverosimile. Tra gli elementi più inquietanti emersi in questi giorni, la devastazione da parte delle truppe russe dei terreni agricoli e delle attrezzature, fatte saltare con le mine e la distruzione delle rotte di rifornimento ucraine. «L'unica interpretazione è che i russi vogliano utilizzare la fame come metodo di aggressione - ha detto qualche giorno fa il commissario Ue all'Agricoltura Janusz Wojciechowski - È un metodo simile che è stato utilizzato negli anni '30 dal regime sovietico contro il popolo ucraino».

sergei shoigu vladimir putin

 

Tra i primi Paesi a reagire alle minacce di Putin sul fronte alimentare ci sono stati i polacchi: «Stiamo procedendo con rapidità alla de-russificazione della nostra economia, che investirà in particolare il settore energetico e alimentare - ha detto il premier Morawiecki, invitando gli europei a fare lo stesso.

 

In particolare, il leader polacco ha avuto ieri parole molto dure nei confronti di Macron, considerato a Varsavia troppo "trattativista": «Il presidente francese oggi negozierebbe con Hitler?», ha detto. Il massacro di Bucha - che il portavoce del Cremlino Peskov ha definito «un falso mostruoso volto a diffamare l'esercito russo» - ha scosso profondamente i leader europei. Il presidente tedesco Steinmeier, ieri, in un'intervista alla Faz, ha riconosciuto: «Il mio sostegno al gasdotto Nord Stream 2 è stato un errore, e su Putin mi sono sbagliato».

VLADIMIR PUTIN COME VOLDEMORT - MURALE

UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)