renzi costamagna gallia

LA PARTITA DI GIRO DELLA CDP - IL TESORO 'DONA' LE POSTE A CDP PER RISARCIRLA DEL BIDONE SAIPEM, CHE LA CASSA SI È SOBBARCATA PER SALVARE ENI - L'OBIETTIVO È RAFFORZARE IL PATRIMONIO DELLA CDP, CHE HA CHIUSO IL PRIMO ANNO DELL'ERA RENZIANA, CON UN ROSSO DI 450 MLN, DOPO L'UTILE DA 2,2 MILIARDI NEL 2014

FABIO GALLIA CLAUDIO COSTAMAGNAFABIO GALLIA CLAUDIO COSTAMAGNA

Camilla Conti per “il Giornale

 

Il titolo delle Poste ieri ha reagito con un -0,8% all' ultima mossa del Tesoro che ha collocato in Cdp la sua quota, in vista di una quotazione di un' ulteriore tranche del capitale. Le azioni del gruppo guidato da Francesco Caio hanno chiuso a 6,79 euro, comunque sopra al prezzo dell' Ipo (6,75 euro) di ottobre 2015.

 

L' operazione, in sintesi, è la seguente: il ministero, oggi al 64,7% delle Poste, conferirà il 35% alla Cassa Depositi che varerà un aumento di capitale da 2,9 miliardi riservato al Mef, che così salirà all' 85%, mentre gli altri azionisti della Cdp, ovvero le Fondazioni (oggi al 18,4%), si diluiranno ma non scenderanno sotto il 15% della Cassa. L' attività di indirizzo e di gestione continuerà ad essere esercitata dal Tesoro che comunque collocherà in Borsa il restante 29,7% delle Poste probabilmente entro fine anno (per lunedì è atteso il consiglio dei ministri con all' ordine del giorno il decreto).

 

fabio gallia claudio costamagna piercarlo padoanfabio gallia claudio costamagna piercarlo padoan

Quale è il significato strategico dell' operazione? L' obiettivo primario è il rafforzamento patrimoniale della Cassa che fa ancora i conti con la minusvalenza di 450 milioni realizzata rilevando il 12,5% di Saipem. E rischia di finire a corto di munizioni, assai necessarie invece per il braccio finanziario della politica industriale renziana.

 

Cdp, oggi presieduta da Claudio Costamagna, ha chiuso il 2015 in rosso per 900 milioni, contro i 2,2 miliardi di utili del 2014. Il calo del 22% del margine di intermediazione era stato imputato da Cdp alla contrazione dei tassi di mercato, e in particolare della discesa del rendimento del conto corrente di Tesoreria ai minimi storici.

claudio descalzi, renato mazzoncini, alberto nagel incontrano rohani a teheran con renziclaudio descalzi, renato mazzoncini, alberto nagel incontrano rohani a teheran con renzi

 

Su 250 miliardi di raccolta postale, circa 150 sono depositati sul conto di Tesoreria dello Stato, a fronte di un interesse che negli ultimi anni si è andato sempre più assottigliando, mentre sono cresciute le situazioni in cui la Cassa è stata chiamata a intervenire per risolvere situazioni difficili. Un problema, sul fronte del conto economico, da risolvere con urgenza. Tanto che lo scorso 12 maggio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto che ha aumentato la remunerazione adeguandola ai nuovi livelli di mercato.

 

renzi tweet su DeScalzirenzi tweet su DeScalzi

Considerando che circa l' 80% del risparmio postale è caratterizzato da una persistenza in media superiore ai dieci anni, «appare equo remunerare la giacenza del suddetto conto corrente fruttifero di Tesoreria per l' 80% con il rendimento dei buoni del Tesoro poliennali con scadenza a dieci anni e per il 20% con il rendimento dei Bot a sei mesi», si legge nel decreto.

Francesco Caio Francesco Caio

 

Non solo. Cdp in futuro riceverà proquota il flusso di dividendi generati dalle Poste.

Idem per le fondazioni, che potranno così in parte compensare la diluizione e magari chiedere qualche altra contropartita in cambio. Il passaggio alla Cdp dovrebbe inoltre ridurre il rischio di revisione del contratto, in scadenza nel 2019, sulla raccolta del risparmio postale.

 

Al momento Poste riceve una commissione dello 0,5% sui saldi medi di buoni fruttiferi e libretti postali collocati per conto della Cdp. Si tratta di circa 1,6 miliardi di ricavi, il 6% sul totale.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…