arresto di stefano ricucci

''AHO, ME PORTATE IN GALERA PER DU' FATTURE?'' È IL NUOVO ''SO' TUTTI FROCI COL CULO DEGLI ALTRI''! E RICUCCI TORNA IN PRIMA PAGINA. MA STAVOLTA I ''FURBETTI DEL QUARTIERINO'' SONO IMPORTANTI MAGISTRATI E FUNZIONARI AI QUALI PAGAVA FESTE, HOTEL E MIGNOTTE - NICOLA RUSSO, GIUDICE DEL CONSIGLIO DI STATO E DELLA COMMISSIONE TRIBUTARIA, AVREBBE 'AGGIUSTATO' SENTENZE IN FAVORE DI RICUCCI, CHE GLI GIRAVA PARTE DEI SOLDI

 

1.MA MI PORTATE IN GALERA PER DUE FATTURE?

Dall'articolo di Fiorenza Sarzanini per il ''Corriere della Sera''

 

ARRESTO DI STEFANO RICUCCI ARRESTO DI STEFANO RICUCCI

Alle 6 di mattina, quando i finanzieri hanno suonato alla porta del suo appartamento romano è rimasto sbigottito. Il tempo di leggere il provvedimento di cattura, avvisare l’avvocato, e poi è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli. «Ma come? Mi portate in galera per un paio di fatture?», ha esclamato prima di chiamare il suo legale Grazia Volo.

 

«Non riusciva a crederci», conferma Leonardo Mercurio, uno dei difensori che ha assistito alla perquisizione. E invece la sua vita «spericolata» l’ha tradito di nuovo. Dieci anni dopo l’estate dei «furbetti del quartierino» Stefano Ricucci torna agli arresti. Coinvolto in un giro di fatture false da oltre un milione di euro, ma soprattutto inserito in un «sistema» dove si incrociano faccendieri e giudici amministrativi, politici e funzionari pubblici.

 

2.FALSE FATTURE, RICUCCI TORNA IN CARCERE

Fulvio Fiano e Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera

 

ARRESTO DI STEFANO RICUCCIARRESTO DI STEFANO RICUCCI

Con la caparbietà e l' ingegno finanziario che già in passato si è attribuito - procurandosi altri guai giudiziari - Stefano Ricucci non si era rassegnato al crac del sua «Magiste International» ed era convinto di poter sottrarre 20 milioni di credito d' imposta alle procedure fallimentari. Un giudice, un commercialista e un imprenditore legato alla criminalità erano funzionali al piano che sarebbe stato realizzato con liquidità ottenuta da false fatture per inesistenti servizi resi durante Expo 2015, una presunta corruzione e società terze utili al gioco.

 

Anche stavolta è andata male e Ricucci è stato arrestato dai finanzieri del Nucleo tributario di Roma assieme all' imprenditore Mirko Coppola (nessuna parentela con il «furbetto del quartierino» Danilo, per altre vicende legato a Ricucci). Vanno in carcere per false fatture e dichiarazioni fraudolente.

salvalaggio   ricuccisalvalaggio ricucci

 

Le accuse agli altri 8 indagati e le 40 perquisizioni eseguite dai finanzieri del colonnello Paolo Compagnone raccontano il resto della «complessa rete di correi e fiancheggiatori» creata per frodare i creditori del fallimento Magiste. Con un ruolo centrale per il giudice Nicola Russo. Corrotto con donne e soldi, secondo la Procura, ma non secondo il gip che gli attribuisce «solo» la rivelazione del segreto d' ufficio e ne respinge l' interdizione dall' attività - sulla quale i magistrati Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Michele Prestipino hanno già presentato ricorso.

 

Ricucci si rivolge a Russo, giudice del Consiglio di Stato e della commissione tributaria regionale dopo che quella provinciale ha accolto l' inesigibilità del credito sostenuta dall' Agenzia delle Entrate perché frutto di attività illecite. La sentenza favorevole alla Magiste arriva puntuale e viene comunicata in anticipo a Ricucci che può così re-impossessarsi dei 20 milioni di euro offrendone solo uno attraverso due società riferibili al commercialista milanese Filippo Bono.

 

I legami tra il giudice e Ricucci emergono dall' amicizia tra i figli e dall' impiego della moglie del giudice nello studio legale di cui la Magiste è cliente (la sentenza di Russo - annotano i finanzieri - ripercorre «interi passaggi della memoria Ricucci, errori di battitura inclusi»). Ma - per i pm - è soprattutto un episodio a dimostrare «inconfutabilmente un rapporto intimo tra i due». Una sera di marzo 2016 Ricucci accompagna Russo nell' hotel Valadier [...]

Enrico Nicoletti Enrico Nicoletti

 

«È di tutta evidenza - si legge nel decreto di perquisizione - che un magistrato si fa accompagnare con l' amante/meretrice soltanto da una persona con la quale ha uno stretto legame di fiducia e con la quale può condividere un segreto». All' indomani della sentenza Russo acquista una casa e una Porsche Cayenne (dal concessionario di Antonio Nicoletti, non indagato, figlio del «cassiere» della banda della Magliana Enrico) ma secondo il gip non c' è prova della corruzione, anche perché i suoi conti personali sono al verde.

 

ENRICO NICOLETTIENRICO NICOLETTI

 

L' arresto di Ricucci viene motivato con la sua «forte e attuale capacità di penetrazione nel sistema economico e finanziario» - in alcune intercettazioni viene ribattezzato «il fenomeno» - e con «la sua spregiudicatezza tipica del professionista di un sistema attuato con estrema abitualità criminale».

 

Tanto che a un cento punto pensa di bypassare il socio: «Sto str... tu hai tirato fuori la testa dalla sabbia perché stavi in bianca rovinato, ma che te sei scordato quando non c' avevi manco i soldi per fare la spesa», si sfoga Coppola con Massimo Nicoletti (indagato per corruzione), primogenito del boss della Magliana. A lui pensa Coppola quando si tratta di «prendere per le palle» Ricucci per farsi dare un indennizzo di 300 mila euro. Altri legami emergono con ambienti di camorra, raccontati anche dal commercialista pentito Luca De Filippo.

 

 

3.MAZZETTE NELLO SPUMANTE

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera

 

Interventi al Consiglio di Stato per «aggiustare» i processi. È il nuovo e clamoroso filone di indagine avviato dai magistrati romani dopo la perquisizione effettuata a casa di Renato Mazzocchi, il funzionario di Palazzo Chigi indagato per riciclaggio perché nascondeva in casa oltre 230 mila euro in contanti, bustarelle e fascicoli giudiziari. In particolare, alcune decisioni che riguardano Silvio Berlusconi.

 

STEFANO RICUCCI E GIAMPI TARANTINI CHIAMATO IL TARANTOLA DA RICUCCI STEFANO RICUCCI E GIAMPI TARANTINI CHIAMATO IL TARANTOLA DA RICUCCI

Gli accertamenti disposti dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Stefano Fava - titolari dell' inchiesta sul gruppo di faccendieri guidati da Raffaele Pizza che avrebbe truccato appalti e orientato nomine e assunzioni in enti pubblici - si concentrano sulle sentenze emesse negli ultimi due anni.

 

E si intrecciano con quelli che hanno portato in carcere Stefano Ricucci. Anello di congiunzione sembra essere il giudice Nicola Russo, indagato e perquisito dalla Guardia di Finanza proprio perché sospettato di aver ottenuto soldi e favori, compreso il pagamento di notti in albergo con una donna, per «pilotare» l' esito dei provvedimenti. Ma i controlli riguardano adesso tutti i giudici componenti dei collegi.

 

Le «bustarelle» nelle scatole di spumante

Il 4 luglio scorso - quando vengono arrestati Pizza, il suo presunto complice Alberto Orsini e numerosi imprenditori, mentre viene indagato il parlamentare di Ncd Antonio Marotta - gli investigatori del Nucleo Valutario coordinati dal generale Giuseppe Bottillo perquisiscono l' appartamento di Mazzocchi. Si tratta del capo della segreteria dell' allora ministro per l' Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, funzionario del governo per la ricostruzione in Abruzzo. Le intercettazioni telefoniche e ambientali dimostrano che l' uomo è molto legato a Marotta, dunque si cercano eventuali elementi utili all' indagine. E la sorpresa non manca.

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Come viene specificato nel decreto di sequestro «all' interno di una confezione di vino "Ferrari", di una confezione di vino "Cavelleri", di una scatola recante il logo "Frittyna", tutte chiuse con nastro adesivo, sono occultati 247.350 euro». Una parte del denaro è già chiuso in alcune buste e tanto basta per avvalorare il sospetto che si tratti di tangenti. Anche perché nell' appartamento c' è molto altro: lettere di raccomandazioni e un pacco di sentenze emesse dal Tar e dal Consiglio di Stato.

 

I «contenziosi amministrativi» del Cavaliere

I pubblici ministeri chiedono la convalida del sequestro. Il giudice Pina Guglielmi accoglie l' istanza e nel provvedimento elenca i documenti trovati da Mazzocchi. Ma evidenzia anche il sospetto della Procura sui processi «aggiustati», sottolineando proprio il ruolo del funzionario all' interno delle istituzioni. E tanto basta per dare corpo al sospetto sull' esistenza di una «rete» in grado di orientare le scelte di alcuni giudici amministrativi e delle commissioni tributarie.

 

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Scrive la gip: «Circa la somma sequestrata al Mazzocchi, deve osservarsi che depongono nel senso della illecita provenienza l' importo rilevante, le modalità di occultamento, i contenuti della documentazione sequestrata (curriculum vitae di alcune persone, domanda di partecipazione del concorso di tale De Stefano Damiano, ordinanze e sentenze del Tar e del Consiglio di Stato relative a contenziosi nei quali è parte Silvio Berlusconi).

 

Detti elementi, complessivamente valutati, inducono a ritenere che Mazzocchi, grazie al lavoro che svolge (dipendente della Presidenza del Consiglio) sia il referente di persone interessate a concorsi pubblici o a giudizi amministrativi e che abbia ricevuto quel denaro di tali opachi contatti.

 

A ciò si aggiunge che l' unica ragionevole spiegazione al fatto che Mazzocchi abbia scelto di occultare in casa una somma così rilevante, esponendosi in tal modo a tutti i gravi rischi conseguenti, può essere rappresentata solo dalla consapevolezza di non poterne dimostrare di averne acquisito la disponibilità in maniera lecita, a conferma, almeno in termini di fumus, che la somma proviene da un delitto che potrebbe essere il millantato credito o la corruzione».

 

Il giudice, le donne e i conti per le notti in hotel

Nelle conversazioni di Pizza e di Marotta si parla spesso del Consiglio di Stato. Entrambi mostrano dimestichezza con i giudici. In un colloquio del 9 gennaio 2015 con Davide Tedesco, stretto collaboratore del ministro dell' Interno Angelino Alfano, Pizza dichiara: «Tanto per essere chiari io ho bloccato il sistema elettorale, se non era per me non si votava... perché vedi i miei rapporti, la dimostrazione è questa, io sono riuscito con i miei rapporti... nonostante c' erano il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio, il ministero degli Interni... con i miei rapporti sono riuscito a bloccare il sistema... il Consiglio di Stato ha dato ragione a me...».

 

CONSIGLIO DI STATO PALAZZO SPADACONSIGLIO DI STATO PALAZZO SPADA

In questo «sistema» emerge il ruolo di Nicola Russo, il giudice accusato di aver favorito Ricucci. Molti indagati ne parlano e le verifiche svolte sul suo conto hanno fatto emergere i regali e i favori ottenuti. [...]

 

 

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