GRAN FESTA ALLA CORTE DELL’EMIRO: STASERA IN UNA VILLONA ROMANA UNA CENA DA 200 INVITATI (LUPI E MONTEZEMOLO, TRA GLI ALTRI) PER SUGGELLARE IL PATTO ALITALIA-ETIHAD - IL FALLIMENTO DEI ‘PATRIOTI’ BERLUSCONI-PASSERA-COLANINNO

james hogan james hogan

Gianni Dragoni per “Il Sole 24 Ore

 

Una cena con 200 invitati stasera a Villa Miani, sulla via Trionfale, suggellerà quella che appare come l'ormai prossima conquista di James Hogan. Il manager australiano dai modi spicci non poteva scegliere momento più propizio per la festa di lancio del nuovo volo diretto di Etihad Airways da Abu Dhabi a Roma.

 

La conferenza stampa di Hogan è fissata per domani. Oltre alla Cgil, che si è riservata di decidere sull'accordo sugli esuberi, è la resistenza dell'azionista Poste che potrebbe ancora rovinare la festa. Alla cena stasera ci sarà il milieu che ha sostenuto la cavalcata di Etihad, tra cui il facilitatore Luca Cordero di Montezemolo e il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. L'altro fronte sul quale i nervi sono ancora scoperti è quello delle banche, alle quali viene richiesto un sacrificio di 565 milioni di euro.

 

maurizio lupi pennarello argento maurizio lupi pennarello argento

Sono i crediti verso Alitalia-Cai ai quali dovrebbero rinunciare (un terzo del valore oggetto di rinuncia, due terzi da convertire in azioni della Cai). Intesa Sanpaolo, levatrice del Progetto Fenice e dell'operazione berlusconiana Cai nel 2008, quando era guidata da Corrado Passera, ha annunciato una disponibilità ad aderire, come Unicredit, l'altro grande creditore. Al termine del vertice di ieri a Milano le banche si sono dette pronte all'intesa, ma il vero nodo che è spuntato è quello della mancata disponibilità di Poste a partecipare all'operazione. E questo potrebbe far saltare l'accordo all'ultimo momento.

 

montezemolo ad abu dhabimontezemolo ad abu dhabi

Restano poi le diffidenze di due istituti più piccoli, Mps di Alessandro Profumo (un tempo il banchiere antagonista di Passera) e la combattiva Popolare di Sondrio, ciascuna creditrice di 90 milioni verso un'Alitalia al capolinea. Ma non basta. Il piano finanziario di Etihad prevede che le banche prestino altri 300 milioni alla nuova Alitalia, le cui attività di volo saranno scorporate da Cai. E' nella nuova compagnia che entrerà con il 49% Etihad, versando 560 milioni complessivi.

 

Solo se ci saranno l'accordo sindacale e il via libera di Poste Etihad e Alitalia potranno comunicare che le condizioni sono state soddisfatte e passare alla fase finale dell'accordo.

Sarebbe un altro passo avanti, non l'ultimo. Anche il cda di Alitalia-Cai e gli azionisti (e qui sorge il problema Poste) devono approvare l'operazione, che porterà allo svuotamento della Cai da compagnia aerea a holding che avrà il 51% di una nuova Alitalia.

alitalia etihad alitalia etihad

 

Alcuni soci non sembrano d'accordo, ma la larga maggioranza è favorevole, in particolare Atlantia dei Benetton, che ha un timore: perdere un cliente della controllata AdR che vale il 45% del traffico a Fiumicino se Alitalia andasse a gambe all'aria. Questo spiega anche l'attivismo a favore di Etihad di Fabrizio Palenzona, presidente di AdR e vicepresidente di Unicredit.

 

CORRADO PASSERA E SILVIO BERLUSCONI FOTO INFOPHOTOCORRADO PASSERA E SILVIO BERLUSCONI FOTO INFOPHOTO

Sullo sfondo, c'è il fallimento della Cai voluta nel 2008 nel nome dell'"italianità" contro la vendita dell'Alitalia pubblica a Air France-Klm. La Cai dei "patrioti" o Capitani coraggiosi ha perso più di un miliardo e mezzo di euro. A meno di imprevisti, la compagnia verrà ceduta agli Emirati Arabi Uniti.

 

L'ultimo ostacolo per Hogan sarà lo scrutinio della Commissione europea, che deve valutare se il ruolo della ricca e potente Etihad rispetti le norme Ue che impongono che il controllo di una compagnia Ue sia di soggetti comunitari. Controllo non solo di diritto, anche di fatto. Il verdetto è atteso entro ottobre. Il primo utile della nuova Alitalia dovrebbe arrivare nel 2017.

COLANINNO a e f a d a faf ef COLANINNO a e f a d a faf ef

Ultimi Dagoreport

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…