TELE-COMMEDIA ALL’EPILOGO – DOMANI L’ASSEMBLEA CONVOCATA DA FOSSATI PER DECIDERE LA REVOCA DEL CDA – SE BLACKROCK SI ASTIENE, TELCO, CHE HA GIA’ SCELTO 6 INDIPENDENTI DA CANDIDARE, POTREBBE RESTARE ISOLATA…

Carlotta Scozzari per Dagospia

Domani è il giorno della battaglia in Telecom Italia: il socio al 5% Marco Fossati, in polemica con l'attuale gestione che fa perno sulla controllante Telco e quindi sugli spagnoli di Telefonica, ha chiesto la revoca dell'attuale consiglio di amministrazione. E il terreno su cui si consumerà lo scontro è l'assemblea dei soci che si terrà a Rozzano, alle porte di Milano.

Secondo le ultime indiscrezioni, all'assise dovrebbe essere rappresentato oltre il 60% del capitale ordinario (ma entro sera potrebbero trapelare numeri più precisi); una cifra record rispetto alle assemblee passate. Si tratterà di capire se i fondi riusciranno a fare quadrato intorno alla Findim di Fossati superando il 22,4% di Telco.

A riguardo sarà determinante la posizione degli americani di Blackrock, che tanta confusione hanno fatto negli ultimi giorni sulla propria posizione in Telecom e che non è chiaro come orienteranno il proprio voto.

Stando a una delle loro (numerose e non sempre coerenti) comunicazioni degli ultimi giorni, al 15 dicembre risultavano titolari di una partecipazione del 7,789% di Telecom con diritto di voto (considerando anche il convertendo sarebbero appena sopra il 10 per cento). Contestualmente, Blackrock aveva annunciato di avere registrato quasi il 6% della società telefonica in vista dell'assise di domani. Peccato soltanto che Telecom, subito dopo, abbia invece fatto sapere che il colosso statunitense del risparmio gestito ha registrato il 4,8 per cento. Una cifra, quest'ultima, che sembra in ogni caso destinata a salire.

Secondo indiscrezioni, Blackrock, per tentare di fugare qualsiasi sospetto di conflitto di interessi (non solo il fondo è socio diretto di Telefonica ma ha ricevuto un trattamento preferenziale nel collocamento del convertendo da 1,3 miliardi), potrebbe decidere di astenersi. Il che significherebbe che Telco, nell'ipotesi estrema in cui i fondi dovessero fare quadrato intorno a Fossati, peraltro sostenuto dai piccoli azionisti dell'Asati, rischierebbe di trovarsi isolata.

In questo modo il consiglio di amministrazione andrebbe subito rinnovato. E nel caso in cui questo dovesse succedere, proprio oggi Telco (che comunque ha confermato all'unanimità che voterà contro la revoca del board) ha deliberato che voterà a favore di un nuovo consiglio di amministrazione composto da 15 membri (proprio come ora e che si esprimerà a favore della propria lista, presentata il 25 novembre e ridottasi a due membri essendo stata comunicata l'indisponibilità di Julio Linares (gli spagnoli devono avere pensato che per fugare i sospetti di conflitto di interesse bastasse semplicemente uscire dal cda).

Nell'ipotesi in cui tutti i candidati presenti nelle due liste finora presentate vengano eletti, Telco proporrà e voterà per sei ulteriori candidati, inquadrati come "indipendenti": Gabriele Burgio, Paolo Fumagalli, Mario Notari, Francesco Profumo, Angelo Tantazzi e Giorgio Valerio.

E' evidente che tutto dipende dall'esito dell'assemblea di domani. Un appuntamento che mette un certo nervosismo addosso ai vertici di Telecom Italia, primo tra tutti all'amministratore delegato Marco Patuano, che proprio in questi giorni, nello scambiarsi gli auguri di buone feste con le persone a lui più vicine, confida che il suo più grande auspicio per il 2014 è che si calmino le acque intorno alla società. E chissà se questa idea di vagheggiata tranquillità va a nozze con il rafforzamento di Telefonica nel capitale e la fine dei conflitti in Brasile (dove Telecom è concorrente diretta del socio spagnolo).

 

TELECOM c c fa a ca dd TELECOM ITALIA jpegMARCO FOSSATI FOTO ANSA LOGO blackrockDAVID THORNE FRANCESCO PROFUMO CON LA MOGLIE FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USA MARCO PATUANO

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."