1- SLURP! UNA PRIMA DELLA SCALA INFRADICIATA DI SALIVA PER IL “T’ADORIAM MONTI DIVINO!” 2- MA LE CRONACHE SLURPANTI (LA STAMPA: “MENO BOTOX E PIÙ LODEN, UN TRIONFO MINIMALISTA”. REPUBBLICA: “DEBUTTA LA SOBRIETÀ BIPARTISAN”. CORRIERE: “LUSSO, MA SENZA DARE NELL’OCCHIO”) COZZANO CONTRO VIP E VIPPESSE ADDOBBATI COME ALBERI DI NATALE 3- PRENDETE, CON LE DOVUTE CAUTELE, LA MONDANISSIMA GIOVANNA SALZA IN PASSERA, INCENERENTOLATA IN BLU-CELESTE MA CON SPALLE SCOPERTE E MAMMELLE SCOLLATE CHE INALBERA QUELL’ESPRESSIONE DETTA NELLA ROMANELLA MONDANA “CE L’HO FATTA, TIÈ!” 2- ULTIMA AD ARRIVARE (PER MEJO PRENDERSI I FLASH), “LA STAMPA” DESCRIVE LADY PASSERA SOBRIAMENTE “INCINTISSIMA” E “PREOCCUPATA PER LA CALCA” (E STARE A CASA?): FORTUNA CHE “IL MARITO L’HA GUIDATA FUORI DAL GUADO, COME SPERIAMO FARÀ CON LE FINANZE NAZIONALI”. SÌ, CERTO, LO SPERIAMO TUTTI. CHI CI CONDUCE? IL DUCE! AH, NO... CHI CI INSEGNA A FARE I CONTI? MONTI! CHI CI FA PASSARE IL GUADO? CORRADO!

Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

1 - DON GIOVANNI NON TROMBA PIÙ
Marco Travaglio per "Il Fatto Quotidiano"

Han messo la cintura di castità persino a Don Giovanni. Il libertino mangione e beone autobiografico di Mozart ha dovuto adeguarsi al clima di sobrietà imposto dal governo tecnico, trasferirsi al Centro Chenot di Merano e iniziare un periodo di penitenza e astinenza totale dalla carne, dal cibo e dall'alcol.

Questa almeno l'impressione che si ricava dalle slurpanti cronache sulla Prima della Scala, dove troneggiavano nel palco reale i sobri presidenti Napolitano e Montimer, raggiunti più tardi da uno strano Commendatore di cui si dirà. Titolo de La Stampa: "Il Don Giovanni si fa sobrio", "Meno botox e più loden, un trionfo minimalista". Repubblica: "Alla Scala debutta la sobrietà bipartisan".

Il Mattino: "Un Don Giovanni sobrio, ovazione per Napolitano". E giù ridicole giustificazioni di vip e vippesse addobbati come alberi di Natale che tentano di sminuire i milioni che portano addosso per passare inosservati. Formigoni: "Il mio smoking è vecchio di 10 anni". Pisapia: "Il mio è no logo". Diana Bracco: "La pelliccia l'ho tirata fuori dall'armadio, i gioielli sono di mia mamma". Gae Aulenti: "La mia cappa avrà 30 anni".

La Shammah: "Il mio cappotto è sempre lo stesso perché è l'unico". La ministra Cancellieri: "La sobrietà mi pare un elemento importante". Tranne che per la mondanissima Giovanna Salza in Passera, in blu-celeste con spalle scoperte. La Stampa la descrive sobriamente "incintissima" e "preoccupata per la calca" (e stare a casa?): fortuna che "il marito l'ha guidata fuori dal guado, come speriamo farà con le finanze nazionali".

Sobrissimo il saluto del maestro Barenboim a Montimer: "Tutto il mondo sta pregando per lei". Soprattutto il Vaticano che ha sfangato l'Ici anche stavolta. "Lusso, ma senza dare nell'occhio", chiosa il Corriere, "anche per i signori: doveva essere l'anno del loden, tutti in verde e blu alla tirolese. Niente da fare: gli uomini preferiscono il cappotto nero. Come Giorgio Napolitano". Sir George vende moda.

C'è - lecca La Stampa - "voglia di serietà e professionalità... dunque quello di ieri sera è stato davvero il Don Giovanni del governo tecnico... La morale della serata è che nei momenti di crisi... ci si aggrappa alle Istituzioni, che almeno sono lì da tempo e risultano, se non risolutive, rassicuranti. Come la Scala... Confermano questa voglia di autorevolezza gli applausi, per nulla rituali, a Napolitano: all'ingresso in teatro, all'ingresso in sala", dappertutto.

"Mai - turibola Repubblica - s'era visto alla Scala un trionfo istituzionale così bipartisan, un evento davvero inusitato, un messaggio politico di coraggio e concordia, in tempi cupamente difficili". "Mondanità sì, ma con sobrietà", incensa il Mattino: "Quasi tutti gli ospiti, tra cui il presidente della Repubblica, si sono adeguati al clima di austerity da piena recessione e aderito all'appello alla sobrietà lanciato dal sindaco Pisapia".

Gli unici che non hanno colto il segnale sono gli sparuti contestatori in piazza, che han lanciato un poco sobrio uovo all'auto di scorta di Montimer, scavalcati però a sinistra dall'ultimo dei Tupamaros: lo scalmanato zio Tibia Sallusti, che in passato faceva da scudo col suo corpicino, steso a pelle di leopardo per intercettare i lanci di oggetti e ortaggi contro il padron Silvio, ora indossa l'eskimo, impugna la chiave inglese e trasforma il suo Giornale in house organ di Servire il Popolo: "La crisi? Smoking e gioielli. Sacrifici, ma non per tutti. Tra una tassa e un aumento, Napolitano e Monti si ritrovano nel lusso della Scala". Bei tempi quando alla Prima andava quel senzatetto di B.

A proposito: sarà proprio vero che non ci fosse, l'altra sera, alla Scala? Le cronache riferiscono di un basso sudcoreano che, sul finire, ha lasciato il cimitero per apparire sul palco reale alle spalle dei due presidenti e intonare un cavernoso "Di rider finirai pria dell'aurora!". Basso, occhi a mandorla... Siamo proprio sicuri che quel Commendatore non fosse in realtà un Cavaliere all'ennesimo lifting?

2- SCALA CRONACHE DA ISTITUTO LUCE
Fosca Bincher per "Libero"

La velina del Miniculpop, mese primo dell'era Mario Monti, ha fornito la parola chiave: «sobrio». E nessuno ha disobbedito. Ieri mattina qualsiasi giornale italiano ha raccontato la prima alla Scala inserendo almeno un «sobrio» nel titolo. L'hanno fatto pure Libero e Il Fatto quotidiano, sia pure canzonando il termine. Ma la velina anche lì è stata rispettata. Siamo alle prime prove di regime, e quindi qualcosina della macchina organizzativa va ancora messo a punto.

Per qualcuno il più «sobrio» era Giorgio Napolitano, per altri Mario Monti, altri ancora hanno definito «sobrio» il Don Giovanni, l'opera stessa di Mozart messa in scena per l'occasione. Natalia Aspesi su Repubblica ha rispettato le consegne cercando - magnanima - di comprendere tutto e tutti: «Se alla Scala debutta la sobrietà bipartisan», titolava in prima pagina. Chissà cosa avranno capito i poveri lettori.

Avranno immaginato che il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, avesse emanato un'ordinanza per vietare la vendita di alcolici. Quindi nessuno è riuscito ad arrivare alla Scala ebbro di fiumi di champagne, prosecchino o barbera. E chissà se con tanta profusione di sobrietà attribuita perfino al libretto dell'opera, che non ci sia chi ne abbia immaginato l'ardita riscrittura: il Don Giovanni sciupa femmine trasformato in alcolista anonimo ormai uscito dalla schiavitù della bottiglia. Sobri tutti, ebbri certo gli scrittori delle cronache della serata. Che hanno raggiunto vette di inconsapevole comicità scimmiottando i più classici cinegiornali Luce del ventennio.

All'epoca Benito Mussolini raccoglieva a torso nudo il grano. Oggi i suoi successori sventolano sobrietà accaparrandosi palchi e posti in platea che in media costano 1.200 euro a posto (l'altro anno l'incasso fu di 2,4 milioni di euro e i posti a disposizione sono 2.030). Siccome una prima alla Scala è raramente diversa da se stessa, anche quest'anno sono apparse come sempre grandi dame della politica, dell'economia e dei salotti impellicciate e ingioiellate come la Madonna di Pompei.

Ma nel mese uno dell'era della sobrietà sui cinegiornali dell'Istituto Luce anche questo particolare ha trovato la sua giusta misura. Scriveva ieri Il Mattino in prima pagina che «pellicce e gioielli non possono mancare a una prima della Scala», ma che
quest'anno «i visoni erano già nell'armadio e le parure luccicanti sono di famiglia».

Si vede che negli anni precedenti i vari Passera, Monti, e Grilli si preparavano alla prima della Scala all'inizio dell'autunno partecipando a faticosissime battute di caccia al visone sugli Urali. Ora nell'anno uno dell'era sobria, hanno costretto le gentili consorti a liberare dalla naftalina la pelliccia dell'anno precedente, ed è monito severo a tutti i pensionati italiani: così si risparmia. Poche storie sul congelamento degli assegni: la sera a tavola tirate fuori la zuppa di ceci dell'anno prima.

Quanto ai gioielli - da quest'anno rigorosamente «di famiglia», non sapremmo che immaginare sul passato: venivano acquistati all'asta da Christie's prima di Sant'Ambrogio? Erano provento di rapine a mano armata? La cronaca milanese di Repubblica ieri oltre a ripetere questo slogan trasversale «Gioielli di famiglia»". annunciava che «L'austerity della finanza vince su lustrini e pailettes. In platea abiti sobri, banditi (o quasi) gli eccessi».

Siccome scappava da ridere anche a chi faceva i titoli, qualcuno deve avere aggiunto «o quasi» dando un'occhiata alle foto sotto il titolo. Spiccava l'abito «nude look» indossato da Maria Vedovelli, ingegnere di Pavia: pellicciotto di terz'ordine sulle spalle, microgonna e velo nero trasparente sulle gambe nude. Si specifica che l'abito è stato «autoprodotto», e va bene. Ma altro che sobrio!

Quel che non mostravano le foto (il contrario dei titoli), descriveva il testo: «Tra le tante pellicce di visone, persiano e cincillà indossate fra l'altro da Rosanna Sangalli, Laura Borrelli, Mercedes Sacroni e Claudia Buccellati, spiccava anche la giacca di lince portata da Maria Brivio Sforza sopra un abito di Luisa Beccaria».

Da non perdere l'industriale Diana Bracco «che esibiva un abito in pizzo e micro ruches, impreziosito con i gioielli della mamma e una stola ad anello di cincillà». Gabriella Dompè sulle spalle aveva «una stola che sembrava di velluto, ma in realtà era visone rasato». Sabina Negri aveva «un abito-chador», Daniela Javarone «un abito ispirato a Barbie». Trovarne di prime della Scala sobrie così! I titoli di coda del primo cinegiornale Luce si trovavano su La Stampa.

Sobria didascalia accanto alla foto di Corrado Passera e della moglie, Giovanna Salza: «La signora è incintissima, il marito l'ha guidata fuori dal guado, come speriamo farà con le Finanze nazionali». Sì, certo, lo speriamo tutti. Chi ci conduce? Il Duce! Ah, no... Chi ci insegna a fare i conti? Monti! Chi ci fa passare il guado? Corrado!

 

VINCENZO GRILLI E COMPAGNA e UMBERTO ECO e PISAPIA E COMPAGNAe NAPOLITANO PISAPIAe LORENZA LEI e GIORGIO E CLIO NAPOLITANOe EUGENIO SCALFARI CON MOGLIE E FIGLIAe DSC e DSC e DSC e DSC e DSC e DSC e

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)