donald trump kamala harris joe biden barack obama casa bianca

DAGOREPORT - COME MAI BARACK OBAMA NON SI È ANCORA SCHIERATO AL FIANCO DI KAMALA HARRIS? L’EX PRESIDENTE VUOLE ESSERE IL PAPA CHE DÀ LA BENEDIZIONE FINALE AL TICKET PRESIDENZIALE DEM, E NON SOLO ALLA CANDIDATA. IL GUAIO È TROVARE UN "RUNNING MATE" ADATTO: SERVE UN UOMO BIANCO CHE FACCIA DA CONTRALTARE ALLA DONNA, NERA E IDENTITARIA KAMALA. IN POLE JOSH SHAPIRO, MA IL SUO ESSERE EBREO PORTEBBE INIMICARGLI IL FAVORE DELL'ELETTORATO ARABO E DEI RADICAL FILO-PALESTINESI (OCASIO-CORTEZ E COMPAGNIA) – COME SI È ARRIVATI AL RITIRO DI BIDEN: LO STAFF DI “SLEEPY JOE” GLI HA SOTTOPOSTO DEI SONDAGGI HORROR (ERA A 7 PUNTI DA TRUMP) E IL PRESIDENTE HA CAPITO CHE NON C’ERA PIÙ NIENTE DA FARE…

DAGOREPORT

KAGALA HARRIS - MEME BY EMILIANO CARLI

Come mai Barack Obama non si è ancora schierato, concedendo il suo pesante endorsement a Kamala Harris?

 

L’ex presidente vuole essere il Papa democratico, che dà la sua definitiva benedizione al ticket, e non solo al candidato presidente. Il marito di Michelle ha capito che per vincere servirà un running mate di spessore, che affianchi Kamala e “copra” le sue debolezze elettorali.

 

I vertici del Partito democratico, con Obama in testa, stanno cercando di capire chi sia il più adatto ad affiancare la Harris: il nome in pole è quello di Josh Shapiro. Non solo perché ha una buona esperienza, è molto bravo nei dibattiti, ha una visione politica di ampio respiro, ma soprattutto è governatore della Pennsylvania che, insieme al Wisconsin e il Michigan, considerati stati in bilico.

 

josh shapiro kamala harris

Il “limite” è quello di essere ebreo, che potrebbe inimicare l’elettorato arabo e la frangia filo-palestinese del partito, guidata dalle stelline radical Ocasio Cortez e Ilhan Omar.

 

Senza contare che Kamala, nel suo passato da avvocatessa, ha difeso gli interessi di importanti personalità ebraiche, e i vertici dem valutano la necessità di "compensare" le specificità della vicepresidente (donna, nera, filo-ebraica) con un uomo bianco che, come JD Vance sul fronte repubblicano, riesca a parlare all’elettorato della deep America.

 

il primo discorso di kamala harris dopo il passo indietro di joe biden 5

Joe Biden sta preparando il suo discorso alla Nazione nel quale cercherà di non offrire il fianco a chi lo accusa di essere un vecchio rimbambito e con cui cederà il testimone a una nuova generazione di politici: sosterrà la necessità di avere un presidente più giovane e con più energia.

 

Spingerà in avanti Kamala rivendicando i tre anni e mezzo condivisi alla Casa Bianca e quindi evocherà una continuità della sua presidenza con quella potenziale della sua vice.

 

LE COPERTINE DI TIME PRIMA E DOPO L ANNUNCIO DEL RITIRO DI JOE BIDEN

Biden ha maturato la decisione di fare un passo indietro dopo aver commissionato un sondaggio sul suo scontro con Trump. Il suo stretto collaboratore, Mike Donilon, gli ha offerto un risultato tragico: le rilevazioni certificavano un distacco di 7 punti dal tycoon.

 

A quel punto il presidente si è convinto a mollare la presa, non prima di essersi consultato con la moglie Jill, il figlio Hunter, la sorella Valerie, il suo avvocato e lo stratega della sua campagna elettorale, Steve Ricchetti.

 

DONALD TRUMP INSULTA BIDEN E KAMALA HARRIS

La decisione di Biden ha già ringalluzzito l’elettorato democratico: i primissimi sondaggi dopo il suo forfait danno un distacco tra Kamala e Trump di 1-2 punti.

 

Alle rilevazioni più benevole s’accompagna il confortante ritorno dei dollari dei munifici donatori dem, famiglia Disney in testa: hanno riaperto i rubinetti, temporaneamente chiusi per convincere Biden a togliersi dalle palle.

 

JOE BIDEN KAMALA HARRIS

L’uscita di scena dell’81enne presidente costringe ora Donald Trump a ripensare completamente la sua campagna elettorale: il tycoon aveva gioco facile a infierire sul rincoglionimento e il deperimento fisico di "Sleepy Joe", avrà più difficoltà ora che si ritrova ad essere il candidato più anziano della storia delle presidenziali statunitensi.

 

I primi affondi contro Kamala sono stati piuttosto spompi: le ha dato della "pazza", le ha affibbiato qualche nomignolo, ma nulla che sia riuscito a intaccare realmente la vicepresidente.

 

DONALD TRUMP JD VANCE

Il duello tv previsto a fine settembre tra i due candidati potrebbe essere anticipato: Kamala Harris non vede l’ora di affrontare vis à vis  Trump, convinta di riuscire a sbatterlo al muro, puntando sui guai giudiziari del tycoon, con un passato da bancarottiere e mignottaro, a cui può contrapporre i suoi trascorsi da procuratrice inflessibile. E rompicojoni.

 

MEDIA, TRUMP 2 PUNTI AVANTI A HARRIS SECONDO UN NUOVO SONDAGGIO

(ANSA) - Donald Trump sarebbe in vantaggio di due punti su Kamala Harris nelle prime rilevazioni dei sondaggi che arrivano al 21 luglio, il giorno in cui Joe Biden ha annunciato il ritiro dalla corsa per il secondo mandato alla Casa Bianca. Secondo quanto riportano i media americani, la rilevazione effettuata dalla Quinnipiac University da venerdì 19 luglio a domenica 21 fotografa il 49% degli elettori a favore del tycoon mentre il 47 per cento è per Harris, registrando un dato che è vicino al testa a testa, considerando che il vantaggio è entro il margine di errore.

 

SONDAGGI SULLA SFIDA TRUMP HARRIS - MEDIA

Uno scarto di due punti che resta in linea con la media nazionale dei sondaggi effettuati a partire dalla fine di giugno, prima del tentato assassinio di Trump e del ritiro della candidatura di Biden: 48,2% a favore dell'ex presidente contro il 46,2% a favore dell'attale vicepresidente americana.

 

HARRIS HA RACCOLTO OLTRE 100 MILIONI DI DOLLARI DA DOMENICA

(ANSA) - Da domenica, quando Joe Biden ha di fatto passato il testimone alla sua vice per la corsa alla Casa Bianca, Kamala Harris ha raccolto oltre 100 milioni di dollari. Lo riferisce la Cnn citando responsabili della campagna per l'elezione di Harris.

 

mike donilon

SONDAGGIO AP, '2.688 I DELEGATI A FAVORE DI HARRIS'

(ANSA) - Un sondaggio dell'Associated Press rileva che Kamala Harris si è assicurata il sostegno di un numero più che sufficiente di delegati democratici per diventare la candidata del suo partito contro Donald Trump. Il sondaggio, che è un conteggio non ufficiale - scrive l'Ap sul suo sito - mostra 2.688 delegati a favore di Harris (1.976 il quorum necessario alla prima votazione per conquistare la nomination) e 54 indecisi.

 

I DUE CONSIGLIERI E I SONDAGGI: QUELLE ULTIME ORE PRIMA DEL RITIRO

Estratto dell’articolo Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

jill biden joe biden barack obama michelle obama kamala harris

L’incontro che ha posto fine alla corsa per la rielezione di Joe Biden è avvenuto sabato pomeriggio intorno alle 16, con i due stretti consiglieri Mike Donilon e Steve Ricchetti, alla sua casa al mare a Rehoboth, in Delaware. Entrambi sono stati al fianco di Biden quando decise di non correre per la Casa Bianca nel 2016 e di correre nel 2020.

 

Sabato gli hanno portato i sondaggi interni condotti dalla sua campagna elettorale, che mostravano non solo che anche l’unica strada per la vittoria che passava attraverso gli Stati del Nord-Est era scomparsa (i dati erano disastrosi in tutti e sei gli Stati in bilico), ma anche che stava perdendo terreno in Stati come Virginia e New Mexico dove i democratici avrebbero dovuto essere facilmente in testa.

i meme di kamala harris e l albero di cocco 1

 

Era la prima volta da due mesi che la campagna commissionava nuovi sondaggi negli Stati in bilico (Donilon era stato accusato di proteggere il presidente dalla verità). Biden era furioso, si sentiva tradito, ma da politico ha capito che era finita. Temeva che Nancy Pelosi avrebbe reso pubblici quei sondaggi. «Nancy aveva chiarito che questa cosa si poteva fare con le buone o con le cattive», secondo le indiscrezioni. Agli occhi della first lady Jill Biden era fondamentale che Joe uscisse di scena preservando la sua dignità. Jill e il figlio di Joe, Hunter, insieme alla sorella Valerie hanno iniziato a preoccuparsi della sua salute e dell’eredità politica.

 

[…]

joe biden con kamala harris festa del 4 luglio

2 - LA VISITA DEI CONSIGLIERI E LA SVOLTA DAL CONFINO LE ULTIME MOSSE DI BIDEN PRIMA DELL’ANNUNCIO

Estratto dell'articolo di Massimo Basile per “la Repubblica”

 

[…] Sabato mattina, Biden aveva confessato di essere pronto a «riprendere in pieno» la campagna, dopo essersi fermato per il Covid. Poi è arrivata la visita del leader dei Dem al Senato, Chuck Schumer, che gli ha portato brutte notizie sulla sfiducia del partito. Nel pomeriggio c’è stata la svolta.

 

Lo storico braccio destro Steve Ricchetti e il consigliere anziano Mike Donilon sono andati a trovare il presidente nella sua casa delle vacanze a Rehoboth Beach, nel Delaware, dove Biden era confinato. I due si sono seduti a distanza, per via del contagio, e gli hanno presentato i sondaggi.

 

steve ricchetti

Secondo la ricostruzione di Politico e Cnn, Ricchetti e Donilon hanno spiegato che la strada verso la vittoria non c’era. Il presidente risultava indietro in Arizona, Nevada, Pennsylvania, Wisconsin, Michigan, in New Mexico e persino in Virginia, dove i Repubblicani non vincono dal 2004, quando in corsa c’era George W. Bush. In più c’era la ribellione di decine di democratici del Congresso, e il malumore della base, e il congelamento di milioni di dollari in donazioni. Troppo, per non dichiarare chiusa la partita.

 

Tre giorni prima il capo dello staff alla Casa Bianca, Jeff Zients, e la consigliera Anita Dunn, avevano confessato privatamente al presidente che il sentiero verso la vittoria si era fatto molto stretto. Sabato sera Biden ha riunito la famiglia, presente la first lady Jill Biden, e ha comunicato la sua decisione.

 

josh shapiro kamala harris

Domenica mattina lo ha detto alla figlia Ashley. Alle 13,45 il presidente ha radunato la vicecapo dello staff, Annie Tomasini, l’assistente della first lady Anthony Bernal, più altri collaboratori e ha annunciato il suo ritiro.

barack obama e kamala harris

 

Con al fianco Ricchetti, Biden ha letto la lettera che avrebbe poi pubblicato su X, e ringraziato tutti per il lavoro svolto. Pochi minuti dopo, il documento è stato postato. Mai nessun presidente aveva annunciato sui social il ritiro dalla corsa. […]

mike donilon

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO