terremoto myanmar birmania

IL MYANMAR È UN CUMULO DI MACERIE – ALCUNI RICERCATORI AVEVANO PREVISTO NEL 2011 IL DEVASTANTE TERREMOTO CHE HA COLPITO LA BIRMANIA: “LA CAPITALE DEL PAESE È STATA COSTRUITA NEI PRESSI DELLA FAGLIA DI SAGAING, LA SUA POPOLAZIONE È ESPOSTA A UN SIGNIFICATIVO RISCHIO SISMICO” – SI SCAVA A MANI NUDE PER CERCARE I DISPERSI SOTTO LE MACERIE, IL BILANCIO PROVVISORIO DELLE VITTIME È DI 1.644 E LE STRUTTURE SANITARIE SONO AL COLLASSO: SI RISCHIA ANCHE L’EMERGENZA SANITARIA…

1 - MYANMAR IN GINOCCHIO «SI SCAVA A MANI NUDE, I MORTI SONO MIGLIAIA»

terremoto in myanmar foto lapresse 1

Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”

 

[…] Si cercano segnali di vita sotto montagne di macerie. […] Qualcosa per continuare a sperare. Con la gente che scava a mani nude e con l’assistenza medica nazionale che non è nemmeno lontanamente in grado di far fronte all’emergenza.

 

[…] Due giorni dopo il terremoto devastante, 7,7 della scala Richter, in Myanmar nessuno osa immaginare una cifra finale: quanti saranno i morti di questa catastrofe? […] Le vittime che adesso hanno un nome e un cognome certo sono 1.644 ,con 3.408 feriti e 139 dispersi. Ma lo sanno tutti che siamo lontani dalle dimensioni reali del disastro. «Molte persone sono ancora intrappolate sotto gli edifici crollati e in queste ultime ore diverse scosse di assestamento non hanno certo migliorato la situazione», ci dice Ye Ye che è il project manager della Fondazione Avsi in Myanmar.

 

terremoto in myanmar foto lapresse 2

[…] Stefano Piziali, direttore Generale della Fondazione Cesvi (che conta un ferito fra i suoi operatori locali), dice che «la situazione è gravissima, le comunicazioni sono interrotte, gli edifici più danneggiati sono le infrastrutture e gli ospedali e anche i collegamenti elettrici e telefonici sono compromessi. La nostra priorità adesso è verificare se ci sono scuole colpite e bambini in condizioni critiche».

 

crollo di un grattacielo a bangkok per il terremoto in myanmar 4

In questo quadro, con lo stato di emergenza dichiarato e con i soccorsi che arrancano, i generali che guidano il Paese dopo il golpe del 2021 hanno comunque bombardato diverse aree nelle quali sono operativi i ribelli che si battono per la fine del regime. La Bbc riporta il resoconto della People’s Defence Force, la milizia contro la giunta militare: è stato bombardato due volte il villaggio di Nwe Khway, nella regione di Sagaing, che è l’epicentro del sisma e altri attacchi (raid aerei) sarebbero stati condotti a Ley Wah, nello Stato di Kayin, vicino al quartiere generale dell’«Unione Nazionale Karen», che si batte per l’indipendenza.

 

E intanto non è crollato soltanto lo storico Ava Bridge sul fiume Irrawaddy, a Mandalay. Le informazioni che arrivano dai distretti più colpiti raccontano di altri sei ponti importanti venuti giù come fossero di carta. Che poi è la stessa sorte toccata alla torre di controllo del principale aeroporto di Naypyidaw, la capitale. […] Anche l’aeroporto di Mandalay non è più operativo per danni ingenti alle attrezzature aeronautiche.

terremoto in myanmar foto lapresse 19

 

Salvare chi è rimasto intrappolato sotto le macerie resta la priorità ma «si rischia anche l’emergenza sanitaria, con ospedali poco attrezzati e strumentazione inadeguata», è il timore di Angelo Conti, dell’Ong Medacross. Che aggiunge: «Tentare di raggiungere la zona dell’epicentro (Sagaing) è difficile per via della guerriglia. La Thailandia sarebbe una delle porte principali per arrivarci ma in quel caso bisogna attraversare un’era estremamente pericolosa». Le organizzazioni umanitarie di tutto il mondo sono pronte ad aiutare sul campo, militari permettendo.

 

terremoto in myanmar foto lapresse 20

Le immagini che arrivano dalle città più colpite dal sisma sono «sconvolgenti», per dirla con il presidente Sergio Mattarella, che in un messaggio di cordoglio «per i Paesi del Sud-est asiatico devastati dal terremoto» parla di «sentimenti di profondo cordoglio per le vittime e per quanti in queste ore lottano per la vita».[…]

Tutto questo mentre l’Unicef lancia l’allarme per i più piccoli: 6 milioni e 700 mila bambini vivono in un Paese già provato da fame e guerra civile, 32% di loro sotto la soglia di povertà, e il sisma non può che peggiorale le cose. E poi c’è Amy Sawitta Lefevre, operatrice di Save the Children da Bangkok, che fa sapere: nel nord della Thailandia, al confine con il Myanmar, «il terremoto ha colpito gravemente più di 28mila bambini che vivono nei campi profughi». E, infine sono da aggiornare i dati sui morti thailandesi (la gran parte nel palazzo in costruzione crollato a Bangkok). Ieri sera i morti erano 10, 42 i feriti e 78 i dispersi .

 

2 - «QUELL’AREA SARÀ COLPITA» LA PREVISIONE DI DUE STUDIOSI NEL 2011

Estratto dell’articolo di Paolo Virtuani per il “Corriere della Sera”

 

INTENSITA DEL TERREMOTO IN MYANMAR

Il 14 gennaio 2011 sulla rivista specializzata Geophysical Research Letters apparve un articolo anticipatore. Il giapponese Nobuo Hurukawa e il birmano Phyo Maung Maung, analizzando e mappando con il Gps i terremoti superiori a magnitudo 7 dal 1918 lungo la faglia Sagaing che attraversa il Myanmar da Nord a Sud, si accorsero di due «buche» sismiche, una in un settore lungo 260 chilometri nel Myanmar centrale. I due ricercatori concludevano: «Un futuro terremoto di magnitudo di circa 7,9 è atteso in questa zona. Poiché la nuova capitale del Paese è stata costruita proprio nei pressi della faglia, la sua popolazione è esposta a un significativo rischio sismico».

 

Ebbene: l’epicentro del terremoto del 28 marzo è avvenuto proprio nella lacuna sismica evidenziata nel 2011, la rottura della faglia è stata di 250 chilometri, la magnitudo di 7,7. Una previsione quasi perfetta. […] La faglia Sagaing è di tipo trascorrente destro e si muove a una velocità di 1,8 centimetri all’anno. È la sutura orientale dello scontro tra la placca Indiana con quella Euroasiatica e quella della Sonda più a Sud.

TERREMOTO IN MYANMAR - LA POTENZA DEI TERREMOTI - IL CONFRONTO

 

Il movimento della faglia Sagaing fa ipotizzare, secondo i due scienziati, intervalli brevi tra un sisma e il successivo. I due studiosi evidenziavano nell’area interessata dalle onde sismiche il pericolo della «liquefazione delle sabbie», cioè quando un sottosuolo sabbioso attraversato da onde sismiche si assesta, comportandosi come un liquido. Questa è stata la causa del crollo di edifici anche in Thailandia a Bangkok, a centinaia di chilometri dall’epicentro.

 

[…] Il secondo «buco» sismico si trova più a Sud nel Mare delle Andamane, che fa parte dell’Oceano Indiano. La conclusione di Hurukawa e Maung Maung? «In questa “lacuna” un terremoto di magnitudo 7 non si verifica dal 1957. Un nuovo sisma potrebbe generare uno tsunami distruttivo nella parte settentrionale del Golfo del Bengala».

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