ALESSIA PIFFERI È UNA PIFFERAIA? - LA DONNA, CHE HA LASCIATO MORIRE DI STENTI LA FIGLIA DI 18 MESI, VUOLE SPOSARE...UNA COMPAGNA DI CELLA - LA MOSSA HA PERMESSO ALLA DIFESA DI CHIEDERE UNA NUOVA PERIZIA PSICHIATRICA SULLA SUA CAPACITÀ DI INTENDERE E DI VOLERE CHE, PERÒ, NON HA PORTATO I RISULTATI SPERATI DAGLI AVVOCATI DELLA PIFFERI: ALLA DONNA È STATO RICONOSCIUTO SOLO UN “RITARDO INTELLETTIVO LIEVE”. E ROBERTA BRUZZONE, INTERVENUTA AL PROCESSO COME CONSULENTE DI PARTE CIVILE, È TOMBALE: “È UNA BUGIARDA COMPULSIVA…”
Estratto dell’articolo di Ugo Milano per www.open.online
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Alcuni mesi fa Alessia Pifferi, dal carcere dove è detenuta per la morte della figlioletta Diana (abbandonata a casa da sola per diversi giorni ad appena 18 mesi), aveva annunciato di voler sposare una compagna di cella. L’avvocato Alessia Pontenani aveva confermato la notizia, alludendo al fatto che la sua assistita le avrebbe anche chiesto di farle da testimone alle nozze. In quella stessa occasione, la legale aveva anche asserito di aver chiesto una nuova perizia psichiatrica per valutare le condizioni della Pifferi. […]
La nuova perizia aveva parlato di un «ritardo intellettivo lieve», ma aveva escluso una condizione patologica tale da compromettere la sua capacità di intendere e volere al momento dei fatti. Anche in considerazione di questo esito, secondo l’analisi di Roberta Bruzzone, Pifferi «è totalmente in grado di fare un bilanciamento tra i suoi bisogni e quelli degli altri».
«Non c’è neanche un conflitto», ha rilevato la criminologa. «La sua personalità è organizzata intorno a temi ben precisi e ruotano tutti intorno ai suoi bisogni». Per questo motivo, spiega, per Alessia Pifferi «gli altri non sono così importanti, compresa la bambina, ma non perché non si rende conto. Se lei si nutre emotivamente, il resto passa in secondo piano, compresa la bambina».
I consulenti della difesa, intervenuti in aula, hanno invece portato avanti la tesi già sostenuta del ritardo mentale […]
Bruzzone si sente di respingere del tutto questa tesi: «Non c’entra la capacità intellettiva della signora Pifferi, il suo è narcisismo: gli altri le servono solo per rispondere ai suoi bisogni, si sente gratificata solo dalle cure e dalle attenzioni altrui».
La criminologa ha poi ricostruito i giorni del fatto: «Mentre la figlia stava morendo ha raccontato bugie alla madre e al compagno, è uscita di casa con un trolley con 30 vestiti da sera dentro, ha lasciato in casa meno acqua e cibo del necessario per poi accusare il compagno. Appena torna in casa spalanca le finestre e lava la bimba già morta. Quando arriva la polizia, si preoccupa solo di sé stessa». «È una bugiarda compulsiva», ha concluso.
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alessia pifferi in tribunale
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