
ARMANI, UN ITALIANO VERO - NELLO STATUTO, CHE ENTRERÀ IN VIGORE CON L’APERTURA DELLA SUCCESSIONE, LO STILISTA HA VOLUTO CHE NON FOSSE MAI MESSO IN DISCUSSIONE IL “PRINCIPIO IDENTITARIO”: LA SEDE DOVRÀ ESSERE A MILANO E SARÀ TRASFERIBILE SOLO IN ITALIA. LA QUOTAZIONE SARÀ POSSIBILE DAL QUINTO ANNO E NEL CASO DI FUSIONI E MODIFICHE STATUTARIE SERVE IL 75% DEI VOTI IN ASSEMBLEA - A GARANTIRE LA CONTINUITÀ SARÀ UN NOCCIOLO DURO DI FEDELISSIMI COMPOSTO DA FAMIGLIA E MANAGER FIDATI: OLTRE AL COMPAGNO PANTALEO DELL’ORCO CI SONO...
1. FAMILIARI E MANAGER ORA VIA AL RISIKO DELLA SUCCESSIONE
Estratto dell’articolo di Sara Bennewitz; Serena Tibaldi per “la Repubblica”
In questi giorni, per la prima volta, l'attenzione si è concentrata sugli uomini dietro la Giorgio Armani Spa, finora rimasti volutamente nell'ombra dell'imprenditore scomparso giovedì scorso.
Con l'ultimo saluto al fondatore, presidente, amministratore delegato e responsabile dello stile del marchio che lo scorso anno ha registrato 2,3 miliardi di fatturato, già ieri tutti si chiedevano chi prenderà le redini dell'universo Armani.
Un processo che, per volere dello stesso stilista, sarà graduale, e che è iniziato qualche anno fa, quando il designer ha spinto alla ribalta la nipote Silvana Armani — responsabile delle linee donna — e il compagno Leo Dell'Orco, alla guida del menswear.
Roberta Armani era già conosciuta per il suo lavoro di anni come responsabile delle celebrità per il marchio.
È di famiglia anche Andrea Camerana, figlio della sorella di Giorgio, Rosanna, che si dice dovrebbe subentrare al posto dello zio nel triumvirato della Fondazione, ente creato da Armani nel 2016 e che verosimilmente dovrebbe ereditare una maggioranza relativa, se non assoluta, dell'azienda che oggi dà lavoro a 8.700 persone.
la camera ardente di giorgio armani 2
Nel consiglio della Fondazione, oltre al probabile ingresso di Camerana, ci sono già Dell'Orco e Irving Bellotti, vicino agli Armani nonché noto banchiere della Rothschild. Ed è proprio il lato finanziario che si sta rivelando in questi giorni come il più osservato.
Esterni alla famiglia, ma parte della cerchia più fidata dello stilista, sono diversi manager la cui presenza alle esequie di ieri fa capire quanto siano importanti per il gruppo, almeno in questa fase. Oltre a Bellotti, erano presenti Daniele Ballestrazzi, da oltre 18 anni in azienda con il ruolo di direttore finanziario.
Michele Tacchella, responsabile della linea sportiva Ea7 e dei negozi in aeroporto del gruppo, e anche Giuseppe Marsocci, chief commercial officer e responsabile delle licenze per occhiali e profumi, un'attività che lo scorso anno ha fruttato 235 milioni di ricavi da royalties: un decimo dell'attuale giro d'affari.
silvana giorgio roberta armani
[…] Era invece presente in camera ardente, ma non alle esequie, il fondatore di Yoox Federico Marchetti, l'unico consigliere indipendente nel cda della Giorgio Armani spa, e in quanto tale anche l'unico a ricevere un vero compenso.
A differenza infatti dei cinque familiari (Dell'Orco, la sorella e i tre nipoti) finora nel cda con lo stilista, che percepiscono 26mila euro di compensi l'anno, Marchetti percepisce un cachet di 100mila euro.
Con l'apertura del testamento presso lo studio del notaio Elena Terrenghi, nei prossimi giorni si saprà chi erediterà le azioni della società. Va però ricordato che a parte la Fondazione, già azionista dello 0.01%, lo stilista ha diviso il capitale del gruppo in sei classi di titoli differenti, con diversi diritti di voto e poteri.
giorgio armani prive haute couture
I soci del gruppo A (forse alcuni familiari) nomineranno il futuro presidente; quelli del gruppo F, che molti identificano con la Fondazione, sceglieranno invece l'amministratore delegato, ovvero un manager che faccia da raccordo tra tutti i rami dell'azienda.
Non sono pochi quelli pronti a scommettere che la scelta del futuro ad potrebbe richiedere tempo, e magari anche arrivare dall'esterno […]
2. DELL’ORCO, BALLESTRAZZI E BELLOTTI: CHI GESTIRÀ IL FUTURO DEL GRUPPO
Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi e Mario Gerevini per il "Corriere della Sera"
Il passaggio di testimone in casa Armani si gioca su una regia preparata da tempo.
Giorgio Armani, presidente, amministratore delegato e capo dello stile, aveva l’ultima parola su tutto. Ora la continuità poggia su un nucleo ristretto di familiari e manager, e su uno statuto «blindato» che disegna la governance della futura Giorgio Armani.
Al centro c’è Pantaleo (Leo) Dell’Orco (72 anni), compagno e consigliere delegato: storico alter ego creativo, responsabile dell’Ufficio stile Uomo e figura-chiave anche sul fronte finanziario.
Le sue deleghe si esercitano spesso con firma congiunta con Daniele Ballestrazzi (60), piacentino, entrato in azienda nel 2007 come chief operating officer: sull’asse Dell’Orco-Ballestrazzi passano molte decisioni operative fondamentali.
Nel gruppo di fedelissimi rientra Giuseppe Marsocci, vicedirettore generale e chief commercial officer, oltre vent’anni in casa Armani (ha guidato anche la filiale americana).
Nella macchina operativa un nome chiave è quello di Michele Tacchella, che guida EA7, il travel retail e la «competitive intelligence» (ha seguito, tra l’altro, l’acquisto della Capannina).
Il baricentro familiare si articola tra Silvana e Roberta Armani (figlie del fratello Sergio scomparso anni fa), Rosanna (sorella) e Andrea Camerana (figlio di Rosanna). Silvana guida l’Ufficio Stile Donna; Roberta presidia relazioni e immagine. I tre nipoti siedono in cda insieme a Dell’Orco e a Federico Marchetti (fondatore di Yoox), unico «esterno» di lungo corso, con un ruolo rilevante nelle scelte strategiche.
andrea camerana, alexa e giorgio armani
Accanto a loro, c’è il banker Irving Bellotti (Rothschild), nel board della Fondazione Armani: esperto di fusioni e acquisizioni nel mercato del lusso (ha per esempio assistito Valentino nella cessione a Mayhoola), è indicato come consulente chiave per la nuova architettura societaria.
La Fondazione Armani (titolare dello 0,1%) avrà un ruolo centrale anche nel nuovo assetto della Giorgio Armani, il cui statuto — depositato dal 2016 e integrato nel 2023 con l’introduzione di azioni senza voto — entrerà in vigore con l’apertura della successione (attesa dal notaio Elena Terrenghi). La struttura prevede sei categorie di azioni (da A fino a F) più due senza voto: le azioni A e F sono quelle a voto maggiorato e insieme hanno il controllo.
In cda (otto membri) i soci A nominano tre consiglieri tra cui il presidente; i soci F due, tra i quali l’amministratore delegato. È verosimile che la Fondazione si collochi in queste categorie di azioni per prendere le decisioni strategiche.
Nel caso di fusioni e modifiche statutarie serve il 75% dei voti in assemblea. La quotazione del gruppo sarà possibile eventualmente dal quinto anno. C’è poi il «principio identitario» contenuto nell’articolo 2: la sede dovrà essere a Milano e sarà trasferibile solo in Italia.
[…] Lo statuto elenca linee guida vincolanti: priorità allo sviluppo globale del nome Armani; stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato; cauto approccio alle acquisizioni (solo per competenze non presenti all’interno); investimenti adeguati e continui, limitato ricorso al debito, reinvestimento degli utili.
[…]
Numeri e perimetro Il gruppo conta su 2,3 miliardi di ricavi (2024) su una rete di 27 società e 2.700 negozi. In un mercato del lusso in flessione, gli investimenti sono però raddoppiati a 332 milioni.
silvana armani con giorgio armani e leo dell’orco
Dal 2021 il gruppo ha generato quasi 600 milioni di utili. In pancia alla capogruppo c’è una riserva di utili portati a nuovo pari a 1,987 miliardi.
In attesa del testamento (che dirà chi avrà il 99,9% della capogruppo), la continuità operativa è nelle mani del nocciolo duro: Dell’Orco, Ballestrazzi, Marsocci, Tacchella; i nipoti Silvana, Roberta e Camerana poi Marchetti, Bellotti, la Fondazione come presidio istituzionale. Un sistema che consente al gruppo di muoversi senza l’uomo solo al comando, ma con regole chiare: stile, disciplina finanziaria, investimenti, indipendenza.
giorgio e rosanna armani
giorgio armani
anna wintour, roberta armani, giorgio armani, tom cruise, katie holmes, julia roberts and george clooney.
giorgio armani, silvana armani, sergio galeotti e lo staff di armani
GIORGIO ARMANI - FOTO LAPRESSE