poop cruise carnival triumph

E CACAR M’È DOLCE IN QUESTO MARE – ARRIVA IL DOCUMENTARIO SULLA “POOP CRUISE”, LA FAMIGERATA NAVE DA CROCIERA DELLA CARNIVAL CHE, A CAUSA DI UN INCENDIO, RIMASE BLOCCATA PER GIORNI IN MEZZO AL GOLFO DEL MESSICO, LASCIANDO GLI OLTRE 4MILA PASSEGGERI SENZA ARIA CONDIZIONATA, WI-FI, CIBO FRESCO O GABINETTI FUNZIONANTI – IL RACCONTO DA INCUBO: “LA GENTE COPRIVA LA CACCA CON LA CARTA IGIENICA E POI NE FACEVA ALTRA SOPRA. ERA STRATO DOPO STRATO. COME UNA LASAGNA” – VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Giulia Taviani per www.corriere.it 

 

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Febbraio 2013, Golfo del Messico. Oltre 4 mila persone sono bloccate a bordo di una delle navi da crociera più famose del mondo: la Carnival Triumph. Dopo due giorni di viaggio, uno di sosta a Cozumel in Messico e la ripartenza verso Galveston in Texas, un incendio è divampato nella sala macchine isolando la nave in mare aperto. Non ci sono più aria condizionata e wifi, e va bene, ma gli ospiti non possono nemmeno mangiare cibo fresco o utilizzare gabinetti funzionanti.

 

poop cruise 5

Quattro giorni di divertimento si trasformano in otto di terrore. I grandi e deliziosi buffet diventano code di due ore per un panino con pomodoro e cipolla, mentre le acque reflue lentamente escono dagli scarichi per allagare le cabine e i corridoi, con ovvi rischi per la salute. L'esperienza terrificante è raccontata nel documentario Netflix Trainwreck: Poop Cruise, con la viva voce di chi l'ha vissuta in prima persona. 

 

L'INCENDIO E L'ALLARME

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Per i primi tre giorni il viaggio sulla Carnival Triumph procede come previsto. Le 48 ore in mare trascorrono tra divertimento, giochi e piscine, in attesa di scendere per visitare Cozumel. I passeggeri ricordano l'andata con il sorriso. Poi, dopo il giorno di sosta, il 10 febbraio 2013 vengono svegliati dall'allarme antincendio.

 

[…] Intorno alle 6.14 del mattino, Jen - la voce di riferimento della Triumph - avvisa i passeggeri che possono tornare nelle stanze, è tutto sotto controllo. Ma mentre si preparano a rientrare nelle cabine, saltano luce e aria condizionata: la corrente a bordo non c’è più. E di conseguenza, non funziona più nemmeno la propulsione della nave: la Triumph sta galleggiando, in panne, in mare aperto.

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GABINETTI FUORI USO? ECCO I SACCHETTI ROSSI

Intorno alle 7.57 qualcuno si accorge che il disagio più grande non è la mancanza di luce o di aria condizionata, […] Ma che non funziona lo scarico dei gabinetti. Per fronteggiare quello che sarebbe potuto diventare un grosso problema di igiene, gli operatori della nave pensano a un piano b: i passeggeri avrebbero potuto urinare nella doccia, mentre per il resto avrebbero fornito un sacchetto rosso da gettare nelle pattumiere lungo i corridoi.

 

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Racconta Abhi, lo chef di bordo, nel documentario di Netflix: «Dovevo andare in bagno. Ne ho trovato uno e sono entrato. È stata la cosa più disgustosa che avessi mai visto in vita mia. La gente copriva la "a con la carta igienica e poi ci faceva la cacca sopra. Era strato dopo strato. Come una lasagna»

 

[…] I MATERASSI SUL PONTE

La Triumph è alla deriva ormai da tredici ore. Il porto più vicino a cui chiedere soccorso è quello di Progreso in Messico. L'arrivo del rimorchiatore è previsto per le 12 del giorno dopo, e ora i passeggeri si trovano ad affrontare la prima notte in mezzo al mare. A causa del troppo caldo che c'è all'interno delle cabine, alcuni di loro trascinano i materassi sul ponte, usando delle lenzuola per creare piccoli accampamenti.

 

[…] Nel frattempo si avvicina alla Triumph una delle navi gemelle, la Legend. Trasportare tutti i passeggeri a bordo sarebbe impossibile, sia perché la Legend è già piena, sia perché avrebbero dovuto trasportare 4 mila persone da una parte all'altra usando delle scialuppe. Solo un passeggero con necessità di cure mediche riesce a lasciare la Triumph. In compenso vengono trasferiti rifornimenti e provviste.  Grazie al wifi della Legend però, i passeggeri riescono finalmente a chiamare a casa […] portando l'attenzione dei media nazionali sulle condizioni della nave.

 

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E così si scopre che, nonostante la Carnival fosse una delle aziende del settore più importanti al mondo (anche Costa Crociere fa parte del gruppo), si trattava già del quarto incendio in sala macchine su una delle loro navi: era già successo sulla Tropicale nel 1999, sulla Carnival Splendor nel 2010 e sulla Costa Allegra nel 2012.

 

NUOVO PIANO: DIREZIONE ALABAMA

Nel primo pomeriggio del quinto giorno, mentre i passeggeri e l'equipaggio attendono l'arrivo dei rimorchiatori per sbarcare in Messico, il centro operativo ricontatta la Triumph avvisandoli che il piano è cambiato.

 

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Da quando è saltata la corrente la nave è andata alla deriva di oltre cento miglia nautiche, e dunque non è più vicino alla costa messicana. L'idea è dunque traghettare la nave fino a Mobile, in Alabama, ma per quello ci sarebbero voluti almeno un altro paio di giorni. Una condizione che non combacia con la situazione igienica a bordo, di gran lunga peggiorata: ormai le docce si stanno riempiendo, l'urina non scende e gli scarichi iniziano a strabordare. […]

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LA «CROCIERA DELLA CACCA»

Intorno alle tre del pomeriggio del quinto giorno arrivano i rimorchiatori. Ma mentre la nave viene trascinata, inizia a inclinarsi facendo fuoriuscire le acque reflue che allagano le cabine e i corridoi la nave. Gli escrementi si trovano perfino sul pavimento del ristorante. Dopo due giorni e mezzo di viaggio, finalmente verso le 4 del pomeriggio dell'ottavo giorno la Triumph inizia a intravedere la fine del suo viaggio: mancano solo 30 miglia alla costa. Dall'ascensore ormai piovono liquami, mentre sul ponte i passeggeri disegnano la scritta «HELP», intercettata dagli elicotteri dei media che seguono la Triumph.

 

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Intorno alle 9,20 di sera la nave entra finalmente in porto. Dopo giorni senza docce e cibo fresco, equipaggio e passeggeri sono liberi da quella che passerà alla storia come la «Poop Cruise» (letteralmente, crociera della cacca).

 

PULIZIE, CLAUSOLE E RIMBORSI

Dopo lo sbarco, l’avvocato texano Frank Spagnoletti fa causa alla Carnival: vengono divulgati documenti che dimostrano che il rischio d’incendio esisteva. L'azienda però replica con una clausola presente nel contratto, accettata automaticamente con l'acquisto dei biglietti, dove si specifica che la Carnival non garantiva in alcun modo una traversata sicura, né una nave idonea alla navigazione, cibo adeguato e genuino o condizioni igieniche sicure. Tutti i casi si sono conclusi così con un accordo.

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La Carnival ha speso 115 milioni di dollari per pulire e riparare la Triumph, che oggi solca di nuovo i mari con un nome nuovo: la Carnival Sunrise. […] I passeggeri hanno avuto un rimborso totale più 500 dollari a testa.

 

Dopo quell’esperienza la Carnival ha migliorato la sua sicurezza ed eliminato le clausole sulle condizioni della traversata.

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