davide giri columbia university

CAMPUS MINATO - L'ITALIANO DAVIDE GIRI NON È IL PRIMO E NON SARÀ L'ULTIMO STUDENTE DELLE UNIVERSITÀ AMERICANE AMMAZZATO A DUE PASSI DAL CAMPUS: IN ALCUNI CASI SONO STATI RAFFORZATI I CONTROLLI, MA NON SI POSSONO RINCHIUDERE I RAGAZZI COME IN UNA SORTA DI CATTEDRALI NEL DESERTO DELL'ILLEGALITÀ - SE LE AUTORITÀ NON AGISCONO SUL FRONTE SICUREZZA, L'AUREA DEL "CAMPUS AMERICANO" POTREBBE SBIADIRE INESORABILMENTE...

Francesco Semprini per "La Stampa"

 

davide giri 3

Il presidente della Columbia University Lee Bollinger, nella nota di cordoglio per l'omicidio di Davide Giri, ha definito l'accaduto «incredibilmente triste e profondamente choccante». La puntualizzazione dell'opinione pubblica è stata tagliente: «È triste, ma non è scioccante».

 

Nel senso che non si tratta del primo caso e il timore è che possa non essere l'ultimo. Giri è il secondo studente della grande comunità della Columbia ad essere ucciso nel corso di un'aggressione, per di più nello stesso punto dove il promettente dottorando ha perduto la vita giovedì sera, ovvero a due passi dal complesso universitario.

 

commemorazione di davide giri alla columbia university 2

Nel dicembre 2019 tre adolescenti hanno preso di mira la diciottenne Tessa Majors di Barnard College proprio a Morningside Park e l'hanno uccisa senza pietà, tenendola ferma e affondando la lama di un coltello.

 

Secondo i verbali del dipartimento di polizia di New York in quell'area si sono verificati, prima e dopo la morte di Majors, un'ondata di episodi simili, aggressioni a scopo di rapina o fini a stessi.

 

davide giri 1

Un fenomeno alimentato dal lungo letargo pandemico e dall'affermarsi del movimento «defund the police», dal depotenziamento delle polizie americane oltre al secolare problema del Far West delle armi da fuoco.

 

Bollinger ha inoltre espresso preoccupazione per il fatto che l'episodio sia avvenuto non lontano dal campus, così come la New York University aveva fatto in occasione del ferimento di una studentessa di ingegneria da una pallottola vagante vicino al campus MetroTech di Brooklyn.

 

commemorazione di davide giri alla columbia university 1

«Cercare di tenere al sicuro i campus della città mentre attorno c'è il caos è un approccio destinato al fallimento», spiega Herbert Bowl, abitante del quartiere. Ben inteso, il fenomeno non riguarda solo Columbia e Morningside Park, tantomeno è circoscrivibile ad Harlem. Né si tratta di una dinamica tutta newyorkese.

 

La scorsa settimana Sam Collington, 21 anni, uno studente di Temple University, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco durante una rapina vicino al suo appartamento di Filadelfia, non lontano dal campus.

 

columbia university 1

Il mese scorso Shaoxiong «Dennis» Zheng, 24 anni, laureato alla University of Chicago nel 2021, è stato ucciso in una rapina a Hyde Park, proprio vicino all'università, secondo affiliato all'ateneo di Chicago a essere ucciso quest'anno, a giugno era stata la volta di Max Lewis, 20 anni, ammazzato da un proiettile vagante.

 

davide giri 2

L'anno scorso, lo studente della sede di Berkeley dell'Università della California, Seth Smith, 19 anni, è stato ucciso mentre camminava vicino al suo appartamento poco fuori dal campus.

 

In alcuni casi si è corsi ai ripari rafforzando i controlli, ma il punto è che si possono proteggere i campus, ma non vi si può rinchiudere gli studenti come in una sorta di cattedrali nel deserto dell'illegalità.

 

Molti studenti, come Zheng e Giri, non solo non sono di New York, ma non sono americani, ostaggio della pandemia che ha di fatto limitato la loro socialità dell'apprendimento e poi li ha resi vittime dell'ondata di crimini violenti che le città degli Stati Uniti, inclusa New York, hanno registrato negli ultimi due anni.

 

columbia university 2

Dal 2019 il distretto intorno alla Columbia ha visto triplicare le sparatorie, mentre le aggressioni sono aumentate di quasi il 60%. I crimini d'odio sono cresciuti dell'800% in tutta la città, dove gli omicidi sono aumentati del 42% in due anni.

 

davide giri con la fidanzata

Bank of America ha diffuso una circolare con la quale incoraggia i dipendenti giovani a vestirsi in modo informale e a non indossare accessori col logo di «BofA», a causa del boom crimini a New York

 

 Un aiuto potrebbe arrivare dalle stesse università, che potrebbero utilizzare la loro autorevolezza nel far pressioni sulle autorità per agire in maniera più decisa sul fronte della sicurezza. O il rischio è che la loro immagine ci rimetta, e che l'aurea del «campus americano» sbiadisca inesorabilmente.

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...