massimo carminati

“NON SONO QUELLO CHE HANNO SEMPRE DESCRITTO, MI HANNO TRATTATO COME UN DIAVOLO” - “ER CECATO” CARMINATI SI TRAVESTE DA VITTIMA: “NON SOLO NON SONO PIÙ UN MAFIOSO MA ADESSO SONO ANCHE UN UOMO LIBERO” - IL PROBABILE RITORNO NELLA VILLA DI SACROFANO DOVE TUTTO E’ INIZIATO…

1 - "IO TRATTATO COME UN DIAVOLO SE SONO USCITO C'È UN MOTIVO"

Nicola Pinna per “la Stampa”

 

MASSIMO CARMINATI

Il tassista Andrea cerca subito il modo di fare amicizia col suo nuovo cliente. Arriva quattro minuti in anticipo e sa già benissimo chi è l'uomo che dovrà accompagnare in aeroporto: «Avrà anche sbagliato ma adesso lasciatelo in pace», dice ai fotografi assiepati davanti al cancello del carcere. Massimo Carminati gli parla sempre con gentilezza, mentre agli altri, i cronisti che provano a fare le solite domande, l'ex regista del «Mondo di mezzo» non rivolge neppure uno sguardo. E men che meno una risposta. Di attraversare il grande piazzale davanti al penitenziario non ha nessuna fretta: cammina piano, per far vedere a tutti che è un uomo libero.

 

massimo carminati esce dal carcere 6

La teoria su Mafia Capitale l'hanno già smontata i giudici e lui stavolta si prende un'altra rivincita: torna a casa senza alcun vincolo di custodia cautelare, perché dietro alle sbarre ha già passato più dei due terzi del tempo previsto dalla pena massima che gli potranno infliggere durante il processo bis. La prima giornata fuori dalla cella per Carminati si fa lunga: più di un'ora di viaggio in superstrada verso l'aeroporto e poi l'attesa del volo, l'ultimo della serata.

 

In quelli prima non era rimasto neanche un posto e così la permanenza in Sardegna si è prolungata più del dovuto. Durante la trasferta il tassista Andrea risponde alle chiamate dei giornalisti fingendo di parlare con un call center: «Non sono interessato, non voglio comprare nulla». Nel frattempo anche lo spietato descritto dalle indagini e dalle lunghe intercettazioni si fa sfuggire qualche parola: «Non sono quello che hanno sempre descritto, mi hanno trattato come un diavolo».

massimo carminati esce dal carcere 10

 

Durante il viaggio c'è tempo per qualche telefonata. La prima è per l'avvocato: «Grazie per avermi fatto tornare un uomo libero. Non solo non sono più un mafioso ma adesso sono anche un uomo libero». Una sentenza definitiva in verità ancora non c'è, ma la scarcerazione sembra avere - almeno per lui - il sapore di una prima parziale vittoria: «Se sono fuori un motivo c'è, la storia non è come è stata raccontata».

 

L'uomo che esce dal carcere poco dopo le 13 non sembra assomigliare a quello senza scrupoli che aveva rapporti con la Banda della Magliana e che gestiva insieme a Salvatore Buzzi una rete capace di piegare politici, pubblici funzionari e imprenditori. Camicia blu semiaperta, jeans talmente larghi da far vedere a tutti persino le mutande grigie. Smagrito e cordiale, ma deciso a non rispondere a nessuna domanda. Prima di chiudere lo sportello della Renault si fa sfuggire solo quattro parole: «Grazie, grazie mille, arrivederci».

massimo carminati esce dal carcere 8

 

Gli agenti della penitenziaria vorrebbero proteggerlo da tutti quegli obiettivi che sono puntati oramai da ore. Qualcuno dei poliziotti pensa addirittura di far passare il taxi oltre il cancello, ma il comandante è perentorio: «Non si può fare».

 

Il «Nero», l'uomo che secondo i magistrati ha gestito per anni il malaffare romano, non può sottrarsi alla passerella inaspettata e il tassista lo aiuta come può. Un agente gli apre il portabagagli dell'auto e lui carica il suo borsone blu e la busta della spesa in cui ha rimesso insieme tutto quello che teneva in cella. Nella casa circondariale di Massama, dove non c'è l'area per il 41 bis, l'ex Nar arrestato nel 2014 era arrivato dopo un periodo passato tra Rebibbia, Tolmezzo e Parma, all'interno del penitenziario dei boss.

 

carminati

Con il crollo del castello accusatorio di «Mafia Capitale» per Carminati è finito il periodo del carcere duro ed è stato disposto il trasferimento in Sardegna. Da qui, dove è recluso anche l'ex latitante Cesare Battisti, ha esultato quando la Cassazione ha smontato la teoria dell'associazione mafiosa e fiducioso, così almeno lo descrivono alcuni agenti, ha atteso che il tribunale di sorveglianza accogliesse l'istanza di scarcerazione. Il tassista che lo saluta con un arrivederci davanti all'aeroporto torna a casa tardi e non ha intenzione di raccontare le sue impressioni: «Io non giudico nessuno, accompagno spesso a casa le persone che escono dal carcere».

 

Ma forse prima di presentarsi al cancello di Massama, ieri mattina, aveva fatto una ricerca sul web e ha trovato le frasi che «il Nero» pronunciava al telefono mentre parlava con un dipendente di una compagnia telefonica che non riusciva a risolvere un problema di connessione per il suo smartphone: «Forse non hai capito con chi stai parlando, cerca su internet Massimo Carminati e poi vedi di sbrigarti a risolvere la situazione».

senese carminati

 

2 - NELLA VILLA DI SACROFANO DOVE TUTTO E’ INIZIATO

Alessia Marani per “il Messaggero”

 

Vasile parla un buon italiano e si destreggia ancora meglio con le cesoie: cura le piante, fa attenzione che tutto sia perfetto per il ritorno a casa di Massimo Carminati, sullo sfondo si scorgono i cavalli. «Se Massimo verrà qui? E perché non dovrebbe, è un uomo libero», risponde secco il factotum della dimora prima di eclissarsi nel verde.

 

carminati londra

Più che un giardino è un enorme parco quello che si apre allo sguardo davanti alla cancellata di ferro battuto di via Monte Cappelletto, nelle campagne di Sacrofano, poco a nord di Roma. Oltre il cancello sovrastato da una enorme telecamera fissa, la strada di ciottoli bianchi si arrampica fino alla sommità della collina. Dietro c'è la villa acquistata formalmente nel maggio 2014 dalla compagna del Nero, Alessia Marini, per cinquecentomila euro. Ma dal viottolo nemmeno si intravede.

 

CARMINATI

NESSUNA CONFISCA

L'affare fu proposto dall'amico imprenditore edile e socio, nonché ex assessore comunale, Agostino Maurizio Gaglianone, dopo che Carminati ebbe bisogno di lasciare un'altra villa, sempre sulla stessa strada, presa in affitto dal commercialista Marco Iannilli, e gravata da un sequestro conservativo conseguente alla bancarotta milionaria della Arc Trade srl. Oggi quella villa, al civico 12 di via Monte Cappelletto, è stata effettivamente acquisita dallo Stato attraverso l'agenzia regionale per i Beni confiscati e assegnata al Comune di Sacrofano per un progetto di assistenza sociosanitaria.

carminati

 

Nessun provvedimento giudiziario, invece, ha scalfito l'immobile in cui Carminati e Alessia si erano trasferiti. Il Nero è stato assolto dall'accusa di estorsione avanzata dalla Procura proprio in merito alla compravendita di quell'abitazione: nessun motivo, dunque, per intaccare il bene.

 

Ed ora, da «uomo libero», come ricordava il suo fedele operaio, può godersi il buen retiro in attesa del processo d'Appello, non distante dagli amici di sempre, come Riccardo Brugia, che a novembre aveva guadagnato i domiciliari, o lo stesso Gaglianone, assolto definitivamente dalle accuse di Mondo di Mezzo a ottobre. Tutto torna come prima, come se il tempo si fosse fermato a quel 2 dicembre del 2014, quando i carabinieri del Ros lo fermarono a bordo della Smart bianca appena uscito di casa. Tasto rewind.

carminati michele senese

 

«È INTOCCABILE»

All'improvviso il sole si adombra e lascia spazio a un'acquazzone sul centro di Sacrofano, nove chilometri più avanti. La sindaca Patrizia Nicolini è impegnata in riunioni-fiume all'interno del palazzetto comunale e non ha tempo per parlare. Una volta qui comandava Tommaso Luzzi, ex sindaco passato per il Msi, quindi in An e poi nel Pdl.

 

«Tommaso me serve lì», diceva l'ex Nar Carminati in una intercettazione. Indagato per associazione a delinquere nell'inchiesta romana, anche Luzzi, nel 2016, venne prosciolto su richiesta della Procura. I pochi cittadini in strada si interrogano. Nessuno vuole esprimersi con nome e cognome. «L'ha fatta franca un'altra volta, ha protezioni», commenta un commerciante.

CARMINATI 1

 

«Se eravamo noi al suo posto, per molto meno ci saremmo rimasti a vita in galera», gli fa eco un altro. Una signora non nasconde lo stupore: «Ma non gliel'avevano confiscata la casa?». «Se riesce a lasciare pure l'Italia, cade il Governo», un altro commento da bar. C'è chi prova a guardare a un lato positivo: «Sarà un caso, ma nei paesi intorno gira molta droga, c'è più degrado, qui a Sacrofano invece stiamo tranquilli, forse nessuno osa pestare i piedi a un uomo tanto potente e alla sua cricca».

 

LA COMPAGNA E LA SORELLA

massimo carminati

Bocche cucite al bar-gastronomia di Borgo Pineto, la frazione dove si trova via Monte Cappelletto. Qui l'ex terrorista nero si fermava a fare colazione prima di incamminarsi verso Roma e Corso Francia, suo quartier generale. «Preferiamo non commentare», tagliano corto. Alessia Marini aspetta notizie da Massimo da un momento all'altro. Risponde al telefono: «Mi scusi, ma non gradisco parlare, questa conversazione si conclude qui». Micaela, la sorella di Carminati è ancora più risoluta: «Dimenticateci, dimenticatevi di noi».

 

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....