cesare battisti

“NON CE LA FACEVO PIÙ, A SCAPPARE; IO LO SAPEVO CHE ERA INIZIATO IL CONTO ALLA ROVESCIA, E MI CHIEDEVO QUANDO SAREBBE TERMINATO. ERO STANCO”. CESARE BATTISTI SI E’ SFOGATO CON GLI AGENTI CHE L’HANNO ARRESTATO A SANTA CRUZ DE LA SIERRA - “SONO COLPEVOLE, E SU QUESTO NON SI DISCUTE. MA NON SONO COLPEVOLE DI TUTTO QUELLO CHE MI È STATO ADDEBITATO” - ORA SI INDAGA SULLE COPERTURE E GLI AIUTI OTTENUTI DA BATTISTI: GLI APPARTAMENTI IN CUI SI ERA NASCOSTO FORSE SONO RICONDUCIBILI A FIGURE POLITICHE BOLIVIANE...

CESARE BATTISTI

1 - «LA CATTURA È STATA UNA LIBERAZIONE MI SENTIVO ALLA FINE»

Andrea Galli per il “Corriere della Sera”

 

All'inizio, più che rispondere, Cesare Battisti domanda. Vuol sapere. Come hanno trovato il quartiere esatto, quando hanno capito che l'avrebbero stanato. Di tempo ce n'è. Il volo durerà quindici ore, con scalo a Capo Verde per riempire il serbatoio. È la curiosità dell'ex latitante davanti ai suoi inseguitori. Ma non è una semplice curiosità.

 

cesare battisti salone letterario in francia 2004

Il terrorista esplora per ottenere informazioni: s'è lasciato dietro una rete di coperture criminali e forse istituzionali, debiti, promesse che non esaudirà mai. Teme vendette contro la famiglia. A bordo, ci sono una decina di investigatori compresi i servizi segreti. Non gli dicono nulla. Allora inizia a parlare lui. Quelle che seguono, sono dichiarazioni rese da Battisti, che ha chiacchierato a turno con quegli investigatori. Su altre frasi, ritenute fondamentali per le indagini, c'è il massimo riserbo.

 

cesare battisti a parigi

Sull' aereo il terrorista dorme parecchio, e si assenta per problemi intestinali, che gli impediscono di consumare il pranzo servito a metà viaggio: carciofi, insalata, frutta. Nei primi giorni, o forse nelle prime settimane, la latitanza nella città dell' arresto, la popolosa Santa Cruz de la Sierra, è stata la stanza di un hotel da pochi soldi. Camere lerce e per lo più affittate a ore dalle prostitute. L' hanno nascosto lì a lungo.

 

cesare battisti

Quando usciva, era per comprare birra e mangiare pizza. Ha protestato, Battisti. Ha alzato la voce. E l'hanno accontentato. O forse è merito suo, perché rimane un buco, nella ricostruzione della squadra italiana dell' Interpol (un finanziere e due poliziotti), affiancata da quattro agenti boliviani e protagonista della caccia, e riguarda una presunta parentesi del terrorista nella capitale, La Paz. In cerca di appoggi da parte del potere. Che potrebbe aver ottenuto, anche parzialmente: gli appartamenti abitati da Battisti a Santa Cruz de la Sierra forse sono riconducibili a figure politiche, pur se da un'iniziale analisi intestati a prestanome.

cesare battisti firma libri

 

L'estensione e il livello di pericolosità della cerchia di fiancheggiatori, a cominciare da personaggi del narcotraffico sudamericano, hanno innescato negli investigatori una doppia inquietudine: che una così trasversale rete avrebbe permesso a Battisti di scappare di nuovo, e che la stessa squadra dell'Interpol sarebbe stata attaccata mortalmente.

 

cesare battisti

Per impedire l'arresto. L'individuazione del terrorista, alle 17 di sabato scorso, nel secondo anello urbano di Santa Cruz de la Sierra, non lontano dal centro città, è stata, parole di Battisti, «una vera liberazione». Perché «non ce la facevo più, a scappare; io lo sapevo che era iniziato il conto alla rovescia, e mi chiedevo quando sarebbe terminato. Ero stanco».

 

matteo salvini all arrivo di cesare battisti foto mezzelani gmt026

Rassegnato all'epilogo. Ma forse bluffa, il terrorista. Fino a quando, protetto da un giubbetto anti-proiettile e caricato su un blindato nella paura di attacchi lungo il percorso - commando in azione per liberarlo oppure eliminarlo -, Battisti non ha visto dai finestrini la strada che porta all'aeroporto, pensava che ne sarebbe uscito ancora.

 

Ai poliziotti aveva annunciato che avrebbe fatto ricorso, era sicuro di non muoversi dalla Bolivia, e nel caso di uno spostamento, pensava sarebbe tornato in Brasile, a casa sua. L'Italia la vedeva lontana. Per tacere della galera. Sull' aereo, il terrorista non s'è professato innocente: «Sono colpevole, e su questo non si discute. Ma non sono colpevole di tutto quello che mi è stato addebitato. No, non lo sono».

 

cesare battisti 6

Ci sono stati dei legami certi in Bolivia e anche in Brasile, dietro la fuga di Battisti. Da Natale, quando Santa Cruz de la Sierra era stata battezzata come probabile covo, intorno alla caccia ci sono stati strani movimenti. Servizi deviati e insospettabili dalla doppia vita. Ci sarebbero stati degli insistiti tentativi di scegliere i poliziotti boliviani dall' alto, e non su indicazione degli stessi italiani, quasi che si volessero inserire nella squadra sbirri che non si muovessero in trasparenza e in fedeltà.

 

Non è successo. E non risulta strano che a quegli agenti boliviani sia stato impedito di salire sull'aereo e trascorrere giorni in Italia. Una vacanza premio, risparmiando sul biglietto d'andata di un volo di linea. Hanno stipendi assai miseri, rinunciare alla corruzione è una scelta che spesso pregiudica il benessere dei propri figli. I colleghi italiani hanno detto che tireranno fuori loro i soldi e li ospiteranno a Roma. Dove sono atterrati insieme a Battisti, ma andando via nell' ombra e in silenzio, distanti dallo show.

cesare battisti

 

2 - L'IPOTESI DI COPERTURE IN ITALIA ORA I PM CERCANO I FIANCHEGGIATORI

Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

 

La rete si estenderebbe in gran parte all' estero, a cavallo tra Brasile e Bolivia, ma le maglie delle complicità che avrebbero favorito la fuga di Cesare Battisti in Sud America arriverebbero fino in Italia: è qualcosa più di un semplice sospetto ad aver spinto la Procura di Milano ad aprire un fascicolo per fare luce sulla latitanza dell' ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo che da ieri è in carcere a Oristano dopo l' arresto e l' espulsione dalla Bolivia.

 

cesare battisti 5

Nel procedimento «conoscitivo» avviato dal coordinatore del pool antiterrorismo della Procura milanese Alberto Nobili, per ora senza indagati e senza ipotesi di reato, confluirà una relazione che la Digos di Milano trasmetterà nei prossimi giorni alla Procura generale che ha coordinato le indagini che hanno portato all' arresto.

cesare battisti

 

Agli atti ci sono anche le sofisticate intercettazioni telefoniche e telematiche costate 1.700 euro al giorno per due settimane. Che, però, non potranno entrare in un'inchiesta di Nobili per questioni procedurali, ma saranno comunque molto utili a disegnare il quadro generale dei fiancheggiatori che hanno protetto e aiutato il latitante. Appena atterrato a Roma, Battisti ha nominato quale suo difensore l'avvocato milanese Davide Steccanella.

 

Esperto in reati di terrorismo (ha anche scritto un libro sugli anni di piombo), Steccanella non vuole fare dichiarazioni. «Al momento è prematura qualsiasi valutazione e poi non ho alcuna intenzione di aggiungermi ai tanti, troppi, che hanno sfruttato questo momento per mettersi in mostra», dichiara con un evidente riferimento alla massa di dichiarazioni, conferenze stampa e post che hanno seguito l'arresto in Bolivia del suo assistito. Battisti entra in carcere per scontare l' ergastolo per i quattro omicidi e gli altri reati gravi della fine degli anni 70.

 

cesare battisti 4

«Non dovrebbe poter godere dei benefici penitenziari, ma sarà il Tribunale di sorveglianza a stabilire il suo trattamento carcerario», affermano il procuratore generale Roberto Alfonso e il sostituto Antonio Lamanna, convinti che per Battisti si tratti di un ergastolo «ostativo» che impedisce la concessione di benefici ai condannati per fatti di terrorismo o mafia, ma non è escluso che durante la detenzione le cose possano cambiare perché la questione si presta a interpretazioni diverse. Il problema si porrà, eventualmente, non prima di una decina d' anni quando Battisti, che ora ha 64 anni, potrebbe chiedere il primo permesso. Ma il suo comportamento, a partire dall' evasione del 1981 dal carcere di Frosinone che fa presagire un rischio di fuga, di sicuro non deporrà a suo favore.

Battisti Cesare Cesare BattistiCesare Battisti catturato in Bolivia cb96951ae4Un fermo immagine dal video prima della cattura di Cesare Battisti cesare battisti cesare battisti 3

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?