daphne caruana galizia

GIALLO A MALTA – “CI SONO CRIMINALI OVUNQUE”, L’ULTIMO POST DELLA REPORTER ANTI-CORRUZIONE UCCISA CON UN’AUTOBOMBA – DAGLI SCOOP SUI LEGAMI TRA IL GOVERNO MALTESE E IL REGIME AZERO ALLE INCHIESTE SUL NARCOTRAFFICO LA DONNA AVEVA DENUNCIATO “LA SITUAZIONE DISPERATA DELL’ISOLA” E AVEVA MOLTI NEMICI…

daphne caruana galizia

Michela Allegri per il Messaggero

 

L'ultima denuncia l'ha affidata al suo blog poco prima di saltare in aria. «Ci sono criminali ovunque», ha scritto Daphne Caruana Galizia, 53 anni, la giornalista investigativa maltese che aveva messo in imbarazzo il governo dell'Isola rivelando i legami con il regime azero e il coinvolgimento della politica in vicende di corruzione. Nemmeno mezzora dopo, il boato: Galizia ieri è stata uccisa da una bomba piazzata nella Peugeot 108 che aveva preso in affitto.

 

L'auto è esplosa a pochi metri da casa sua, a Bidnija, il villaggio dove abitava insieme alla famiglia. Uno dei figli ha sentito l'esplosione ed è corso in strada per vedere cosa fosse successo. Il cadavere «era irriconoscibile», hanno detto gli agenti di polizia arrivati sul posto. Due settimane fa, minacciata di morte, la reporter aveva sporto denuncia. Il premier Joseph Muscat, che ha annunciato un'inchiesta a cui parteciperà l'Fbi statunitense, ha fatto appello all'unità nazionale e ha promesso che non avrà pace «finché non verrà fatta giustizia».

 

l auto di daphne caruana galizia

LA CARRIERAAveva mosso i primi passi al Sunday Times of Malta, poi era passata al The Malta Independent. Qualche anno fa, dalle pagine del Running Commentary, il suo blog indipendente, aveva iniziato a denunciare il governo e «l'altra economia» dell'isola, trasformata in un paradiso fiscale. La «Panama del Mediterraneo», scriveva Galizia. In maggio aveva tirato fuori l'ultimo scandalo: i Malta-files, un'inchiesta patrocinata dal consorzio giornalistico Eic (European Investigative Collaborations) da cui era emerso che Malta «fa da base pirata per l'evasione fiscale in Ue».

 

La fama era arrivata nel 2016, con i Panama Papers. Tra le carte, Galizia aveva trovato documenti che mettevano in imbarazzo il governo maltese, tanto da essere definita «una donna Wikileaks» da Politico, che l'aveva inserita tra le 28 personalità che «stanno agitando l'Europa». Aveva scoperto che due compagnie off-shore erano intestate al ministro dell'Energia, Konrad Mizzi, e al capo dello staff del premier Muscat, Keith Schembri.

 

auto di daphne caruana galizia

LO SCANDALO Lo scorso aprile aveva svelato che la moglie di Muscat, Michelle, era la proprietaria di Egrant, la terza compagnia panamense citata nei Panama Papers e della quale non era mai stato individuato il beneficiario finale. La giornalista aveva pubblicato documenti che dimostravano come la società, nel 2016, avesse ricevuto finanziamenti per milioni di dollari da parte della Al Sahra FZCO, una off-shore registrata a Dubai e appartenente a Leyla Aliyeva, figlia del dittatore dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev.

 

Un vero e proprio scoop, considerando che il regime azero negli ultimi anni ha firmato accordi in campo energetico con La Valletta. Pochi giorni dopo l'articolo, alcuni giornalisti avevano filmato il proprietario e presidente della sede maltese della Pilatus Bank, l'iraniano Seyed Ali Sadr Hasheminejad, mentre usciva dalla porta secondaria dell'istituto di credito con delle grosse valigie in mano. Il sospetto era che stesse portando via i documenti relativi alle società denunciate dalla Galizia. Hasheminejad, però, ha detto che stava trasportando i bagagli necessari per un viaggio di lavoro.

 

LE ELEZIONI Lo scandalo aveva portato a elezioni anticipate. Muscat, che ha sempre respinto le accuse, è stato rieletto in giugno. Ieri ha denunciato un «attacco barbaro. Tutti sanno quanto Galizia fosse critica nei miei confronti, ma nessuno può giustificare questo atto», ha dichiarato.

 

 

IL CAPO DELL’OPPOSIZIONE E IL RICICLAGGIO

Valentina Errante per il Messaggero

 

L'ultima inchiesta giornalistica di Daphne Caruana Galizia riguardava il nuovo capo dell'opposizione maltese Adrian Delia e un giro di prostituzione e riciclaggio. Accuse pesanti subito respinte al mittente con un querele e denunce da parte del leader nazionalista. E ancora un mega business di narcotraffico che vedeva come ultimo terminale l'Isola del Mediterraneo. 

daphne caruna galizia

 

Ma lei, la fuori classe del giornalismo investigativo, era diventata famosa soprattutto per le scoperte sul premier maltese, Joseph Muscat, dai legami e gli affari della moglie con l'Azerbaijan, ai business dei ministri e politici locali, proprietari di società offshore. 

 

Per questo lo scorso febbraio, una delegazione della Commissione Ue Panama Papers, che proprio domani dovrebbe votare il documento conclusivo dei lavori, era volata a Malta per ascoltarla. Il voto conclusivo in aula dovrebbe arrivare a dicembre, ma non è escluso che i lavori vengano prorogati.

 

LE ULTIME INDAGINI Dopo le elezioni, Galizia aveva spostato la propria attenzione su Adrian Delia, il leader del partito nazionalista maltese, accusandolo di aver fatto l'avvocato per una compagnia maltese con base a Londra che era finita nelle maglie di un'inchiesta per corruzione. Secondo le sue ricerche, i soldi derivanti da un giro di prostituzione di alto bordo negli appartamenti di Londra sarebbero stati trasferiti attraverso un conto off-shore riconducibile a Delia.

muscat con moglie

 

Il politico ha respinto le accuse, sostenendo che non ha e non ha mai avuto conti personali o soldi all'estero. Ha semplicemente ammesso di aver rappresentato un cliente maltese che era in realtà il padrone di almeno una proprietà utilizzata per le pratiche illecite, ma che il suo cliente fosse estraneo e ignaro di quanto accadesse nelle sue proprietà londinesi.

 

IL NARCOTRAFFICO La giornalista lavorava anche sui soldi delle cosche riciclati nell'Isola e un giro enorme di narcotraffico: una triangolazione tra Calabria, Sudamerica e Malta. Anche questi affari, secondo la reporter, sarebbero stati gestiti attraverso società off-shore. Il nome dell'azienda maltese, invece, sarebbe Haru Pharma Limited. Indagini che portano all'elenco di italiani con società a Malta. E da qui dritti in Calabria, con gli affari delle cosche. 

auto di daphne caruana galizia

 

Sul traffico di droga, il nome che ricorreva era quello di Antoine Azzopardi. La pista era questa. Tutta da verificare. 

 

Erano le ultime indagini, probabilmente quelle che poco meno di mezz'ora prima dell'esplosione le avevano fatto scrivere sul suo blog Running commentary «Ci sono criminali ovunque». Il sospetto è che sulla strada delle sue inchieste possa avere incrociato anche la strada della criminalità più feroce. 

 

LE INCHIESTE Il premier maltese non è stato l'unico bersaglio della reporter. Nell'inchiesta internazionale Panama Papers, Galizia aveva svelato il ruolo di due politici locali, Konrad Mizzi, all'epoca ministro dell'Energia, e Keith Schembri, capo di gabinetto del premier Muscat, in una serie di società finanziarie che portavano ai paradisi fiscali. Rivelazioni che avevano fatto sorgere più di un dubbio sull'opportunità di affidare a Malta la presidenza di turno del Consiglio europeo, visto che in quella sede La Valletta avrebbe dovuto convincere gli altri Paesi dell'Ue ad approvare riforme importanti come quella fiscale e sull'anti-riciclaggio.

 

joseph muscat

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....