donald trump james comey

L'AMERICA TRUMPIANA E' UN SALOON: UN CONTINUO REGOLAMENTO DI CONTI - TRUMP USA LA GIUSTIZIA COME UNA CLAVA SUI SUOI NEMICI E FA INCRIMINARE L’EX DIRETTORE DELL’FBI, JAMES COMEY, CHE ORA RISCHIA CINQUE ANNI DI CARCERE: L’ACCUSA È DI AVER RILASCIATO FALSE DICHIARAZIONI E DI AVER OSTACOLATO UN’INDAGINE DEL CONGRESSO - NEL 2017 IL TYCOON LICENZIÒ COMEY DALL’FBI PRIMA PUNTANDO IL DITO SULLA GESTIONE DELL’INDAGINE SUL SERVER DELLE MAIL USATO DA HILLARY CLINTON E POI AMMETTENDO CHE LO AVEVA SILURATO PER L’INCHIESTA SU UNA SUA POSSIBILE COLLUSIONE CON LA RUSSIA - COMEY HA COMMENTATO: “NON HO PAURA, SONO INNOCENTE" - “THE DONALD” GODE: “GIUSTIZIA IN AMERICA!”…

L'EX CAPO DELL'FBI INCRIMINATO. TRUMP ESULTA COMEY INDAGÒ SUL RUSSIAGATE: 'SONO INNOCENTE'

(ANSA) - NEW YORK, 25 SET - L'ex direttore dell'Fbi è stato incriminato: un gran giurì ha dato il via libera a due capi d'accusa nei suoi confronti, uno su dichiarazioni false, l'altro su ostruzione alla giustizia. Dopo aver fatto pressione sulla sua ministra della giustizia affinché agisse contro i suoi nemici, Donald Trump festeggia l'incriminazione: "giustizia in America", ha scritto sul suo social Truth definendo James Comey una delle persone peggiori con cui gli Stati Uniti si siano mai confrontati.

james comey christopher wray

 

Nella 'lista nera' di Trump Comey è nei primi posti: è stato lui a indagare sul Russiagate, ritenuto dal presidente una "caccia alle streghe", una delle maggiori "bufale" della storia.

 

Nel 2017 il tycoon licenziò improvvisamente Comey dalla guida dell'Fbi prima puntando il dito sulla sua gestione dell'indagine sul server email privato usato da Hillary Clinton, poi ammettendo che lo aveva silurato per l'inchiesta su una sua possibile collusione con la Russia.

 

Al centro dell'incriminazione c'è la testimonianza di Comey alla commissione giustizia del Senato del 30 settembre 2020, durante la quale venne accusato di aver mentito sull'autorizzazione data alla diffusione di informazioni sensibili. Comey si è sempre dichiarato innocente. E poco dopo la messa ufficiale in stato di accusa lo ha ribadito in un video postato su Instagram.

 

donald trump alle nazioni unite

""Non ho paura. Sono innocente: ho fiducia nel sistema giudiziario federale", ha detto. Il documento dell'incriminazione è breve e firmato solo dalla procuratrice Lindsay Halligan, l'ex avvocatessa di Trump specializzata nel settore assicurativo e nell'incarico da soli tre giorni.

 

Secondo gli osservatori, la mancanza di altre firm così come il fatto che Halligan abbia presentato direttamente il caos al gran giurì, sembrano indicare come nessuno all'interno dell'ufficio della procuratrice abbia voluto farsi carico di una mossa così controversa.

 

ROBERT MUELLER JAMES COMEY

L'incriminazione di Comey ha creato non poche tensioni all'interno del Dipartimento di Giustia. La ministra Pam Bondi era scettica sul caso e ha cercato di fermarlo, secondo indiscrezioni. Bondi e il suo numero due, l'ex legale di Trump Todd Blanche, avevano anche cercato di convincere Trump a non rimuovere Erik Siebert, l'ex procuratore della Virginia di cui Halligan ha preso il posto. I loro sforzi non sono però valsi a nulla: il presidente "accecato dalla voglia di vendetta", come lo hanno descritto i critici, ha deciso di proceder a ogni costo in modo da iniziare a far pagare ai suoi nemici tutto quello che a suo avviso meritano.

 

"Mi hanno messo in stato di accusa due volte e incriminato cinque volte sul niente. Giustizia va fatta ora", ha detto Trump a Bondi nei giorni scorsi riferendosi a Comey, all'ex senatore democratico Adam Schiff e alla procuratrice di New York Letitia James. Il colpo inflitto a Comey difficilmente riuscirà a calmare Trump che, secondo molti, guarda già al suo prossimo bersaglio. Molti scommettono che sarà Joh Bolton, il suo ex consigliere divenuto un suo agguerrito critico.

 

james comey

 

Estratto dell'articolo di Alessandro D'Amato per www.open.online

 

È il turno di James Comey. L’ex direttore dell’Fbi, uno dei grandi nemici pubblici di Donald Trump, è stato incriminato e rischia fino a cinque anni di carcere. L’accusa è di aver rilasciato false dichiarazioni e di aver ostacolato un’indagine del Congresso. «Il mio cuore è spezzato per il Dipartimento di Giustizia, ma ho grande fiducia nel sistema giudiziario federale e sono innocente.

 

Quindi, facciamo un processo e manteniamo la fede», ha scritto lui su Instagram. Mentre si sta avverando la minaccia di Trump di incarcerare quelli che lo hanno ostacolato fin dalla sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti nel 2015.

 

DONALD TRUMP JAMES COMEY

Il Dipartimento di Giustizia sta indagando anche su altri antagonisti del presidente. Tra questi il procuratore generale di New York Letitia James e John Bolton, che ha ricoperto il ruolo di funzionario per la sicurezza nazionale durante il primo mandato presidenziale di Trump. Le accuse superano le norme decennali che mirano a proteggere le forze dell’ordine statunitensi dalle pressioni politiche.

 

Il procuratore federale della Virginia, incaricato di seguire il caso, si è dimesso la scorsa settimana dopo aver attirato l’ira di Trump per aver espresso dubbi. Mentre altri membri dell’ufficio hanno affermato privatamente che le prove non meritano incriminazioni penali, secondo fonti a conoscenza della questione. Trump, che ha fatto pressioni sul Procuratore Generale Pam Bondi affinché processasse Comey e altri critici, ha esultato per la notizia. «Giustizia in America!» ha scritto sui social media.

 

COMEY

Trump ha licenziato Comey all’inizio del suo primo mandato nel 2017. Per la sua gestione dell’indagine sui contatti tra la Russia e la campagna del presidente. Ora l’atto d’accusa sostiene che Comey abbia ingannato il Congresso affermando di non aver autorizzato nessun altro a essere una fonte anonima nel resoconto di un’indagine dell’Fbi. […]

 

Intanto il genero di Comey, Troy Edwards, si è dimesso dal suo incarico di procuratore capo per la sicurezza nazionale in seguito all’incriminazione, spiegando di averlo fatto per mantenere il suo «giuramento alla Costituzione e al Paese», secondo una copia della sua lettera di dimissioni visionata da Reuters.

 

La figlia maggiore di Comey, Maureen Comey, è stata licenziata dal suo incarico di procuratore federale a Manhattan a luglio. Ha intentato una causa all’inizio di questo mese, con i suoi avvocati che affermano nella denuncia di essere stata licenziata «esclusivamente o sostanzialmente perché suo padre è l’ex direttore dell’FBI James B. Comey».

 

 

TRUMP COMEY

Nel 2017 il tycoon licenziò improvvisamente Comey dalla guida dell’Fbi prima puntando il dito sulla sua gestione dell’indagine sul server email privato usato da Hillary Clinton. E poi ammettendo che lo aveva silurato per l’inchiesta su una sua possibile collusione con la Russia. Al centro dell’incriminazione c’è la testimonianza di Comey alla commissione giustizia del Senato del 30 settembre 2020, durante la quale venne accusato di aver mentito sull’autorizzazione data alla diffusione di informazioni sensibili. Comey si è sempre dichiarato innocente. […]

 

L’incriminazione di Comey ha creato non poche tensioni all’interno del Dipartimento di Giustizia. La ministra Bondi era scettica sul caso e ha cercato di fermarlo. Intanto Trump guarda già al suo prossimo bersaglio. Molti scommettono che sarà Bolton, il suo ex consigliere divenuto un suo agguerrito critico […]

James Comey james comeyjames comeyjames comeydonald trump alle nazioni unitejames comeydonald trump assemblea generale onu 2james comey

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."