
“OCCUPARE GAZA ORA È LA STRATEGIA SBAGLIATA” - AMOS YADLIN, EX CAPO DELL'INTELLIGENCE DELL'ESERCITO ISRAELIANO, È TOMBALE SULLA MOSSA DI NETANYAHU: “METTERÀ IN GRAVE PERICOLO LA VITA DEGLI OSTAGGI. L'OCCUPAZIONE COMPORTEREBBE ANCHE LE CONSEGUENZE DI UN REGIME MILITARE, CON COSTI DI MILIARDI DI DOLLARI E LA RESPONSABILITÀ DI DUE MILIONI DI PALESTINESI” - L'OPPOSIZIONE FINALMENTE SI FA SENTIRE: PER YAIR LAPID IL PIANO “È ESATTAMENTE QUELLO CHE VOLEVA HAMAS”, PER AVIGDOR LIEBERMAN "NETANYAHU SACRIFICA LA SICUREZZA DEGLI ISRAELIANI PER IL BENE DELLA POLTRONA" - E DALL’EGITTO AVVERTONO CHE “C’È L’ORDINE DI UCCIDERE GLI OSTAGGI ISRAELIIN CASO DI ASSEDIO…”
MO: LAPID, 'PIANO GAZA? UN DISASTRO, ESATTAMENTE QUELLO CHE VOLEVA HAMAS'
(Adnkronos) - Un "disastro". Il leader dell'opposizione israeliana, Yair Lapid, commenta così su X il via libera del gabinetto di sicurezza israeliano, annunciato dall'ufficio del premier Benjamin Netanyahu, al piano "per sconfiggere Hamas". Per Lapid si tratta di un "disastro che porterà a molti altri disastri".
"In totale contrasto con l'opinione dei vertici militari e della sicurezza, senza considerare il logoramento e la fatica delle forze combattenti, Ben-Gvir e Smotrich hanno trascinato Netanyahu verso una mossa che porterà alla morte degli ostaggi, all'uccisione di molti soldati, costerà decine di miliardi e porterà a un collasso diplomatico - scrive Lapid nel post - Questo è esattamente quello che voleva Hamas, che Israele resti intrappolato sul campo senza uno scopo, in un'occupazione inutile che nessuno capisce dove porterà".
evyatar david prima e dopo il rapimento
MEDIA, 'ALLARME EGITTO A USA PER SORTE OSTAGGI, CON PRESA GAZA VERREBBERO UCCISI'
(Adnkronos) - L'Egitto avrebbe inviato un messaggio agli Stati Uniti con un allarme secondo cui il piano israeliano per il controllo di Gaza potrebbe portare all'uccisione degli ostaggi trattenuti da Hamas nell'enclave palestinese. E' quanto si legge sul Times of Israel che rilancia un articolo del giornale libanese 'Al-Akhbar', legato a Hezbollah, in cui viene citato un diplomatico egiziano.
il video di evyatar david, prigioniero della jihad islamica a gaza 5
Accadrebbe, secondo le notizie rilanciate anche dal sito israeliano Ynet, perché i gruppi che tengono prigionieri gli ostaggi "hanno avuto ordini di 'neutralizzarli' se i sequestratori finissero sotto assedio e non fossero in grado di fuggire e salvarsi". Secondo le notizie, funzionari egiziani avrebbero anche chiesto il ritorno con urgenza al tavolo dei negoziati per un cessate il fuoco a Gaza e il leader egiziano Abdel Fattah al-Sisi avrebbe chiesto un "contatto diretto" con il presidente americano Donald Trump.
LIEBERMAN, NETANYAHU SACRIFICA SICUREZZA CITTADINI PER SUO INCARICO
(LaPresse) - Il leader del partito israeliano di opposizione Yisrael Beitenu, Avigdor Lieberman, dopo la decisione del governo guidato da Benjamin Netanyahu di occupare Gaza City afferma che il premier "sta ancora una volta sacrificando la sicurezza dei cittadini israeliani per il bene della poltrona". Lo riporta l'emittente israeliana Kan.
Secondo Lieberman "la decisione presa dal governo, contraria alla posizione professionale del Capo di Stato Maggiore, che aveva messo in guardia dai numerosi pericoli che una simile mossa avrebbe comportato, dimostra che decisioni di vita o di morte vengono prese in contrasto a considerazioni di sicurezza e agli obiettivi della guerra. Il primo ministro del Sette Ottobre sta ancora una volta sacrificando la sicurezza dei cittadini israeliani per il bene della poltrona". EST NG01 mrc 080857 AGO 25
"OSTAGGI A RISCHIO E COSTI ALTI QUESTA STRATEGIA È SBAGLIATA"
Estratto dell’articolo di Ga. col. per “la Repubblica”
Se c'è un nome che è entrato nella storia militare di Israele è quello del maggiore generale Amos Yadlin: ex capo dell'intelligence dell'esercito, fu tra gli otto piloti che nel 1981 parteciparono all'operazione Opera contro il reattore nucleare di Saddam Hussein, in Iraq.
Oggi in pensione, Yadlin è presidente di Mind, un think tank di consulenza sulla politica di sicurezza.
Amos Yadlin Benjamin netanyahu
Generale, cosa pensa del piano di occupazione di Gaza?
«Finora, il governo Netanyahu ha cercato di raggiungere entrambi gli obiettivi di guerra contemporaneamente: smantellare Hamas e liberare gli ostaggi. Dopo 22 mesi, è chiaro che questo non è possibile. Bisogna fare una scelta: o prima riportare a casa gli ostaggi e poi trovare il momento giusto per smantellare Hamas, oppure occupare Gaza per distruggere Hamas ma mettendo così in grave pericolo la vita degli ostaggi. L'occupazione comporterebbe anche le conseguenze di un regime militare, con costi di miliardi di dollari e la responsabilità di due milioni di palestinesi a Gaza. Credo che occupare Gaza ora sia la strategia sbagliata».
PIANO PER L OCCUPAZIONE DELLA STRISCIA DI GAZA
Molti ex funzionari della sicurezza affermano che la guerra non ha più senso dal punto di vista militare perché gli obiettivi raggiungibili sono già stati raggiunti.
«Non si tratta solo di una questione militare, ma anche politica, economica e di coesione sociale di Israele. Hamas è stato smantellato come minaccia strategica, il che significa che non può più ripetere il 7 ottobre, non è stato completamente smantellato. Ma questo deve avvenire come condizione per la ricostruzione di Gaza. Non ci sarà ricostruzione a meno che Hamas non si disarmi e lasci la Striscia».
Un accordo è ancora possibile?
«Trump avrebbe maggiori possibilità di spingere per un accordo perché non è vincolato dall'estrema destra di Ben-Gvir e Smotrich, che vogliono l'annessione e il reinsediamento a Gaza, obiettivi che non sono nemmeno quelli di Netanyahu. Gli americani possono mettere sul tavolo un accordo che riporti indietro gli ostaggi, fermi per ora la guerra e affronti il "giorno dopo" di Gaza, cosa che Netanyahu si è rifiutato di fare».
C'è un piano per il "giorno dopo"?
«Nel novembre 2023, il think tank che dirigo elaborò un piano per una nuova organizzazione a Gaza: tecnocrati palestinesi come Salam Fayyad governerebbero, supportati dall'Egitto per la sicurezza, dall'Arabia Saudita per le risorse economiche e dagli Emirati Arabi Uniti per il compito più importante: la deradicalizzazione, un diverso tipo di istruzione per la popolazione di Gaza. Il governo non adottò questo piano, ma prima o poi ci arriverà.
Come disse una volta Churchill: gli americani fanno la cosa giusta, dopo aver esaurito tutte le alternative. Spero che lo stesso valga per Netanyahu».
La maggioranza degli israeliani si oppone al prolungamento della guerra. Israele rischia una crisi interna?
«In un paese democratico non si prepara una grande mossa militare – come l'occupazione di Gaza – contro la volontà del 60-70% della popolazione».
Ha parlato di ostaggi, soldati e costi economici per Israele, ma il costo umano per i palestinesi?
«Questa domanda dovrebbe essere posta alla leadership di Hamas. […]
Israele sta conducendo la guerra in conformità con il diritto internazionale. Tutto questo parlare di genocidio è una sciocchezza. I palestinesi dovrebbero incolpare i loro leader».
Anche un suo illustre concittadino israeliano, David Grossman, ha parlato di genocidio a Gaza.
«Ammiro David Grossman come scrittore, ma sono totalmente in disaccordo con lui sull'affermazione di genocidio, un termine usato con troppa leggerezza. Nella storia moderna i genocidi sono stati solo due: l'uccisione del 40% degli armeni da parte dei turchi durante la Prima guerra mondiale e l'assassinio del 60% degli ebrei in Europa durante la Seconda guerra mondiale da parte dei tedeschi.
Ogni attacco a Gaza è approvato da consulenti legali internazionali, non è diverso dagli attacchi americani contro l'Isis a Mosul o Raqqa. E non parlo nemmeno di Dresda o Tokyo durante la seconda guerra Mondiale, eppure nessuno accusò la Gran Bretagna o gli Stati Uniti di genocidio. Israele è l'unico paese al mondo che fornisce cibo, acqua ed elettricità al suo brutale nemico».