intervista camillo ruini la stampa giorgia meloni

DIO PERDONI LA SANTA IPOCRISIA DI CAMILLO RUINI – SU “LA STAMPA” IL GRANDE VECCHIO DEI CATTOLICI CONSERVATORI VA IN ESTASI PER LA SANTA DELLA GARBATELLA: “LA PREMIER MELONI È DAVVERO MOLTO BRAVA , HA SAPUTO CIRCONDARSI DI COLLABORATORI DI RICONOSCIUTO VALORE COME MANTOVANO” . IL CARDINALE AGGIUNGE: “IL FATTO CHE RICHIAMI NELLA SUA AZIONE DI GOVERNO LE RADICI CRISTIANE COSTITUISCE UN FATTORE ESTREMAMENTE POSITIVO PER L’ITALIA E PER IL CATTOLICESIMO POLITICO” - MA IL TITOLO DEL GIORNALE DIRETTO DA MALAGUTI (''MELONI GOVERNA BENE, NON SERVE IL PARTITO CATTOLICO”), PER IL VENERABILE RUINI È COME IL VIAGRA: “INDURISCE IL CONTENUTO DELL’INTERVISTA…”

CAMILLO RUINI

RUINI, 'TITOLO INTERVISTA NON RIENTRA NELLA MIA RESPONSABILITÀ'

(ANSA) - 'In merito alla mia intervista pubblicata questa mattina, voglio precisare che, come spesso capita, il titolo del giornale indurisce il contenuto dell'intervista. Non rientra nella mia responsabilità ciò che è scritto nel titolo, ma esclusivamente ciò che è contenuto nel testo della mia intervista'. Lo dice il cardinale Camillo Ruini, ex presidente della Cei, a proposito della sua intervista pubblicata oggi da 'La Stampa' con il titolo: 'Meloni governa bene, non serve il partito cattolico. Berlusconi jr in politica? Non ha il talento del padre'.

 

RUINI, MELONI GOVERNA BENE, NON SERVE IL PARTITO CATTOLICO

(ANSA) -  "Quanto sta accadendo a Gaza eccede ogni possibilità di umana comprensione, quindi è legittimo allarmarsi per l'impossibilità di intravedere una concreta via di uscita". Lo spiega alla Stampa il cardinale Camillo Ruini presidente della Cei e vicario di Roma, secondo cui "il peggio è passato" perché il "moto collettivo che, includendo il riconoscimento della Palestina, spinge a convincere gli Usa e a costringere Israele a trovare una qualche forma di accordo".

intervista di camillo ruini su la stampa

 

Nella lunga intervista Ruini parla del nuovo Papa Leone XIV che stima "nella sollecitudine a ricucire gli strappi e a ripristinare l'unità della Chiesa rimettendo ordine al suo interno e riorientandola ai valori. Sono personalmente molto contento dell'elezione di Robert Francis Prevost". Passa poi alla politica italiana, negli anni è stato interlocutore di numerosi leader. "In particolare a Silvio Berlusconi mi univa un'amicizia", ricorda. Ora si ipotizza che il figlio Pier Silvio possa candidarsi.

GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

 

"Non la vedo come prospettiva. Come leader politico Silvio Berlusconi aveva sicuramente delle doti di carisma - commenta -. Ma si tratta di talenti personali nella vita pubblica che difficilmente passano da padre a figlio". Ci sono poi parole di lode per Giorgia Meloni che "è davvero molto brava e che ha saputo circondarsi di collaboratori di riconosciuto valore come il sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano", evidenzia. "Il fatto che la premier Meloni richiami nella sua azione di governo le radici cristiane costituisce un fattore estremamente positivo per l'Italia e per il cattolicesimo politico - spiega -. Finite la Dc e l'unità politica dei cattolici si può impegnarsi in qualunque partito e testimoniare la propria identità cristiana".

cardinale camillo ruini funerale papa francesco

 

A settembre si tornerà a discutere in Parlamento di fine vita. "Oggi si torna a negare la sacralità della vita dal concepimento al suo termine naturale. Bisogna vedere a quale legge sul fine vita si punta ad arrivare - sottolinea -. Temo molto che se si farà una legge sarà purtroppo una cattiva legge perché vedo un'aggressività e una voglia di legittimare di fatto l'eutanasia".

 

"MELONI GOVERNA BENE NON SERVE IL PARTITO CATTOLICO BERLUSCONI JR IN POLITICA? NON HA IL TALENTO DEL PADRE"

Estratto dell’articolo di Giacomo Galeazzi per “La Stampa”

«Nel nuovo disordine mondiale il diritto della forza sembra ormai prevalere sulla forza del diritto. L'orrore in Palestina ha superato ogni limite ma credo che il peggio sia passato: Israele dovrà desistere per le pressioni della Casa Bianca», analizza con la proverbiale acutezza monsignor Camillo Ruini, il "cardinal sottile" plenipotenziario per l'Italia di Karol Wojtyla come presidente della Cei e vicario di Roma, grande elettore di Benedetto XVI, punto di riferimento per l'episcopato conservatore mondiale e protagonista tre mesi fa al pre-conclave quando ha presentato al sacro collegio «quattro condizioni irrinunciabili per il buongoverno della Chiesa».

silvio berlusconi camillo ruini

 

Un'esortazione ai quali gli elettori hanno prestato attenzione: «il nuovo successore di Pietro confermi nella fede l'intero popolo cristiano con uno stile di governo che elimini ogni inutile durezza, piccineria e aridità di cuore; dimostri capacità di rispondere in chiave cristiana alle sfide intellettuali di oggi con la certezza della verità e la sicurezza della dottrina; il suo ricorso al diritto sia il più possibile conforme alla legge dell'amore; superi le minacce all'unità e alla comunione nella consapevolezza che la Chiesa, come ogni corpo sociale, ha le sue regole, che nessuno può impunemente ignorare».

 

Eminenza, l'identikit del Papa che auspicava corrisponde al profilo di Leone XIV?

«In alcuni aspetti sicuramente sì, soprattutto nella sollecitudine a ricucire gli strappi e a ripristinare l'unità della Chiesa rimettendo ordine al suo interno e riorientandola ai valori. Siamo all'inizio del pontificato, quindi si vedrà l'evoluzione ma è certamente importante che l'impostazione emerga nitida fin dai suoi primi atti di governo e decisioni di fondo. Sono personalmente molto contento dell'elezione di Robert Francis Prevost».

MEME SU DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI BY EMILIANO CARLI

 

Serviva un "ricucitore" dopo Francesco?

«Sì, senza dubbio. Il lunghissimo pontificato di Giovanni Paolo II è stato monumentale: ha trovato un mondo diviso in due dal Muro di Berlino e lo ha lasciato in piena globalizzazione. Aveva una personalità straordinaria, persino debordante, una leadership naturale sempre forte sotto ogni punto di vista. Dopo di lui è salito al Soglio Joseph Ratzinger, un Papa di brillante intelligenza, di profonda dottrina ma con una scarsa attitudine a governare. Quei problemi non sono stati risolti da Francesco, anzi ne sono emersi altri, non meno gravi».

[...]

 

Già allora la Gmg pregava per la pace in Terra Santa. Un quarto di secolo dopo la situazione è persino peggiorata. Come è possibile ?

«Quanto sta accadendo a Gaza eccede ogni possibilità di umana comprensione, quindi è legittimo allarmarsi per l'impossibilità di intravedere una concreta via di uscita però credo che il peggio sia passato e che la corrente internazionale converga verso lo stop alle atrocità.

camillo ruini

 

Un moto collettivo che, includendo il riconoscimento della Palestina, spinge a convincere gli Usa e a costringere Israele a trovare una qualche forma di accordo. Leone XIV ha dato razionalmente voce a un'istanza etica globale:non si può pensare a rimuovere con la forza un popolo dalla propria terra né a una punizione collettiva. La guerra è sempre la sconfitta di tutti. Soprattutto laddove era impensabile».

 

A quale conflitto si riferisce in particolare ?

«Per chi viene dalla ricostruzione post-bellica era inimmaginabile ritrovarsi con un conflitto devastante in Europa. Non mi aspettavo l'invasione russa dell'Ucraina, ma già di fronte all'escalation da propaganda sovietica di Vladimir Putin avevo cominciato a preoccuparmi. Leone XIV ha offerto il Vaticano come terreno di dialogo affinché i nemici possano guardarsi negli occhi, ma da Mosca il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha subito obiettato che la Santa Sede non è il luogo adatto alla mediazione tra due nazioni ortodosse. Spero di sbagliarmi – e in geopolitica tutto è sempre possibile – ma ritengo improbabile che Putin accetti di negoziare a Roma. Non ha interesse a farlo.

camillo ruini papa wojtyla

 

La sua incrollabile intenzione è arrivare alla distruzione dell'Ucraina. Non è questione di trattare in Vaticano o a Istanbul. Si piegherà a un'intesa soltanto qualora veda dall'altra parte, cioè dalla Nato, una determinazione ferrea che gli faccia capire che non può vincere. Se l'Occidente non è coeso, il Cremlino proseguirà».

 

Nella politica italiana lei ha avuto come interlocutori leader di ogni estrazione. Con chi ha avuto il rapporto più stretto?

«Con alcuni le relazioni sono state particolarmente intense e frequenti. In particolare a Silvio Berlusconi mi univa un'amicizia».

 

silvio berlusconi camillo ruini

Che effetto le fa sentir parlare di una discesa in campo di suo figlio Pier Silvio?

«Non la vedo come prospettiva. Come leader politico Silvio Berlusconi aveva sicuramente delle doti di carisma. Ma si tratta di talenti personali nella vita pubblica che difficilmente passano da padre a figlio. E poi in Italia noi abbiamo Giorgia Meloni che è davvero molto brava e che ha saputo circondarsi di collaboratori di riconosciuto valore come il sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, giurista cattolico di indubbio spessore che ha dimostrato capacità e senso di responsabilità anche alla guida della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre. Figura di garanzia».

 

Il bipolarismo si è stabilizzato in Italia?

«Ci sono stati vari passaggi. Prima per quarant'anni il voto era consolidato. Il grosso votava Dc o Pci, il resto Psi e partiti laici. Poi c'è stata una fase in cui i voti hanno cominciato a spostarsi rapidamente con leadership che passavano in poco tempo dal 3 al 30% o viceversa. Adesso siamo entrati in un'epoca differente e, più o meno, c'è un certa stabilità con un partito come Fratelli d'Italia che può contare all'incirca sul volume di consensi che aveva Forza Italia nel periodo più favorevole.

silvio berlusconi

 

Gli schieramenti destra-sinistra rimarranno questi sulla traccia di quanto avviene in Europa. Il fatto che la premier Meloni richiami nella sua azione di governo le radici cristiane costituisce un fattore estremamente positivo per l'Italia e per il cattolicesimo politico. Finite la Dc e l'unità politica dei cattolici si può impegnarsi in qualunque partito e testimoniare la propria identità cristiana. L'albero si riconosce dai frutti e adesso lo si vedrà sulla difesa dei valori». [...]

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