1. SIAMO UNA REPUBBLICA FONDATA SUI PAPY! IL CLIENTE COMMERCIALISTA: “MI ECCITA VEDERE TE CHE POI MAGARI LA PRESTI A PAPY E MI AIUTI CON LA TUA AMICHETTA…” 2. LA FIGLIA SI LAMENTA CON LA MADRE CHE A FORZA DI FARE MARCHETTE VA MALE A SCUOLA: “ALLORA NON SAI STUDIÀ (...). IO STUDIAVO LA SERA, QUAL È IL PROBLEMA?” A RIPROVA DEL FATTO CHE NON È SOLO LA SCUOLA DI OGGI LA CAUSA DI TUTTI GLI SFACELI 3. CERTO, ANCHE NEL TURISMO SESSUALE CI SONO I MINORENNI. MA LÌ CI RASSICURA LA DISTANZA DA PERSONE CHE RITENIAMO INFERIORI, AL PUNTO CHE CI SEMBRA UN ESOTISMO, NON UNA BARBARIE, CHE VENDANO I PROPRI FIGLI AI TURISTI DELL’OCCIDENTE 4. IL CLIENTE CHIEDE UNA LOLITA, MA ESSENDO UN COMMERCIALISTA FORSE NON HA LETTO NABOKOV; SEMMAI CONOSCE LE CATEGORIE DI YOUPORN. LE MINORENNI PIACCIONO A TUTTI. SE COSÌ NON FOSSE, NON ESISTEREBBE UNA LEGGE CHE LO VIETA (COPY LUTTAZZI)

Daniela Ranieri per "Il Fatto Quotidiano"

Baby-squillo: Baby vuol dire bambino, bebè, bimbo. Indica un'età che comincia a 0 anni e un certo punto finisce. In senso traslato vuol dire anche pupa, amore, tesoro, e persino ragazza. Ma se vuol dire ragazza, non ha senso abbinarlo a squillo cioè prostituta: non risulta che le prostitute debbano essere anziane. Il termine esatto è "prostituta minorenne": ma vuoi mettere.

Clienti: Spesso si accontentano delle 17enni, e fanno professioni rispettabilissime: commercialisti, notai, ufficiali dell'Esercito, Presidenti del Consiglio.

Cronaca: Il fatto è croccante: due studentesse minorenni offrono sesso a pagamento. Praticamente il richiamo di banner pubblicitari tra i più cliccati del web. Ma (wow) qui c'è di più: la madre di una delle due lo sa e spinge la figlia a tenersi "il lavoro", perché non ce la fa ad andare avanti. Si potrebbe allargare sulla crisi, che non è solo economica ma anche dei valori eccetera. Leggiamo i dialoghi tra mamma e figlia con una sorta di devozionale raccapriccio. Nelle sedi adatte, non vediamo l'ora di trarne la parabola, la tendenza, la punta dell'iceberg, l'esempio negativo che bussa alle porte della generazione dei nostri figli. Nessuno cita la scena del Marchese del Grillo alle prese con la popolana baby prostituta Faustina.

Fenomeno: La presenza di clienti adulti annulla la sociologia: uffa, non possiamo tirare fuori la solfa di una generazione sbandata e senza valori, figlia di una cultura che ha tolto il nume all'amore. E il fenomeno? Non c'è. Ma attenzione: le baby prostitute sono molte di più di due.

Potrebbe darsi che i clienti, stimabili partite Iva che conoscono le leggi del mercato, abbiano sentito la pulsione solo all'esplosione dell'offerta.

(È invece un fenomeno quello del turismo sessuale: ma lì ci rassicura la distanza, geografica e antropologica, da persone che riteniamo inferiori, selvagge, al punto che ci sembra un esotismo, e non una barbarie, che vendano i propri figli ai turisti dell'Occidente diciamo ricco. Anzi, dovrebbero ringraziarci per la generosità dei nostri mariti. La vicenda ci porta il turismo sessuale in casa, e questo proprio no, non possiamo accettarlo: che vendano pure i loro figli, ma a casa loro!)

Giro di cocaina: Cioè, questa gente è talmente debosciata che la droga non la va a comprare da un pusher con regolare partita Iva che la acquisti direttamente da un agricoltore della Colombia e che emetta regolare scontrino, comme il faut. Né questo si dedica a un cliente, fidelizzandolo, magari con delle tessere punti. No: c'è proprio un giro. Una filiera. Domanda diversificata, vendita all'ingrosso. Che roba.

Indignazione morale: Un balsamo dei più potenti. Mentre leggiamo le intercettazioni con eccitazione e scandalo, decidiamo nel nostro foro interiore che quel tipo di umano ci è estraneo, anzi lo liquidiamo come non umano. Nella discesa in questo abisso, anche grammaticale, ribadiamo la nostra superiorità morale nei confronti di quella parte sordida e rimossa del mondo. Noi non scriveremmo mai "rosico" in un sms.

Intercettazioni: Siamo divisi, come pubblico e come individui, tra l'attrazione morbosa e la volontà di prendere le distanze. La tentazione di cannibalizzare la storia per trarne articoli molto edificanti con frasi brevi e pochi verbi (e tutti all'indicativo o al congiuntivo esortativo), è forte. Andiamo in cerca del penale che le giustificherebbe. Ma torniamo a leggere quelle piccanti.

Papy: "Mi eccita vedere te che poi magari la presti a papy e mi aiuti con la tua amichetta" (il cliente commercialista). È nato prima il berlusconismo in sé o il berlusconismo in noi?

Parioli: Non sono più quelli di una volta. Addio quartiere signorile e residenziale, addio appartamenti un po' lugubri in cui il ceto alto si annoia col sesso coniugale e la visura di un rogito. Addirittura uno viene usato come alcova, per venire incontro ai clienti che lavorano in zona: non era meglio, pur con qualche disagio, affittarlo a Centocelle, a Fidene, al limite al Prenestino? Non c'è più decoro.

Ragazzettine: Termine inventato da un cliente, evidentemente più fantasioso e ragionevole di molti titolisti. Il doppio diminutivo sta lì a dire: spensieratezza, malizia, disponibilità, arrendevolezza, candore. Scopriamo invece che le due sono senza scrupoli, fredde, "potenti" nella gestione dei loro contatti. Poco importa che una dica alla madre che vuole andare a scuola e non riesce a studiare. Si sottraggono alla classificazione di vittime che eravamo pronti a concedere loro: come abbiamo fatto a non pensarci prima? In questa storia cupa abbiamo trovato i cattivi.

Rete: Ecco qua, l'archetipo del labirinto oscuro. Fior di psichiatri spiegano che mentre i genitori pensano che la stanza del figlio sia un luogo protetto, quello magari, oltre la porta chiusa, si sta "prostituendo virtualmente" su Internet. Una immagine vertiginosa, specie se si pensa che in un'altra stanza di un'altra casa c'è un adulto reale che lo sta adescando.

Ricarica: Cosa non si fa per una ricarica. Basterebbe usare WhatsApp, che è gratuito: si neutralizzerebbero anche un mucchio di voti di scambio sotto elezioni.

Sms: Quelli tra un cliente e un minore che fa da tramite, guarda un po', parlano di sesso e denaro: praticamente i pilastri della nostra Repubblica (ci saremmo accorti che "fondata sul lavoro" è ormai una formuletta cerimoniale).

Studiare: "Allora non sai studià (...). Io studiavo la sera, qual è il problema?" (la madre "complice" alla figlia). A riprova del fatto che non è solo la scuola di oggi la causa di tutti gli sfaceli.

Violenza: Non ci entra proprio in testa che l'uso della prostituzione minorile, così come gli abusi sessuali sui minori commessi da ecclesiastici, insegnanti, parenti, pertiene alla violenza più che alla sessualità, proprio perché il minore, per quanto sveglio, è già di per sé in condizioni di inferiorità rispetto a un adulto. Lo sanno pure i clienti, che da ciò traggono parte del loro piacere. Ma le pagine sono quelle del "sesso" (secondo alcuni studi, la parola più attraente insieme a "Hitler").

Vita attiva: "Non ti perderei! Ho solo avuto contrattempi perché ho una vita molto attiva!". Sempre il cliente al minore, che si lamenta di una mancata ricarica (vedi). La banalità del commercialista. Il copia-incolla dei messaggi alla moglie.

Youlolita: Il cliente chiede una Lolita, ma essendo un commercialista forse non ha letto Nabokov; semmai conosce le categorie di YouPorn, note a un pubblico molto più vasto che non quello dei fruitori di prostituzione minorile, in cui l'abuso e il mercimonio sono sceneggiati ad arte come fonte di eccitazione. La parola Lolita e l'immagine che essa veicola sono già tra noi, sono già parte della cultura contemporanea.

Il significato elusivo come una farfalla di quel nome sta lì a significare che fare sesso con una ninfetta (l'operazione dei carabinieri si chiama "Ninfa") è più bello (più stuzzicante, più trasgressivo, meno impegnativo) che non con una donna matura: Nabokov ci ha spiegato perché nella sua sublime letteratura, ma forse esistono spiegazioni più dozzinali e non meno incontrovertibili alla portata di un uomo qualunque. Le minorenni piacciono a tutti. E così, da che mondo è mondo. Se così non fosse, come disse Daniele Luttazzi, non esisterebbe una legge.

 

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