pestaggio colleferro

“E’ STATA UNA VENDETTA, HO DIFESO UN AMICO DALLE LORO PRESE IN GIRO E ME L’HANNO FATTA PAGARE” – PARLA IL 17ENNE PESTATO DAI BULLI NEL PAESE DOVE VENNE UCCISO WILLY MONTEIRO: “NON ERANO IN DUE, ERANO MOLTI DI PIU’ - RIVALITÀ FRA PALESTRE O FRA RAGAZZI DI CENTRI VICINI: LE IPOTESI SONO TUTTORA AL VAGLIO – LA TESTIMONIANZA: STAVOLTA SI È TRATTATO DI UNA RAGAZZATA, NON COME NEL CASO DI WILLY. QUELLI PICCHIAVANO PER UCCIDERE, LORO DUE HANNO SOLO ESAGERATO CON LE BOTTE. E POI SÌ, È VERO CHE FANNO ARTI MARZIALI, MA..

Rinaldo Frignani per il "Corriere della Sera"

 

pestaggio colleferro 2

«Non erano solo in due, erano di più. Molti di più. Lo hanno fatto per vendicarsi, hanno aspettato qualche settimana e me l' hanno fatta pagare». Lorenzo è sveglio, perfettamente consapevole di quello che gli è successo. È in prognosi riservata all' ospedale San Giovanni, ma non è in pericolo di vita. Dopo il primo grande spavento, il quadro clinico è stato stabilizzato dai medici, tac e altri esami hanno escluso conseguenze più gravi. Un sospiro di sollievo.

 

Sul comodino accanto al letto nel reparto di Chirurgia maxillo-facciale ci sono lo smartphone e una bottiglia d' acqua. Il telefonino è l' unico contatto con l' esterno, perché anche i suoi genitori lo hanno potuto incontrare per poco tempo, a causa delle regole anti-Covid. Ma il 17enne di Segni appare tutto sommato sereno, e soprattutto ricorda molto bene il pomeriggio di violenza nel centro di Colleferro.

pestaggio colleferro

 

Lo racconta nei minimi dettagli al sindaco della cittadina Pierluigi Sanna che si presenta a metà mattinata con l' assessore regionale alla Sanità Alessio D' Amato e il primo cittadino di Segni, la sua città, Piero Cascioli, che si sono poi intrattenuti a lungo con la madre del ragazzo.

 

«Mi sono saltati addosso perché qualche settimana fa ho difeso un mio amico dalle loro prese in giro. Me l' avevano promesso, e così hanno fatto - dice Lorenzo -. Sono dei bulli, frequentavamo la stessa palestra dove si insegnano Mma, poi hanno cambiato. Sembravano tranquilli, soprattutto uno, ma era tutta scena». In realtà il motivo del pestaggio dal quale il 17enne è uscito vivo per miracolo non è ancora chiaro. È probabile che nei prossimi giorni Lorenzo venga sentito di nuovo dagli investigatori del commissariato di Colleferro, coordinati dal dirigente Francesco Mainardi, che hanno già inviato un rapporto alla procura di Velletri. «Io non ero da solo, eravamo in quattro, prima ci hanno minacciato, poi hanno cominciato a picchiare, sempre più forte. Ma se la sono presa soprattutto con me».

 

pestaggio colleferro ragazzi fermati

Pugni, spintoni, mosse fulminee. E soprattutto calci alla testa quando il 17enne era già a terra, semi svenuto per aver sbattuto il capo sulla carrozzeria di un' auto in sosta nel vicolo dietro il corso. «Rivalità fra palestre, fra ragazzi di centri vicini: non è ancora chiaro, le ipotesi sono tuttora al vaglio - spiega Francesco Mainardi, dirigente del commissariato di Colleferro -. Di sicuro però due episodi del genere in pochi mesi devono far riflettere, tanto quanto il motivo di questa aggressione. Lo hanno massacrato per cosa?».

 

Nel reparto dove si trova il 17enne si sono presentati anche alcuni amici, compresi quelli che si trovavano con lui sabato pomeriggio in corso Turati. «Lorenzo ha sopportato in maniera coraggiosa il tampone al quale è stato sottoposto prima del ricovero, una prova durissima viste le fratture del volto. È stato davvero stoico», raccontano.

 

Adesso Lorenzo è atteso da altri giorni difficili. Sarà sottoposto a una serie di interventi chirurgici per ricomporre le fratture, in particolare quella alla mandibola. «Ma non ho paura», assicura ancora. «A Colleferro purtroppo, come altrove, ci sono ragazzi che si credono Bruce Lee dopo un mese di palestra e gente che si alza una mattina e si autoproclama istruttore di arti marziali - spiega Angelo Russo, maestro di kali filippina proprio nella cittadina -. Ma le arti marziali non sono quelle che praticano questi giovani, ma disciplina, modo di vivere, autodifesa. Tutto il resto è roba da esaltati».

 

2 - ARTI MARZIALI, VIOLENZA E VENDETTE IL SACRIFICIO DI WILLY NON INSEGNA

Grazia Longo per "la Stampa"

 

colleferro pestaggio

È più di una suggestione. È un crampo allo stomaco che ti assale e non ti lascia tregua, mentre osservi l' altarino sul marciapiede che da sette mesi resiste al sole e alla pioggia in piazza Italia per ricordare il martirio di Willy Duarte Monteiro. Candele, peluche, pupazzetti, sciarpe e maglie della Roma, la foto di Willy, che in tanti abbiamo imparato a conoscere, con la didascalia «un sorriso che merita giustizia». Osservi quest' altarino e rabbrividisci all' idea che si trova solo a poche centinaia di metri da dove sabato pomeriggio è avvenuta una nuova brutale aggressione.

 

È una domenica da lockdown. Negozi sbarrati e pochi bar aperti, solo per l' asporto.

monsignor luciano lepore colleferro

La pioggia si abbatte torrenziale su un corso Turati praticamente deserto. Ma la curiosità, alla fine, vince su tutto e un paio di ragazzi si avvicinano al luogo dov' è avvenuto il pestaggio di Lorenzo C. Prendono subito le distanze dalla possibilità che Colleferro, paese operaio a un' ora di strada da Roma, venga etichettato come centro di violenza giovanile. «Guardi che qui non siamo mica a Los Angeles - prova a ironizzare Angelo, 23 anni e cappellino da baseball in testa -. Purtroppo se anche in sette mesi ci sono stati due episodi così brutti non vuol dire nulla. Sono cose che capitano dappertutto».

 

Un altro, che non vuole rivelare neanche il nome ma solo l' età, 19 anni, dice senza troppi giri di parole che «stavolta si è trattato di una ragazzata, conosco Lorenzo e Christian (i due arrestati, ndr) e non sono certo due assassini come i fratelli Bianchi. Quelli picchiavano per uccidere, loro due hanno solo esagerato con le botte. E poi sì, è vero che fanno arti marziali, ma lo fanno per sport. Come lo faccio io. Ma non siamo dei violenti». Inutile fargli notare che questi che lui definisce «non violenti» hanno spedito un ragazzo di 17 anni in prognosi riservata. Si abbassa la mascherina, ti sorride e se ne va.

 

Chissà, forse ha davvero ragione il parroco di Colleferro, monsignor Luciano Lepore, quando afferma che «stiamo allevando una generazione di giovani arrabbiati che non riusciamo a contenere. Mi creda quando le dico che anche quelli che vengono a giocare a calcetto in oratorio bestemmiano a più non posso. Figuriamoci quelli più distanti dalla fede. Dobbiamo interrogarci tutti, insegnanti, preti, assistenti sociali. Ma in primis devono farlo i genitori. Parlano con i figli? Trasmettono dei valori? Ma comunque non voglio colpevolizzare nessuno.

Colleferro willy

 

Anche perché, purtroppo, è un problema diffuso dappertutto». In merito, il parroco ricorda che anche «a Roma e Milano recentemente si sono registrati casi di violenza tra gruppi di giovani che si sono dati appuntamento con i social media».

 

A «tempi difficili» allude il sindaco, Pierlugi Sanna: «Sicuramente le restrizioni del Covid non hanno aiutato i giovani, li hanno fatti sentire spaesati. Dilaga una violenza intesa come strumento per risolvere le controversie al posto di un dialogo costruttivo.

Ma credo non sia un problema di sicurezza, di forze dell' ordine, che anzi anche in questo caso hanno dimostrato grandi capacità. Il problema è la mancanza di valori e non dobbiamo additare sempre le famiglie o la scuola.

 

willy

La questione è più ampia. Siamo di fronte a un fatto gravissimo e inaccettabile, che fa venire i brividi alla nostra comunità. I colpevoli non possono rimanere impuniti». Secondo il sindaco l' emergenza va gestita in modo collegiale «dall' intera collettività: serve un patto sociale tra istituzioni, parrocchie, scuole, famiglie». Infine un' amara conclusione: «Abbiamo iniziato in questa direzione ma evidentemente ancora non basta».

 

Alla funzione educativa del processo, guarda invece l' avvocato Domenico Marzi, legale della famiglia di Willy: «Il 10 giugno si svolgerà la prima udienza in Corte d' assise a Frosinone contro gli assassini di Willy. Mi auguro che abbiano una pena esemplare e che questo serva da monito per il futuro».

i fratelli bianchi

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....