carminati abbate

MAFIA O NON MAFIA CAPITALE? - LE MINACCE DER CECATO A LIRIO ABBATE: ”GLI FRATTURO LA FACCIA... COSÌ GLI AUMENTANO PURE LA SCORTA, A ‘STA MERDA'' - L’IMPRENDITORE PULCINI, UN ALTRO DEGLI IMPUTATI: “MAFIA? TANGENTI ALL’AMATRICIANA”

1. IL CECATO: “AD ABBATE GLI FRATTURO LA FACCIA”

Da “la Repubblica”

 

CARMINATI CARMINATI

Ci sono tutte le minacce al giornalista dell’Espresso Lirio Abbate nelle carte depositate dalla procura di Roma nel processo di Mafia Capitale. Nei brogliacci del Ros che dedicano interi paragrafi alla vicenda, ci sono diverse conversazioni in cui Massimo Carminati non nasconde la sua rabbia per le rivelazioni apparse sul settimanale.

 

«Come trovo il giornalista gli fratturo la faccia, tanto sarà scortato, così gli aumentano pure la scorta, a ‘sta m....», dice. Ancora, parlando con un suo fedelissimo su utenze nascoste, Carminati spiega: «Chiaramente bisogna mettergli un freno». Il soggetto, annotano gli investigatori, è Abbate: delle sue inchieste il Cecato ha continuato a informarsi anche in carcere, come rivelano le intercettazioni.

 

 

2. DAI BOSS IN VIDEO AI COMPRIMARI LA GARA AL RIBASSO DEGLI IMPUTATI “SOLO TANGENTI ALL’AMATRICIANA”

lirio abbatelirio abbate

Attilio Bolzoni per “la Repubblica”

 

Ma quale faccia ha questa Mafia Capitale? Quella sofferente di Luca Odevaine o quella rabbiosa del sindaco di Sant’Oreste, quella rassegnata del fratello di Carminati o quella invisibile di Salvatore Buzzi? Loro sono tutti lì, ognuno per conto proprio, dal vivo o in diretta tivù, liberi e detenuti nei bracci del 41 bis, storditi e stupiti di ritrovarsi in un’aula di Tribunale dove mai e poi mai avrebbero immaginato di finire e per giunta tutti insieme. Associazione.

 

È la «prima» del maxi processo di Roma e il copione è scontato: mafia o non mafia. Nel giorno del giudizio un po’ c’è il sole e un po’ piove, gli imputati ci sono e non ci sono, nascosti, confusi fra la debordante folla di avvocati e assistenti legali che trascinano valigie di documenti e prendono posizione davanti allo scranno dei giudici.

 

Le gabbie con i vetri blindati sono vuote, giornalisti tanti, curiosi pochi, la capitale d’Italia mostra tutta la sua indifferenza per quello che i giornali avevano annunciato come un dibattimento storico. 

MAFIA CAPITALE PROCESSO MAFIA CAPITALE PROCESSO

 

Dai monitor delle carceri speciali di Tolmezzo e di Parma e di Secondigliano i capi dell’organizzazione criminale sembrano manichini, custoditi in un deposito. Forse Er Cecato è il primo a sinistra in basso sul monitor, pare proprio lui, tutto vestito di nero e immobile come una statua. Forse Buzzi è quell’altro nella quarta immagine a destra, quando muove la testa lo tradisce un ciuffo bianco ma in volto non lo vede nessuno. Sono piccoli piccoli, lontani.

 

Non c’è solennità in quest’apertura di processo romano, l’aula Vittorio Occorsio è un bivacco, la stampa straniera — la France Presse in una nota del pomeriggio — saluta l’avvenimento con un titolo semplice ma efficace: «La justice italienne ouvre le procès dei bas-fonds de Rome». La giustizia italiana apre il processo ai bassifondi di Roma.

 

Menichelli Sergio? «Presente », e si alza in piedi come uno scolaro all’appello del maestro l’ex sindaco Pd di un piccolo comune che ancora confessa di non capire perché è qui, dopo quasi un anno agli arresti domiciliari per corruzione e ventuno giorni a Rebibbia per tentata evasione. Dice che qualche mese fa aveva «chiesto la grazia » per le sue disavventure giudiziarie e portato i fiori alla Madonna di gesso, che è a tre metri da casa sua.

 

PROCESSO MAFIA CAPITALEPROCESSO MAFIA CAPITALE

I carabinieri l’hanno acchiappato: «Mi hanno messo in cella con uno dei Casamonica, Sergio Casamonica. Mi ha urlato: devi essere proprio un coglione, un sindaco che finisce a Rebibbia può essere solo un coglione». Dice pure che rifarebbe tutto quello che ha fatto: «Sono orgoglioso di avere assunto otto disoccupati ». Menichelli Sergio tira fuori dal borsone la lista «che mi ha dato Buzzi per quei lavoratori» e impreca contro il suo partito che l’ha espulso.

 

Mafia? «Ma quale mafia?». Lui ha trovato un posto a sedere, l’architetto del suo Comune Marco Placidi — anche lui accusato di corruzione — fa l’imputato in piedi. «È incredibile, neanche una sedia, ma ormai questa giustizia mi sta abituando a tutto: festeggerò il mio sessantunesimo compleanno agli arresti domiciliari e non sono neanche perché». Mafia? «Ma no, e poi lo Stato invece di prendermi in ostaggio avrebbe dovuto avvisarmi che c’era quella gente là».

MAFIA CAPITALEMAFIA CAPITALE

 

Ma quale faccia ha questa Mafia Capitale che non indossa cappotti cammello e non sfoggia al collo catenoni d’oro ma si presenta con il borsello a tracolla dell’architetto Placidi, con l’elenco — corpo di reato — che agita fra le mani il sindaco Menichelli, con gli occhi che non stacca mai da terra Alessandra Garrone, la compagna di Buzzi? È la straordinaria normalità della trama romana, la città che si mischia e poi alla fine scopre se stessa. Associazione.

 

MAFIA CAPITALE - FERMO IMMAGINE DA UN VIDEO DEI ROSMAFIA CAPITALE - FERMO IMMAGINE DA UN VIDEO DEI ROS

L’udienza è appena cominciata e nella seconda fila a destra della grande aula arriva uno dei protagonisti, uno dei più famosi. I dieci mesi di detenzione gli hanno portato qualche chilo in più, ora ha anche la barba, addosso un elegante vestito grigio. È provato Luca Odevaine, l’ex vice capo di gabinetto di Veltroni sindaco e capo della polizia provinciale con Zingaretti.

 

È stato appena scarcerato, ha raccontato ai magistrati i segreti del Cara di Mineo, parla sottovoce: «Leggendo le carte ho scoperto di fare parte di un mondo che non conoscevo ». Lei si sente un corrotto o un corruttore? «Né l’uno né l’altro, ho fatto solo l’errore di entrare a far parte di un sistema, ho accettato compromessi ma ora sto collaborando con la procura». Mafia? «No, non è mafia, se mafia è affiliazione e un sottobosco di violenza quella di Roma non è mafia, c’è però un decadimento della qualità politica». Se n’è accorto.

MAFIA CAPITALEMAFIA CAPITALE

 

Appoggiato alla balaustra, solo, c’è Sergio Carminati il fratello. Sta in un aula sino a fine mattinata e poi se ne va. Si concede poco: «Ho visto Massimo in carcere solo due volte, avete creato un mostro... parlate delle nostre attività di famiglia, io vivo facendo panini». È l’ora della gastronomia. L’imprenditore Daniele Pulcini, un altro degli imputati: «Mafia? Tangenti all’amatriciana». Così si chiude quasi al tramonto la «prima» del maxi processo di Roma.

 

L’unico vero colpo di scena arrivato alle 17.21. Nel piccolo televisore che diffonde le immagini dei detenuti al 41 bis c’è la statuina nera che, dopo quasi otto ore di udienza, si anima. È Massimo Carminati. All’improvviso, nella sala del carcere di Parma, si schioda dalla sedia. Fa quattro passi avanti e quattro passi indietro. Poi torna un puntino nero di Mafia Capitale.

MAFIA CAPITALE - MONDO DI MEZZOMAFIA CAPITALE - MONDO DI MEZZO

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…