cottarelli

ALLA FACCIA DELLA SPENDING REVIEW! LA SOCIETA' DI FAZIO SGANCIA A COTTARELLI 6500 EURO A PUNTATA, CHE LUI GIRA AL SUO ISTITUTO DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA - OSPITE DI FABIO FAZIO, L’EX COMMISSARIO OGNI DOMENICA PREDICA DI TIRARE LA CINGHIA - MARIO GIORDANO: “UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA È LA LEGGE FORNERO. PONTIFICA CHE NON BISOGNA TOCCARLA. CHE È GIUSTO CHE GLI ITALIANI LAVORINO FINO A 67 ANNI. LUI CHE E' ANDATO IN PENSIONE A 59 ANNI CON UN ASSEGNO DA OLTRE 18 MILA €"

Mario Giordano per “la Verità”

 

MARIO GIORDANO

Più che Cottarelli, Costarelli. Ogni domenica appare dagli schermi tv con Fabio Fazio per spiegarci, manco fosse la Madonna del sacrificio, che dobbiamo spendere meno. E per dare il buon esempio, si fa dare da mamma Rai 6.500 euro per ogni sua apparizione. Gli italiani tirino la cinghia, insomma, che lui tira le somme. E sono somme piuttosto abbondanti.

 

Per dire: nell' ultima sua omelia domenicale, quella di qualche giorno fa, è stato in onda dalle 20.43 alle 21.11, cioè esattamente 28 minuti. Cioè significa che la sua tariffa è pari a 4 euro al secondo, 232 euro al minuto, in pratica circa 14.000 euro l' ora. Non male per un signore che ha fatto della spending review la sua missione di vita. Lo chiamavano Mister Forbici. Ma, come minimo, sono forbici d' oro. Le quali, per altro, evidentemente tagliano solo nelle tasche altrui.

fabio fazio carlo cottarelli

 

È stata la stessa Rai a comunicare l'augusta cifra, rispondendo a una interrogazione del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Il meccanismo, per la verità, è piuttosto contorto: la Rai ha firmato infatti un accordo complessivo per la fornitura del programma con Officina, la società controllata per metà dal medesimo Fabio Fazio. È quest' ultima materialmente a versare il cachet, il quale per altro non va direttamente nelle tasche di Cottarelli alias Costarelli, ma all'Osservatorio sui conti pubblici dell' Università Cattolica di Milano, di cui il medesimo è direttore.

 

fabio fazio carlo cottarelli

La sostanza cambia poco: ogni comparsata del professore costa 6.500 euro e chi paga quei soldi, tramite il canone Rai, sono gli italiani. I quali, immaginiamo, esulteranno all' idea di offrire cotanto denaro a un signore per fare in modo che quest' ultimo spieghi loro in diretta tv che devono fare sacrifici.

 

Uno dei cavalli di battaglia di Cottarelli, per esempio, è la legge Fornero. A ogni occasione, appena può, lui pontifica che non bisogna toccarla. Che è giusto che gli italiani lavorino sempre di più. Fino a 67 anni. Anche oltre. Sono in fabbrica? Chi se ne importa. Non ce la fanno più? Fattacci loro. I conti pubblici non permettono nessun intervento, il governo è pazzo se pensa di accogliere, anche solo in parte, le richieste dei lavoratori esasperati.

 

cottarelli

Questo dice Mister Forbici d' oro. E sono parole che dovremmo tenere ben presenti, non solo perché, come detto, ci costano piuttosto care, all' incirca 6.500 euro ogni mezz' ora. Ma anche perché chi le pronuncia sa bene di che cosa parla, essendo andato in pensione a 59 anni con un assegno da oltre 18.000 euro al mese.

 

Voi capite: uno che prende, da quando aveva 59 anni, oltre 18.000 euro al mese (220.000 euro l' anno, per l' esattezza) come pensionato del Fondo monetario internazionale e poi fa sborsare alla Rai 6.500 euro per ogni mezz' ora che passa davanti alle Tv, non ha tutti i diritti di insegnarci come si fanno i risparmi? Come bisogna fare sacrifici? Non fa forse bene a indignarsi di fronte a semplici operai che pretendono (pensate l' assurdità) di andare in pensione a 62 anni, dopo aver versato 38 anni di contributi? Ma chi si credono di essere costoro?

 

Dei funzionari del Fondo Monetario? Dei Mister Forbici d' oro? Dei commissari alla spending review? Degli amici di Fabio Fazio? Lavorino fino a 67 anni in fonderia e non rompano le balle a chi sta spiegando, con la cipria sul naso, che bisogna soffrire.

«Avevo nostalgia di Washington», disse Cottarelli, alias Costarelli, nell' ottobre 2014. In quel momento lasciava l' incarico di commissario alla spending review a Palazzo Chigi per rientrare al Fondo monetario internazionale.

CARLO COTTARELLI

 

In Italia l' aveva chiamato Enrico Letta, negli Stati Uniti lo aveva rispedito Matteo Renzi, il quale fra un Airbus e l' altro non amava tanto quelli che facevano le pulci alle sue spese. In quell' occasione, il professore pronunciò anche frasi pesantissime sui burocrati dei palazzi delle istituzioni: «Non mi davano nemmeno i documenti», accusò. Ma siccome non era Rocco Casalino, allora nessuno si scandalizzò. Per altro la nostalgia di Washington non gli è nemmeno durata tanto: nel 2017 infatti ce lo siamo ritrovati in Italia. E il motivo è anche facilmente comprensibile: negli Stati Uniti, a quanto risulta, non hanno né Fabio Fazio né mamma Rai. 6.500 euro per mezz' ora se li può anche scordare, laggiù.

sergio mattarella carlo cottarelli

 

Così nel 2017 Cottarelli è diventato direttore dell' Osservatorio sui conti pubblici all' Università Cattolica di Milano. Di qui, nel maggio 2018 ha provato il gran balzo verso Palazzo Chigi. Nonostante la mise perfettamente chic, zainetto in spalla e trolley al seguito, il tentativo si è schiantato contro uno spiacevole incidente di percorso: per sua sfortuna, infatti, per governare l' Italia a tutt' oggi bisogna ancora avere i voti in Parlamento.

 

Pensate che disdetta: non bastano quello dei palazzi importanti, dal Fondo monetario al Quirinale. Per ovviare a questa evidente distorsione, va detto, negli ultimi tempi si stanno prodigando in tanti: istituzioni europee, burocrati, tecnocrati, corazzieri del Quirinale, financo agenzie di rating e mercati. Per cui, tranquilli: non appena riusciranno a imporre finalmente il loro volere, come ai bei tempi di Monti, eliminando ogni fastidio democratico, Cottarelli potrebbe tornare pesantemente in gioco per guidare il Paese. Non ne vediamo l'ora.

carlo cottarelli al quirinale

 

Per il momento, però, deve accontentarsi di farsi guidare da Fabio Fazio nella chiacchierata domenicale su Raiuno. Un siparietto educativo e un po' soporifero, in cui ogni settimana ci spiega che il governo sta sbagliando tutto, che la flat tax non si può fare, che il reddito di cittadinanza è peggio che la peste bubbonica, che la riforma della legge Fornero è da rifuggire come il colera e che è venuto il momento di tagliare davvero tutto quello che si può tagliare.

 

A parte la sua pensione da 18.000 euro, ovviamente, e il compenso da 6.500 euro per la mezz' ora di Tv a cura di mamma Rai. Ha scritto Giancarlo Perna che l' uomo ha «una faccia rettangolare da cercatore d' oro californiano». Ed è proprio vero.

Soltanto che il cercatore californiano, a quanto pare, il filone d' oro l' ha trovato. Nelle nostre tasche, purtroppo.

 

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...