ryan sawyer mays nave americana bruciata uss bonhomme richard

LA FRUSTRAZIONE TI BRUCIA DENTRO - LA SUPER NAVE DA GUERRA AMERICANA USS BONHOMME RICHARD CHE VENNE DISTRUTTA IN UN ROGO NEL 2020 NON FU VITTIMA DI UN INCIDENTE O DI UN ERRORE UMANO, MA DELLA "VENDETTA" DI UNA RECLUTA 20ENNE CHE ERA STATA RESPINTA DAI NAVY SEAL: SI TRATTA DEL MARINAIO RYAN SAWYER MAYS, CHE È GIÀ STATO SPEDITO IN CELLA PER 56 GIORNI E ORA RESPINGE LE ACCUSE...

Paolo Salom per il "Corriere della Sera"

 

la uss bonhomme richard 5

Il denso fumo nero che aveva avvolto il gioiello dei mari si poteva osservare dal centro di San Diego. Così come, il 12 luglio di un anno fa, si erano udite fino a venti chilometri di distanza le esplosioni, due, molto potenti, che avevano accompagnato il rogo della Uss Bonhomme Richard, meraviglia della Marina americana, in servizio attivo da poco più di vent'anni.

 

la uss bonhomme richard 4

Costata tre miliardi di dollari, appena rinnovata - e aggiornata nelle sua capacità tecnologiche - per un costo di 200 milioni, la nave anfibia (simile a una portaerei ma più piccola) era stata consumata dalle fiamme in quattro giorni nonostante gli sforzi di uno squadrone di pompieri specializzati, una decina di rimorchiatori-spegni fiamme che l'hanno accerchiata con i loro potenti getti e anche elicotteri solitamente utilizzati quando a bruciare sono le foreste della California.

 

la uss bonhomme richard 7

Tutto inutile, la Bonhomme Richard, dal nome di una fregata dei tempi della Guerra d'Indipendenza contro gli inglesi («Buon uomo Riccardo» in francese era lo pseudonimo di Benjamin Franklyn, uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti e ambasciatore a Parigi) era irrecuperabile, ridotta dal calore e dalla distruzione a un ammasso di ferraglia.

 

la uss bonhomme richard 6

Tanto che la Marina non poté che venderla a una società di demolizioni per pochi milioni di dollari. Che spreco, che rabbia: un disastro così, in tempo di pace, la Marina non lo aveva mai vissuto. Ma ben presto era apparso chiaro che all'origine del rogo non c'era il fato o un tragico errore umano.

 

Bensì la fredda determinazione di un membro dell'equipaggio che, secondo gli investigatori del Ncis, l'unità anticrimine della Marina Usa celebrata anche dall'omonima serie televisiva, aveva appiccato l'incendio e allo stesso tempo disabilitato almeno tre apparati automatici per lo spegnimento delle fiamme.

 

ryan sawyer mays 4

Ora, a un anno di distanza, si è sollevato il velo di segretezza sull'inchiesta che ha reso impossibile dormire a più di un ammiraglio. Secondo gli inquirenti, dunque, il responsabile sarebbe il marinaio Ryan Sawyer Mays, 20 anni, originario del Kentucky.

 

Arrestato e spedito in cella per 56 giorni a poche ore dal disastro, Mays tuttavia è tornato in servizio: si dice innocente e i suoi avvocati ritengono il giovane del tutto estraneo: «Non ci sono prove», ha assicurato Gary Barthel al Navy Times.

 

Gli investigatori in divisa bianca e stellette del Ncis la vedono in modo differente e sono certi di riuscire a dimostrare la colpevolezza del marinaio di fronte alla Corte marziale. Dai documenti resi pubblici, emerge una volontà precisa di danneggiare la nave. Il rogo ha avuto inizio nella stiva dove, oltre a diversi automezzi, erano stipati scatoloni e altro materiale infiammabile.

 

ryan sawyer mays 2

Nel punto di innesco sono poi state trovate diverse bottiglie e contenitori in alluminio con residui di liquidi a base di benzina. E Mays? Il giovane, è stato spiegato, aveva provato qualche mese prima a entrare nei Navy Seal, gli incursori celebri in tutto il mondo, se non altro, per aver eliminato Osama bin Laden. Ma dopo solo cinque giorni di prove, Mays aveva dovuto gettare la spugna: non aveva i requisiti fisici e mentali per iniziare l'addestramento nell'unità più elitaria delle forze armate Usa.

 

Dunque, indispettito per il fallimento, è la tesi dell'accusa, spedito senza appello come semplice «apprendista» sulla Bonhomme Richard, Mays avrebbe maturato un desiderio di vendicarsi della Marina «ingrata».

 

ryan sawyer mays 1

Diversi commilitoni hanno raccontato, sotto giuramento, di averlo visto, poco prima che le fiamme iniziassero il loro lavoro di distruzione, proprio nella stiva dove tutto ha avuto inizio. Alcuni lo avrebbero persino sentito vantarsi di aver «provocato lui» il rogo, confermando un atteggiamento di insofferenza per la disciplina e uno «scarso amore» per la vita su una nave militare.

 

ryan sawyer mays 3

Su Instagram, il 14 giugno precedente, Mays aveva pubblicato una foto a petto nudo e la frase: «Adoro l'odore del napalm alla mattina», citazione dal film «Apocalypse Now» e, forse, l'ammissione preventiva di un disagio che lo ha portato al disastro.

la uss bonhomme richard 2la uss bonhomme richard 1la uss bonhomme richard 3

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO