giovanni oggioni salva milano immobiliare inchiesta costruzioni grattacieli

A MILANO VIGEVA LA LEGGE DEL “MATTONE LIBERO”?  GIOVANNI OGGIONI, L’EX DIRIGENTE COMUNALE ARRESTATO NELL’INCHIESTA SULL'URBANISTICA MILANESE, NELLE INTERCETTAZIONI DELLO SCORSO OTTOBRE DICEVA DI AVERE FIRMATO 50 “CONVENZIONI” PER PROGETTI IMMOBILIARI CHE NON ERANO MAI PASSATE PER LA GIUNTA. UN PUNTO CONTESTATO DAI PM: PER APPROVARE QUEI PROGETTI SAREBBE STATO NECESSARIO IL VOTO DELLA GIUNTA O DEL CONSIGLIO COMUNALE – SECONDO I MAGISTRATI, OGGIONI AVEVA ALCUNI “ADEPTI” ALL'INTERNO DEGLI UFFICI COMUNALI…

Giovanni Oggioni

(ANSA) - Preoccupato e intercettato lo scorso 18 ottobre, Giovanni Oggioni, l'ex dirigente comunale milanese arrestato ieri in una tranche delle inchieste sull'urbanistica, diceva di aver firmato cinquanta convenzioni che non erano passate in giunta. Un punto questo contestato proprio dai pm, perché per i progetti immobiliari con determinate caratteristiche, secondo l'accusa, sarebbe stato necessario un voto del consiglio o della giunta comunale, mentre, invece, venivano solo siglate convenzioni tra costruttori e dirigenti comunali.

 

Tra l'altro, i pm di Milano evidenziano anche come fosse già "emerso, fin dall'indagine sul caso della torre di via Stresa", uno dei primi progetti immobiliari finiti nel mirino, "che Oggioni, avvalendosi e strumentalizzando il ruolo di Zinna", altro ex dirigente comunale indagato, "è stato l'ideatore e il sottoscrittore della determina n. 65 del 30 maggio 2018", che ha rimosso "l'obbligo del piano attuativo".

 

GIOVANNI OGGIONI

Piano necessario, secondo i pm e le norme, per grattacieli, torri e altri interventi di questo genere, per offrire servizi, come verde e parcheggi, ai cittadini delle aree interessate da quello sviluppo immobiliare. Al contempo, invece, le imprese, come documentato dalle indagini, avrebbero anche ottenuto sconti sugli oneri di urbanizzazione.

 

Oggioni, che, stando agli atti, si sarebbe dato da fare anche per "mettere in scacco le indagini" e avrebbe avuto all'interno degli uffici comunali quelli che i pm definiscono "adepti", si presentava così, come riporta la Procura, in un curriculum: "ha sempre orientato l'attività di studio e professionale e poi in qualità di funzionario e di dirigente verso lo studio delle tecniche di gestione delle risorse territoriali e della trasformazione urbana partecipando nel corso degli ultimi decenni al processo di trasformazione della Città di Milano".

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