
GIOVENTÙ BRUCIATA DAI TELEFONINI – UN SONDAGGIO RIVELA CHE DUE TERZI DEGLI ITALIANI È FAVOREVOLE ALL'INTRODUZIONE DI UNA LEGGE CHE VIETI L'USO DEI CELLULARI PER I RAGAZZI MINORI DI 14 ANNI – L’80’% DEGLI INTERVISTATI CREDE CHE L'ABUSO DEI SOCIAL SIA TRA LE CAUSE DI VIOLENZA, ISOLAMENTO E PROBLEMI DI SALUTE MENTALE – MA MOLTI SONO D’ACCORDO SUL FATTO CHE UN DIVIETO TOTALE DEI TELEFONINI POSSA ESSERE CONTROPRODUCENTE VISTO CHE…
Estratto dell’articolo di Alessandra Ghisleri per “la Stampa”
Il tema del rapporto tra adolescenti e […] l'uso dei cellulari e dei social network, è diventato centrale nel dibattito pubblico e scolastico. […] In Italia, una circolare del Ministro Valditara dei giorni scorsi, ha esteso il divieto di utilizzare i cellulari in classe a tutti i livelli fino all'istruzione superiore.
Nei due rami del Parlamento sono già state depositate due proposte di legge per portare a 15 anni l'età minima di accesso ai social, rendendo obbligatoria la verifica dell'età da parte delle piattaforme. A 12-13 anni il cervello è ancora in fase di sviluppo, l'uso eccessivo di smartphone e social può interferire con la capacità di concentrazione, con il sonno, con lo sviluppo delle competenze sociali reali e con l'equilibrio emotivo.
Sono molti gli studi che collegano un uso intensivo dei social network a un aumento di ansia, depressione e bassa autostima nei giovani, soprattutto a causa di confronti sociali e cyberbullismo. […] Ecco perché la Fondazione Marisa Bellisario con Only Numbers, entrambe con all'attivo diversi osservatori permanenti sulle questioni sociali, economiche e politiche, hanno concretizzato una ricerca che facesse luce su quello che pensano gli italiani nel merito. Nel sondaggio il campione di cittadini maggiorenni è stato messo a confronto con un target di circa 800 donne manager e imprenditrici amiche della Fondazione che fa capo a Lella Golfo.
La posizione generale emersa è quella di una forte volontà a proteggere i ragazzi da un utilizzo precoce e potenzialmente dannoso degli smartphone, promuovendo un equilibrio tra la tecnologia e le esperienze di vita reale. Il 67.1% del campione nazionale e il 68.1% del target di manager e imprenditrici è favorevole all'introduzione di una legge che vieti l'uso dei cellulari per i ragazzi minori di 14 anni. Uno su due si dichiara –addirittura- totalmente favorevole senza eccezioni.
Risulta chiaro il ruolo fondamentale dei genitori.
La loro responsabilità nel monitorare e gestire l'uso degli smartphone da parte dei figli è indispensabile, non solo per proteggere il loro benessere psicofisico, ma anche per educarli a un utilizzo consapevole e sano. Le principali preoccupazioni indicate riportano ad una riduzione della socialità (50.9% campione nazionale – 83.0% target donne manager e imprenditrici) e una vulnerabilità per la salute mentale che a sua volta potrebbe portare a stati di ansia e depressione (49.1% campione nazionale – 64.2% target donne manager e imprenditrici).
Secondo gli intervistati l'utilizzo senza controllo può creare forme di dipendenze tecnologiche (48.3% campione nazionale – 62.4% target donne manager e imprenditrici), possibilità di subire atti di cyber bullismo (35.2% campione nazionale – 54.7% target donne manager e imprenditrici), nonché essere facilmente vulnerabili nella tutela dei dati personali (26.0% campione nazionale – 41.1% target donne manager e imprenditrici).
Non con meno polarizzazioni appaiono nell'elenco le apprensioni per lo sviluppo cognitivo (39.0% campione nazionale – 53.0% target donne manager e imprenditrici), per la distrazione dallo studio (36.6% campione nazionale – 43.8% target donne manager e imprenditrici), per i possibili disturbi del sonno (24.5% campione nazionale – 40.1% target donne manager e imprenditrici) e per eventuali danni alla salute fisica (29.0% campione nazionale – 36.2% target donne manager e imprenditrici).
Per il 93.1% delle associate l'utilizzo dei social network ha un ruolo considerevole nei fenomeni che vanno dalla violenza all'isolamento dei ragazzi, l'82.6% per il campione nazionale. L'opinione pubblica, invece si divide sul ruolo che dovrebbe svolgere la scuola nell'educazione digitale: per il 44.6% dei cittadini è compito della scuola formare i ragazzi mentre per un altro 40.5% la formazione andrebbe fatta in collaborazione con le famiglie.
Più polarizzata invece la propensione delle associate alla Fondazione, dove il 63.1% affiderebbe alle istituzioni scolastiche la preparazione in questo campo. È comprensibile voler proteggere i più giovani dai rischi del digitale, ma un divieto assoluto sotto i 14 anni potrebbe risultare inefficace e persino controproducente.
Vietare non sempre aiuta. È spesso più utile educare ad un uso consapevole della tecnologia, cercando di insegnare fin da piccoli ai ragazzi come comportarsi on line e come proteggersi on line.
[…] Dalla ricerca emerge che sarebbe meglio puntare su un approccio educativo e graduale: accompagnando i ragazzi nell'uso dei dispositivi, stabilendo regole condivise, coinvolgendo la scuola e la famiglia per costruire una cultura digitale consapevole… Anche perché, vietare senza portare a compimento l'educazione, non garantisce che il divieto venga rispettato. Alla fine, consapevolmente o meno, siamo tutti "dipendenti" dai nostri smartphone (51.4% campione nazionale – 68.1% target donne manager e imprenditrici), tuttavia dare l'esempio rimane uno degli strumenti educativi più potenti. L'onestà, il rispetto, la responsabilità... sono concetti astratti finché non vengono vissuti e mostrati nella realtà quotidiana.