sextape sesso video

GUARDI UN FILM PORNO? IN DANIMARCA RISCHI 6 ANNI DI GALERA – IL CASO DEI MILLE ADOLESCENTI CHE HANNO SBIRCIATO E CONDIVISO UN SEX TAPE TRA MINORENNI (CONSENZIENTI) – IN PATRIA L’AVEVANO PASSATA LISCIA, MA IL FILMATO E’ FINITO SU FACEBOOK E GLI UOMINI DI ZUCKERBERG L’HANNO MANDATO ALL’INTERPOL. E SONO COMINCIATI I GUAI

 

Marta Serafini per il Corriere della Sera

 

fenomeno sextape

Sembra una puntata di Black Mirror : lo scenario è già visto, gli sviluppi del copione un po' meno. Tutto ha inizio due anni fa, quando un 15enne danese filma con lo smartphone un rapporto con una coetanea. Lei è consenziente ma non sa di essere ripresa. Poi i due filmati, uno di 50 secondi e l' altro di 9, sempre all' insaputa di lei, vengono passati ad una terza persona, minorenne. Basta un clic e il meccanismo si attiva come una morsa.

 

La prima a rimanere stritolata è la giovane: «Mi hanno contattato dicendo che avevano un mio video e mi hanno chiesto di mandare altre immagini di me nuda, altrimenti avrebbero diffuso il filmato», racconterà al quotidiano danese Information mesi più tardi. E mentre lui si salva dall' accusa di molestia perché l' età minima per i rapporti consenzienti in Danimarca è 15 anni, dall' altra parte dell' Oceano qualcosa si muove.

 

dal film sextape

Facebook, che opera per rimuovere in automatico i contenuti pedopornografici, trasmette la pratica al National Center for Missing & Exploited Children, ong con cui la società di Zuckerberg collabora e che, a sua volta, inoltra la segnalazione alla Homeland Security statunitense.

 

Avanti veloce di qualche mese, il fascicolo passa sul tavolo dell' Europol, l' agenzia di contrasto del crimine dell' Unione europea, che contatta le autorità danesi. Intanto le immagini di quei due ragazzini sono arrivate dalla Danimarca alla Groenlandia. Nel novembre 2017 Flemming Kjærside, a capo dell' unità per i reati sessuali informatici del National Cyber Crime Center danese, finalmente ordina a un pool di sei uomini di occuparsi del caso. Nome in codice dell' operazione «Umbrella», ombrello.

 

DANIMARCA

«Avevamo una mole enorme di dati ma lavorando con Europol e con Facebook siamo riusciti a rintracciare tutte le persone che avevano condiviso il video», racconta al telefono al Corriere Kjærside. Più di mille nomi - 800 maschi e 200 femmine, tutti tra i 15 e 20 anni e tutti denunciati - trasmessi agli 11 distretti di polizia che lunedì hanno iniziato gli interrogatori. «Mi sono rovinata la vita per un video e non sapevo nemmeno fossero minorenni», ha raccontato una giovane al New York Times . Destini in bilico per un clic.

 

In attesa del verdetto, chi tra loro ha più di 18 anni, rischia secondo l' articolo 235 del codice penale danese da un minimo di 20 giorni a un massimo di 6 anni di prigione, pena prevista per la diffusione di pornografia infantile. I minori invece potrebbero ritrovarsi con la fedina penale sporca per oltre 10 anni. E un domani potrebbero vedersi precluse professioni come l' insegnante o l' allenatore sportivo.

 

danimarca

Una misura troppo severa? «Non importa se la diffusione del materiale pornografico sia effettuata per scherzo, o per curiosità, o se in alcune fasce d' età sia considerato un comportamento "normale". In gran parte degli ordinamenti, è previsto come reato anche se gli utenti più giovani, a volte, ne possono essere inconsapevoli», spiega al Corriere Giovanni Ziccardi, professore di Informatica Giuridica presso l' Università degli Studi di Milano e autore di L' odio online (Raffaello Cortina, 2016).

 

La Danimarca il posto piu tranquillo del mondo

Basta allora la legge per fermare il male? Il febbraio scorso il primo ministro, il liberale Lars Løkke Rasmussen, è sceso in campo per integrare la legislazione con una serie di provvedimenti per combattere i casi di revenge porn (la diffusione di materiale pornografico per vendetta) e prevenire i suicidi. Lo stesso è successo in Francia, Germania, nelle Filippine e negli Stati Uniti. Ma per parlare di risultati è ancora presto. Fino alla prossima puntata.

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