isis bruxells

CHE ALLAH CHE TESTAMENTO - IBRAHIM EL BAKRAOUI: “NON VOGLIO RITROVARMI IN UNA CELLA VICINA A SALAH ABDESLAM'' - I KAMIKAZE DI BRUXELLES HANNO RAGGIUNTO L’AEROPORTO IN TAXI CON I BAGAGLI PIENI DI ESPLOSIVO

Marta Serafini per www.corriere.it

 

aeroporto bruxelles durante esplosioneaeroporto bruxelles durante esplosione

Sono arrivati in taxi all’aeroporto, carichi di esplosivo nascosto dentro i bagagli. Poi, una volta entrati dentro lo scalo di Zavantem si sono fatti saltare. Iniziano a emergere i primi dettagli, confermati dalla procura federale belga, sugli spostamenti e il modus operandi degli attentatori di Bruxelles.

 

Durante un’affollatissima conferenza stampa nella capitale belga, il procuratore Frederic van Leeuw ha spiegato come siano quattro gli attentatori, di cui uno in fuga.

 

Detonatore e valigie

Il procuratore ha confermato come dei due fratelli kamikaze identificati - Ibrahim el Bakraoui - uno si sarebbe fatto esplodere all’aeroporto di Zaventem, a Bruxelles, mentre l’altro, Khalid, sarebbe l’attentatore suicida alla metro di Maelbeek.

 

aeroporto bruxelles dopo attentatiaeroporto bruxelles dopo attentati

Informazioni che erano già emerse in mattinata e che ora trovano una conferma. Ma sono i dettagli sul covo di Schaerbeek, dove martedì in serata è stato effettuato una perquisizione, a tratteggiare nuovi contorni.

 

Lì sono stati scoperti «15 chili di esplosivo», oltre ad acetone, un detonatore e «una valigia piena di materiale destinato a confezionare un esplosivo, in particolare chiodi». Poi, «un testamento», in un audio scoperto su un computer buttato in un cassonetto della spazzatura.

 

aeroporto bruxelles dopo attentati 2aeroporto bruxelles dopo attentati 2

Ibrahim (o Brahim) El Bakraoui racconta di essere «ricercato dappertutto», e appare preoccupato di poter essere catturato dalle forze dell’ordine. «Non voglio ritrovarmi in una cella vicina a lui», scrive Ibrahim. E lui è molto probabilmente è Salah Abdeslam. Khalid e Ibrahim El Bakraoui hanno rispettivamente 27 e 30 anni e hanno entrambi precedenti per rapina e spaccio e vengono entrambi da Schaerbeek.

 

Il tassista

A condurre gli inquirenti nel covo è stato «un tassista». Lo stesso, probabilmente, di cui in queste ore ha dato notizia la stampa belga. L’uomo ha lasciato i tre uomini all’aeroporto di Zaventem, martedì mattina.

bruxelles feritibruxelles feriti

 

E ha riferito alla stampa un dettaglio importante, ossia come i tre avessero troppi bagagli e ne abbiano dovuti lasciare a terra alcuni. Inoltre ha sottolineato come gli attentatori non gli abbiano permesso di aiutarli a scaricarli, una volta arrivati all’aeroporto. «Le bombe erano nelle loro valigie», aveva già spiegato Francis Vermeiren, sindaco di Zaventem.

 

Che ha aggiunto: «Hanno messo le loro valigie su carrelli, le prime due bombe sono esplose. Anche il terzo uomo ha messo la sua su un carrello, ma deve essersi lasciato prendere dal panico, e l’ordigno non è esploso».

 

bruxelles feriti 4bruxelles feriti 4

Prende dunque piede l’ipotesi che i due uomini con indosso un guanto nero, come viene mostrato dalle immagini a circuito chiuso, abbiano azionato l’ordigno per fare esplodere le bombe appoggiate sui carrelli di fronte a loro. Un elemento in contraddizione con la rivendicazione di Isis che parlava invece di cinture esplosive.

 

Il terzo uomo della fotografia

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Non è stato identificato invece il terzo uomo, quello con il cappellino, che compare a fianco di Ibrahim in aeroporto nelle immagini delle telecamere a circuito chiuso. L’uomo è ancora ricercato, ha spiegato la procura smentendo la stampa belga che aveva parlato di un arresto, in particolare di Najim Laachraoui, lo stesso uomo degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Laachroui ha 25 anni ed è andato in Siria nel febbraio 2013.

 

Lo scorso settembre fu identificato alla frontiera austro-ungherese sotto la falsa identità di Soufiane Kayal, in compagnia di Salah Abdeslam e Mohamed Belkaid.

 

Aveva affittato a suo nome un appartamento ad Auvelais, che servì come base per gli attentati di Parigi. Il suo dna era stato ritrovato sulle cinture esplosive utilizzate al Bataclan e allo Stade de France. In molti lo avevano riconosciuto in quell’uomo con il cappellino e i vestiti chiari immortalati dalle telecamere a circuito chiuso dell’aeroporto di Zaventem i due kamikaze.

 

bruxelles attentatibruxelles attentati

Ma la notizia - lo ripetiamo - è stata smentita dalla procura che sottolinea invece come l’uomo abbia lasciato dietro di sé una borsa prima di fuggire, che è esplosa, fortunatamente senza fare vittime «perché conteneva la carica esplosiva più grande».

 

Le automobili

Secondo altre ricostruzioni, i terroristi di Bruxelles si sarebbero serviti di almeno tre auto per commettere il doppio attentato: un taxi, una Renault Clio e una Audi S4 nera. La Derniere Heure cita a conferma di questo la testimonianza alla polizia del tassista che li ha trasportati fino allo scalo.

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Subito dopo gli attacchi, diversi testimoni hanno evidenziato la presenza di un veicolo Audi scuro con tre o quattro individui all’interno. L’ultima auto apparterebbe a un 22enne di Limburgo, in provincia di Liegi, che ha solo 22 anni, sotto osservazione dallo scorso anno.

 

Il proprietario della Audi S4 vista a Zaventem apparterrebbe alla comunità turca ed è conosciuto dalle autorità belghe per essere andato lo scorso anno in Arabia Saudita, secondo quanto riporta La Libre Belgique. Identificato solo come A., avrebbe viaggiato con altre tre persone di Limburgo, di 22, 25 e 26 anni, e un uomo di Anversa 33enne, di origine marocchina.

 

I dati dell’Audi, come quelli di una Renault Clio, sono stati consegnati alle autorità ai confini francese e lussemburghese, e a quello tedesco e olandese, dice il giornale. Le persone che erano all’interno della Audi non sono scese in aeroporto, ma sono tornati a Bruxelles, secondo la stessa fonte.

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La prima vittima identificata

E mentre si contano i morti (il bilancio ufficiale parla di 31 morti e 270 feriti, ma le autorità avvertono che le cifre potrebbero cambiare) e si preparano i funerali (sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale), un cadavere è stato ritrovato nel pomeriggio all’aeroporto.

 

La nuova vittima, se sarà confermata, farà salire a 32 il numero delle persone uccise negli attentati. La Farnesina inoltre ha parlato di verifiche in corso di una vittima italiana mentre è stata identificata la prima vittima.

 

bruxelles aeroporto feritibruxelles aeroporto feriti

Si tratta di una donna peruviana. Lo scrive il sito del Guardian, precisando che il su nome è Adelma Tapia Ruiz. Secondo informazioni ottenute dal ministero degli Esteri del Perù, la donna, 37 anni, si trovava all’aeroporto di Zaventem con il marito belga, Christophe Delcambe, e le loro due figlie gemelle di quattro anni, Maureen e Alondra, di nazionalità belga.

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