vladimir putin

VIENI AVANTI CREMLINO! – IGOR PELLICCIARI: “IL MECCANISMO DEL VOTO DEL REFERENDUM COSTITUZIONALE DI PUTIN RISULTA NELLA SUA SEMPLICITÀ POCO MANIPOLABILE, TANTO CHE NON GLI SI ADDICONO LE TRADIZIONALI ACCUSE DI BROGLI CHE PARTONO DALL’OCCIDENTE. LA VERA QUESTIONE RISIEDE NEL SUO VALORE POLITICO” - LA PANDEMIA E LA CRISI AVRANNO ANCHE INTACCATO LA POPOLARITÀ DI PUTIN, MA NON È LA PRIMA VOLTA CHE SUCCEDE. E  LUI SI È SEMPRE RIPRESO PIÙ DI PRIMA…

Igor Pellicciari per www.formiche.net

 

vladimir putin 4

È interessante come per ogni evento più o meno grave o importante che coinvolga la Russia, il tutto venga da subito ricondotto a una domanda di fondo sulla tenuta politica del Paese, tradendo quella che è oramai diventata una vera ossessione per l’Occidente.

 

Si riproducono, immancabili, due schieramenti precostituiti tra quanti minimizzano l’impatto della nuova crisi\evento e quanti lo drammatizzano, prevedendo imminenti collassi del sistema di governo. Che resta ancora per molti il vero obiettivo strategico (peraltro dichiarato) a Ovest di Mosca.

Igor Pellicciari

 

Lo stesso è avvenuto di recente sia con il Covid-19 che con l’imminente referendum confermativo sulle riforme costituzionali, con ottimisti e catastrofisti tornati a confrontarsi con rinnovato spirito, come fosse la prima volta, con evidenti limiti di metodo.

 

Il principale è di scegliere selettivamente tra la massa empirica dei dati a disposizione solo quelli che servono a suffragare le proprie tesi, trascurando il resto e senza nulla concedere alle argomentazioni dell’altra parte, anche là dove sono sensate.

 

A farne le spese è spesso una analisi della situazione nel suo complesso che sia oggettiva, con una cristallizzazione delle posizioni che, da opposte, diventano pregiudizievolmente avverse. Nel caso particolare del referendum, prima ancora che questo si sia svolto stiamo assistendo al ripetersi dello schieramento di favorevoli vs contrari su copioni già scritti, con una confusione dei giudizi sul meccanismo elettorale da un lato e sul valore politico del voto, dall’altro.

 

vladimir putin 2

Le due cose in realtà devono restare separate. Il referendum confermativo è consultazione piuttosto semplice e diretta, dove i russi sono chiamati ad approvare o rigettare, tertium non datur, un pacchetto piuttosto vasto di nuove norme costituzionali che, nella sostanza non riformano la Carta esistente, ma ne introducono una nuova a tutto tondo che chiude l’ultimo cordone ombelicale in essere con gli anni 90.

 

vladimir putin agente del kgb

Schiacciato dalla impellenza di approvare celermente la nuova Costituzione da un lato e dalla necessità di rinviare il voto per via della Pandemia, il Cremlino ha optato alla fine per una formula senza precedenti, tenendo per la consultazione una finestra “aperta” di una settimana, con giorno conclusivo il 1 luglio 2020 e investendo molto sul voto elettronico che, tecnicamente, è stato organizzato con rara efficienza, intuitivo e diretto.

 

Va detto che il meccanismo del voto, chiaramente orientato per stimolare un’alta affluenza, risulta nella sua semplicità poco manipolabile tanto che non gli si addicono le tradizionali accuse di brogli che partono dall’Occidente verso ogni evento elettorale in Russia.

 

Che il tipo di voto sia talmente diretto da risultare proprio per questo difficile da “controllare” lo dimostra la massiccia campagna referendaria portata avanti dal Cremlino, mobilitando tutti gli ambiti statali e para-statali che in Russia sono diffusissimi e culminata con l’appello diretto di Putin alla popolazione per un voto favorevole, nel penultimo giorno della consultazione.

 

SOTTO IL CAMICE NIENTE - INFERMIERA DESNUDA IN RUSSIA - CORONAVIRUS

La vera questione dunque risiede nel valore politico del referendum, di cui il dato da osservare sarà l’affluenza alle urne, principale termometro del consenso nel Paese. Dato inizialmente per passaggio formale dall’esito scontato, il referendum si è via via caricato oltremodo di vari significati per via della congiuntura con due variabili pesanti come la pandemia del Covid e la guerra del greggio scatenata contro l’Arabia Saudita ma rivolta ai produttori di Shale Oil americani.

 

VLADIMIR PUTIN FACEAPP

Se la crisi virale è stata tutto sommato gestita bene, attenendosi su larga scala al metodo della 3-T (Testing, Tracing, Treatment) con ad oggi più di 20 milioni di test condotti sul vastissimo territorio della Federazione; il crollo del prezzo del barile ha fatto mancare risorse già messe a bilancio che sarebbero tornate utili a mitigare l’impatto sull’economia del virus.

 

Una fase 1 della pandemia prolungata più del previsto e una dura crisi economica hanno radicato un sentimento diffuso di incertezza nel paese che sembra avere per la prima volta da tempo intaccato l’enorme popolarità di Putin.

DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN

 

Questo calo di popolarità non pare ancora irreversibile e non è detto che si trasformi automaticamente in una flessione del consenso elettorale o in un cambio di leadership. Né è la prima volta che si manifesta una simile situazione: basti vedere i precedenti delle crisi di Beslan nel 2004, della Georgia nel 2008 e dell’Ucraina nel 2014, da cui Putin si è risollevato più forte di prima.

 

turisti russi

Più che anticamera di un cambio di sistema di governo – l’opposizione è troppo frammentata ed extraparlamentare per avvantaggiarsene e la continuità del sistema di potere è nel dna della Russia – è probabile che il referendum ci dirà del mantenimento della centralità istituzionale della presidenza e di quella politica dello stesso Putin.

vladimir putin 3

 

Mentre, a latere, è probabile che esca rilanciata la questione del rinnovamento all’interno dell’establishment tecnocratico, facendo riemergere lo scontro generazionale che cova sotto traccia da alcuni anni tra la prima vecchia guardia e una generazione di “giovani leoni” che scalpitano per prendere le prime file.

 

vladimir putin 1

Nel complesso, è plausibile che, comunque vada, il referendum darà comunque una scossa reale al sistema politico, ma non tale da stravolgerlo per via di fattori esterni e arrivare ad un repentino cambio di leadership al Cremlino come ancora una volta parte dell’analisi occidentale ha sperato, tratta in inganno dal suo tradizionale wishful thinking.

 

vladimir putin 7

Per l’ennesima volta, nell’ossessione di scrutare i singoli movimenti del leader, ha perso di vista le dinamiche della leadership.

russia internet 3vladimir putin 1russia internet 2vladimir putin 6il rapporto del kgb su vladimir putin putin visita ospedale pazienti covid19 4putin visita ospedale pazienti covid19 1putin visita ospedale pazienti covid19 3putin visita ospedale pazienti covid19 2vladimir putinputin visita ospedale pazienti covid19 9coronavirus russiaputin visita ospedale pazienti covid19 8coronavirus russia 1russia internet 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…