vino dealcolato

IN ALTO I CALICI: ARRIVANO IN ITALIA I VINI DEALCOLATI – E' STATO APPROVATO IL DECRETO CHE FA CADERE IL DIVIETO DI DEFINIRE “VINO” UNA BEVANDA A BASE DI UVA CON UN TENORE ALCOLICO INFERIORE AGLI 8,5 GRADI - ALLE NUOVE REGOLE SI È ARRIVATI DOPO ANNI DI POLEMICHE E DIBATTITI ACCESI, CHE HANNO DIVISO LE ASSOCIAZIONI DI SETTORE, MA NEGLI ULTIMI MESI IL PROCESSO DI APPROVAZIONE HA SUBITO UNA REPENTINA ACCELERAZIONE, QUASI OBBLIGATA DALLE PRESSIONI EUROPEE – A DARE UNA SPINTARELLA, ANCHE IL NUOVO CODICE DELLA STRADA CHE HA FATTO CALARE LE VENDITE DEI VINI AL RISTORANTE, MA PURE…

Estratto dell’articolo di Antonio Scuteri per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/cronaca/2025/01/04/news/vino_dealcolato_cosa_prevede_la_legge-423919328/

 

vino dealcolato

Sarà l’anno del vino dealcolato? È ancora presto per dirlo, ma le premesse in questo inizio 2025 ci sono tutte. La prima è legislativa: con la pubblicazione delle disposizioni attuative del decreto firmato lo scorso 18 dicembre dal ministro Francesco Lollobrigida cade anche in Italia il divieto di definire “vino” una bevanda con un tenore alcolico inferiore agli 8,5 gradi.

 

[…] La seconda premessa è contingente, e di stretta attualità. Le rigidissime nuove norme del codice della strada, con sanzioni-batosta per chi viene trovato alla guida in stato di ebbrezza, stanno già incidendo sui consumi: le associazioni dei ristoratori parlano di un 50 per cento di riduzione di bottiglie stappate nei locali.

 

vino dealcolato

L’alternativa del brindisi no e low alcol diventa quindi più sempre più appetibile (e in alcuni casi obbligata). La terza motivazione arriva, infine, da una tendenza in atto già da anni: soprattutto tra le generazioni più giovani il vino è sempre meno di moda. […]

 

Alle nuove regole si è arrivati dopo anni di polemiche e dibattiti accesi, che hanno diviso le associazioni di settore (e ovviamente la politica) tra favorevoli e contrari. […]Sulle barricate soprattutto Coldiretti, che senza mezzi termini sosteneva che i dealcolati avrebbero «messo fortemente a rischio l’identità del vino italiano ed europeo ».

 

E sulla stessa lunghezza d’onda era lo stesso ministro Lollobrigida, che dal palco dell’ultimo Vinitaly tuonava: «I produttori facciano i dealcolati, se credono, ma non si possono chiamare vini». E sulla svolta resta dubbioso l’imprenditore e produttore Joe Bastianich: «A livello tecnico l’alcol è elemento essenziale anche ai fini della conservabilità e dell’invecchiamento».

vino dealcolato

 

Negli ultimi mesi però il processo ha subito una repentina accelerazione, quasi obbligata dalle pressioni europee, fino al via libera di questi giorni. Sulle etichette si potrà usare il termine “vino dealcolato” (e non più dealcolizzato come era previsto nella prima, più restrittiva, bozza del decreto). Con questa definizione si intendono vini con un tenore alcolico non superiore allo 0,5. Quelli tra 0,5 e 8,5 dovranno invece essere etichettati come “parzialmente dealcolati”. […]

 

Ma attenzione: il processo di riduzione del tenore alcolico non si potrà applicare a tutti vini. Sono esclusi dal procedimento i vini igt, doc e docg, cioè quelli (almeno in teoria) di maggiore qualità, e in quanto tali tutelati. Per il resto via libera su tutto. Finora la dealcolizzazione era vietata in Italia. […]

 

vino dealcolato

Ora non sarà più così, e ogni cantina potrà, se lo vuole, avere un proprio impianto, e di conseguenza adottare dei prezzi più sostenibili. Anche se è più probabile, visti gli elevati costi degli impianti (si parte da 300 mila euro), che molte cantine di piccole dimensioni si rivolgeranno ad aziende che svolgeranno il lavoro conto terzi.

 

[…] Infine, una precisazione: attenzione a non confondere i vini dealcolati con quelli alcol free. I primi sono a tutti gli effetti vini, ai quali viene tolta, tramite processi fisici e chimici, la quasi totalità del contenuto alcolico. I secondi invece sono, di base, mosto d’uva nel quale la fermentazione viene bloccata sul nascere, impedendo così la trasformazione degli zuccheri in alcol.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…