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AIUTO! LA GRANDE MURAGLIA SI STA SBRICIOLANDO! - INCURIA, VANDALISMO, FURTI E TURISMO SFRENATO, PECHINO LANCIA L’ALLARME: GIA’ PERSI 1.961 CHILOMETRI DELLA MURAGLIA. CI SONO PERSONE CHE PORTANO VIA LE ANTICHE PIETRE PER LE LORO CASE”

Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”

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Secondo una leggenda vecchia di un paio di secoli la Grande Muraglia cinese sarebbe l’unica opera umana visibile dalla Luna. Quando gli americani sulla Luna ci sono sbarcati, nel 1969, hanno dovuto smentire, anche se qualche astronauta sostiene ancora di averla scorta girando a un’orbita bassa di 160 chilometri dalla Terra. Ma ora Pechino lancia l’allarme: la più grande costruzione del pianeta sta scomparendo, vittima del tempo, dell’incuria, del vandalismo edilizio e dei furti. 
 

Sono andati perduti già 1.961 chilometri della linea di fortificazioni iniziata sette secoli prima di Cristo, migliorata e resa gigantesca tra il 220 e il 206 a.C. per ordine del Primo Imperatore Qin Shihuang e poi ancora raffinata sotto le dinastie Han, Jin e Ming, fino al 1640 circa.

 

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Secondo il ministero del Patrimonio culturale cinese la parte dissolta rappresenta quasi il 30 per cento del totale e altri 1.185 chilometri sono in condizioni di degrado tali da far temere che possano fare la stessa fine. In realtà, non c’è consenso nemmeno sulla lunghezza complessiva dell’opera edificata per tenere fuori dai confini dell’Impero di Mezzo i barbari delle steppe.

 

Fino al 2009 si stimava che la Grande Muraglia si estendesse per 6.350 chilometri, dalle coste orientali dello Shandong fino al Deserto del Gobi nella provincia centro settentrionale del Gansu: poi una misurazione con l’aiuto di raggi infrarossi e sistema Gps ha allungato il percorso fino a 8.851 chilometri.

 

 

E ancora l’anno scorso gli archeologi hanno scoperto dieci chilometri di fortificazioni a Ovest del Gansu, in una zona dove non si immaginava che il genio imperiale fosse arrivato con il suo immenso cantiere difensivo. Se si considerano le fortificazioni a ridosso dell’opera originaria, accavallatesi nei secoli, qualche studioso arriva a ipotizzare l’estensione effettiva dell’opera in 21 mila chilometri. Il nome cinese della Grande Muraglia è « Wanli changcheng », Lunghe mura dei diecimila li (il « li » è un’unità di misura tra i 415 e i 500 metri). 
 

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In origine si trattava di una struttura di terra, poi si aggiunsero pietre e rocce, mattoni. Si innalzarono torri di difesa e di avvistamento, camminamenti. L’efficacia della Grande Muraglia però, nonostante lo sforzo immane per erigerla, è stata scarsa: gli invasori nel corso dei secoli sono passati aggirandola o arrivando dal mare. 
 

Ora che per l’Unesco è Patrimonio dell’umanità, la muraglia sta subendo un nuovo attacco devastante. «Ci sono ancora abitanti delle zone di campagna più isolate che strappano i mattoni dal vallo per costruire le loro case e ci sono intere sezioni abbattute per far spazio all’espansione urbana», ha spiegato al Global Times di Pechino Cheng Dalin, esperto governativo di patrimonio artistico.

 

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Poi c’è la mancanza di manutenzione costante, l’erosione dovuta a vento, piogge, fulmini, terremoti, l’eccessivo sfruttamento turistico nelle parti più vicine alle grandi città. Ci sono anche restauri sconsiderati che rimettono a nuovo torri e camminamenti per poterci far affluire orde di visitatori. Ormai, solo l’8 per cento del vallo esistente all’epoca dei Ming (1368-1644) è in buono stato. 
 

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Molti dei problemi di conservazione della Grande Muraglia noi italiani li possiamo capire bene, perché sono gli stessi che sgretolano i nostri tesori archeologici. Ma anche a Pechino cercano di intervenire: dopo secoli di disinteresse, nel 2006 è stata introdotta una legge di protezione che prevede tra l’altro multe di migliaia di yuan per chi sottrae mattoni dalle mura. «Purtroppo le autorità locali nelle campagne non fanno rispettare queste norme», dice ancora Cheng. 
 

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Ci sono anche soluzioni «innovative», come quella tentata qualche mese fa a Mutianyu, una bella sezione di Grande Muraglia 70 km a Nordest di Pechino dove per evitare che i turisti nuovi barbari spargessero le loro firme su tutte le antiche pietre, le autorità hanno deciso di concedere ai graffitari una torre per sfogarsi. 
 

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