traffico d'armi delitto formello

INTRIGO INTERNAZIONALE – L’IRANIANO ASSASSINATO A FORMELLO COLLABORAVA CON I SERVIZI ITALIANI: GLI ERA STATO CHIESTO DI ASSUMERE INFORMAZIONI SULLA VENDITA CLANDESTINA DI ARMI A TEHERAN - UN SOTTUFFICIALE DEI SERVIZI ERA IL SUO CONTATTO RISERVATO. L’IRANIANO PENSAVA DI ESSERE FINITO IN MEZZO AD UN LITIGIO TRA DUE ANIME DEI SERVIZI IN CONFLITTO TRA LORO E SI E’ SENTITO TRADITO DAGLI 007 CHE NON SAREBBERO INTERVENUTI PER EVITARE CHE...

Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”

 

Said Ansary Firouz collaborava con i servizi segreti italiani.

traffico d'armi omicidio-suicidio formello

L' iraniano di 68 anni coinvolto in un traffico di armi con Teheran, assassinato il 20 ottobre a Formello da un connazionale che subito dopo si è suicidato, era vicino all' intelligence del nostro Paese. Gli 007 erano consapevoli e informati sulla trattativa clandestina che Firouz, a Roma, stava tessendo tra fabbricanti di prodotti bellici italiani ed esponenti del regime degli ayatollah. Un affare che avrebbe fruttato, tra il 2016 e il 2017, più di 300 milioni di euro.

 

È stato lo stesso Firouz a spiegarlo agli inquirenti quando è stato interrogato il 7 maggio 2020, dopo che i carabinieri del Ros avevano scoperto il negoziato in atto all' hotel degli Aranci ai Parioli. Ma c' è di più, perché a conferma della versione offerta dal 68enne agli investigatori vi sono delle chiamate partite dal suo cellulare ad un numero intestato alla presidenza del consiglio dei ministri il 22 novembre del 2016, proprio nei giorni in cui avvenivano gli incontri con i delegati di Teheran.

 

traffico d'armi omicidio-suicidio formello

L' UCCISIONE È necessario partire dall' epilogo misterioso e tragico di Said Ansary Firouz. L' uccisione dell' uomo, figlio dell' ambasciatore persiano a Roma ai tempi dello Scià, è solo l' ultimo giallo di una vita vissuta al limite. Ad assassinarlo un connazionale che accusava Firouz di non aver onorato un debito: per questo prima gli ha sparato e poi ha puntato verso di sé l' arma e ha fatto fuoco. Un omicidio-suicidio su cui pendono diversi punti interrogativi, sebbene questa sia la pista maggiormente battuta dai carabinieri di Ostia. Tuttavia per quale motivo un creditore dovrebbe uccidere il suo debitore e poi autoeliminarsi?

 

INTELLIGENCE Ovviamente l' intrigo internazionale non è solo una suggestione visti i rapporti e gli affari intrattenuti da Firouz con spie di Teheran, faccendieri e criminali. Inoltre dall' informativa finale sull' inchiesta, in cui l' iraniano compare indagato per traffico d' armi, emergono anche i rapporti con l' intelligence nostrana. Servizi segreti da cui Firouz (risulta dalle carte) si sarebbe sentito tradito.

traffico d'armi omicidio-suicidio formello

 

Per l' uomo i nostri 007 non sarebbero intervenuti in due occasioni: per evitare che finisse sotto indagine dalla procura per la vendita di droni e fucili di precisione in Iran e, come conseguenza dell' inchiesta, per il blocco dei suoi conti correnti. Firouz pensava, inoltre, di essere stato abbandonato dal gruppo di 007 con cui si interfacciava, perché finito in mezzo a un guerra tra bande della nostra intelligence.

 

«Voglio preliminarmente precisare che ho conoscenze dentro i servizi- spiega Firouz ai carabinieri che a maggio lo interrogano - in questo contesto (vendita di armi all' Iran) ho cercato di acquisire informazioni. In particolare avevo rapporti con un maresciallo che periodicamente incontravo e scambiavo informazioni, ho incontrato alcuni suoi superiori che mi hanno ringraziato per la collaborazione».

 

traffico d'armi omicidio-suicidio formello

A conferma della bontà, in questo caso, delle parole del 68enne, il ros nell' informativa allega i tabulati delle chiamate tra l' iraniano e il maresciallo dei servizi. Ma oltre all' interrogatorio a corroborare le parole dell' uomo ci sono le intercettazioni che dimostrano una volta di più il legame con gli 007. Ebbene lo scorso gennaio un preoccupatissimo Firouz parla con un dipendente della banca Ifigest dove l' iraniano ha un conto. Il bancario, come emerge dall' intercettazione, è a conoscenza dei rapporti tra il suo cliente e i servizi segreti italiani.

 

Gli dà però una notizia terribile, gli stanno per congelare il conto a motivo dell' inchiesta sulle armi.

Questa la reazione dell' iraniano: «Per maggio (l' inchiesta) mi hanno garantito che è chiusa».

DRONI2

Dei «gruppi tra di loro (servizi) stanno litigando». Firouz, come spiegherà al suo interlocutore in un' altra conversazione, pensa di essere finito in mezzo ad un litigio tra due anime dei servizi in conflitto tra loro. E aggiunge: «Io sono un amico loro, e ho lavorato per loro punto e basta e ho fatto quello che loro mi hanno chiesto». Infine la minaccia: «Io per ste cose vado a finire sui giornali, io vado sui giornali, gliel' ho già detto a loro».

 

2 - «LI HO PORTATI IO A QUELL'INCONTRO SUI NUOVI DRONI»

Giu.Sca. per “il Messaggero”

 

È deluso Sayd Ansary Firouz. Il blocco dei suoi conti correnti e l' inizio dell' inchiesta per traffico internazionale d' armi con il regime degli ayatollah ha, per lui, una sua genesi precisa. Il giorno non lo ricorda ma ha ben impresso l' episodio che segna la svolta negativa. Nella trattativa per la vendita dei droni militari, in cui accompagna la delegazione iraniana, si accorge che al tavolo dei venditori siede uno 007 che ritiene essere rivale al gruppo di agenti dei servizi italiani con cui lui lavora.

DRONI1

 

Ecco la conversazione che Firouz intrattiene con un dirigente di banca dove l' iraniano ha un conto che gli viene congelato. Il 68enne spiega tutto al bancario, che sembra essere ben informato del rapporto che il suo cliente ha con l' intelligence. Questo ciò gli dice il 31 gennaio 2020: «Allora ti spiego come sono andate le cose. Loro non lo possono dire ufficialmente, ero una persona a cui hanno chiesto dei favori. Stiamo parlando di servizi.

 

ali khamenei nel suo ufficio con un ritratto di khomeini

Allora sull' Iran hanno usato una rete per delle operazioni che purtroppo non si possono dire, è lì il problema. In una di queste riunioni in cui facevamo un verbale delle operazioni fatte il giorno stesso (con gli 007) c' era un altro gruppo (dei servizi italiani). E allora cosa è successo nell' altro gruppo c' era una persona, quando è finita la riunione sono andato a dire guarda che dall' altra parte (quando aveva accompagnato la delegazione iraniana a vendere i droni) c' era uno di voi lì dentro, dice ah no quello fa parte dell' altro gruppo freghiamocene».

 

Firouz continua a spiegare: «Che cosa è successo? Questo gruppo dove io lavoravo ha avuto un grande successo di tutte le operazioni, perché c' ero io e c' era un po' di conflitto tra di loro». A questo punto cosa sarebbe accaduto secondo il 68enne: l' altro gruppo sarebbe «andato da questo giudice a dire guarda c' è Firouz che sta in questo gruppo, allora il giudice ha aperto l' inchiesta».

 

ayatollah ali khamenei

A questo punto il gruppo di agenti vicino a Firouz, sempre secondo la sua versione, si sarebbe mosso per spiegare in procura che lui era infiltrato e non complice di una compravendita di armi a favore di Teheran. Tuttavia il giudice sarebbe andato avanti con l' inchiesta. «Dei miei amici sono andati, dato che il giudice non molla facciamo questa indagine e io fornisco il mio parere che Firouz non ha un ruolo, che era un persona vostra, fate una relazione». L' uomo ritiene, infatti, di aver «dato un aiuto al governo italiano, punto e basta!», fornendo informazioni riservate all' intelligence.

hassan rouhani

 

«Io (agli 007) li ho accompagnati in questa riunione dei droni, loro mi dicevano dove andare» tuttavia - spiega sempre l' iraniano - adesso sono loro che mi dicono «non possiamo andare contro questo giudice, a maggio (giorno in cui è fissato l' interrogatorio) viene chiusa» l' inchiesta con l' archiviazione.

 

Ma in quella data non solo in procura viene deciso di proseguire con l' indagine, si stabilisce anche di formulare un' accusa definitiva. L' avviso di garanzia verrà consegnato al 68enne pochi giorni prima del suo assassinio. Ma a gennaio lui è ancora convinto di scampare all' inchiesta: «Non ci sono condanne! A maggio mi condannassero a morte ma io non fatto ho nulla».

HASSAN ROUHANI

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....