
“VIVO IN PERIFERIA MA HO LO SFRATTO” – L’ATTRICE MICHELA MITI RACCONTA IL SUO DISAGIO ECONOMICO: “MI SONO CAPITATI TANTI GUAI, UNO DOPO L’ALTRO. TRA GLI ULTIMI, LA MORTE DI MIA MADRE; POI SONO CADUTA PIÙ VOLTE, HO UN MENISCO ROTTO. SONO SENZA GAS, CUCINO GRAZIE A UN FORNELLETTO ELETTRICO. NON HO INTROITI; HO FINITO I RISPARMI E HO VENDUTO GLI OGGETTI D’ORO. ALBERTO BEVILACQUA NON MI HA LASCIATO NULLA MA FU PER VIA DEL NOSTRO AMORE: LO VIVEVAMO ISTANTE PER ISTANTE. LA SOLUZIONE POTEVA ESSERE IL MATRIMONIO: LUI PERÒ VENIVA DA UN’ESPERIENZA DIFFICILE. IO NON CI CREDEVO. QUANDO ALBERTO STAVA PER INTESTARMI I DIRITTI DEI SUOI LIBRI, EBBE IL CROLLO CHE LO PORTÒ ALLA MORTE…”
Estratto dell’articolo di Alessandro Fulloni per il “Corriere della Sera”
«Ora vivo in periferia, lungo la via Casilina. Un bel salto all’indietro visto che sono stata sempre a Vigna Clara, posto chic ...». […] Michela Miti. L’attrice romana, 62 anni, è stata una delle icone della commedia sexy. Fu pure protagonista con Alvaro Vitali di un paio di cult : Pierino contro tutti , incassi record nel 1981, e il sequel, sempre trionfale, dell’anno successivo: Pierino colpisce ancora.
Quattro decenni dopo, è lei stessa a raccontare che, da un punto di vista economico, se la passa davvero male. […] sopravvive grazie agli aiuti della Caritas […]
Michela, ma che le è successo? Lei era famosissima...
Alberto Tarallo con Michela Miti e Tini Cansino al club 84 - 30 gennaio 1984- ph Marcellino Radogna
«Mi sono capitati tanti guai, uno dopo l’altro. Tra gli ultimi, il dolore recente della morte di mia madre; poi sono caduta più volte, mi sono fatta male. Per questo ho dovuto lasciar perdere il mio lavoro. Ho un menisco rotto, sarebbe un’operazione complessa, costosa. Non posso sostenere tutte le spese, con lo sfratto che ho...».
Ecco, pure lo sfratto...Quando dovrà lasciare casa?
«A fine settembre. Ho ricevuto una proroga di recente. Ma qui sono senza gas, cucino grazie a un fornelletto elettrico. Questi 70 metri quadri erano la casa in cui abitava mia madre Ivana. Mi sono stabilita da lei nel 2013, dopo la morte del mio compagno».
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Che era Alberto Bevilacqua, scrittore tra i più celebri. Per non parlare dei film che diresse, a partire da La Califfa. Come vi conosceste?
«Ci ritrovammo da amici, per caso, nel 1994. Ma già c’eravamo visti una sera di 10 anni prima, dall’attore Massimo Serato che mi corteggiava vanamente. Avevo 18 anni, Alberto venne apposta per me e Serato fece di tutto per osteggiare le nostre chiacchiere, tanto che scoppiai a piangere».
Poi?
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«La seconda volta che lo vidi parlammo di poesie e libri. Fu un amore totale e i 29 anni che aveva più di me non sono mai stati un ostacolo. Era compagno, confidente, amico».
Ma Alberto le ha lasciato qualcosa?
«No, ma fu per via del nostro amore: intenso, viscerale. Lo vivevamo istante per istante. Non ci pensavamo. La soluzione poteva essere il matrimonio: lui però veniva da un’esperienza difficile. Io poi non ci credevo perché mio padre lasciò presto da sola mia madre e l’ho visto poco. Quando Alberto stava per intestarmi i diritti dei suoi libri, ebbe il crollo che lo portò alla morte. Delle successive vicende legali con la sua famiglia preferisco non parlare».
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Ha degli introiti?
«No, nessuno. Non ho l’età della pensione; ho finito i risparmi, spesi anche per curare mamma, ammalata negli ultimi anni. Era una parrucchiera, è sempre stata il mio punto di riferimento. Ho qualche diritto per i film, ma roba di spiccioli. Ho venduto gli oggetti d’oro più cari, tra cui un’ambra di Alberto».
C’è qualcuno ad aiutarla?
«Una bravissima assistente sociale inviata dal municipio, Gina. Grazie a lei sono riuscita ad ottenere l’assegno di inclusione. Poi c’è la Caritas, da loro ho avuto una piccola cifra». […]
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