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SONO BUONA ANZI BONINO - L’INFERMIERA DI PIOMBINO, FAUSTA BONINO, SI DIFENDE DALL’ACCUSA DI AVER UCCISO 13 PERSONE CON L’EPARINA: “HO DATO IO L’ALLARME SULLE MORTI SOSPETTE, NON SONO UNA KILLER. NON HO PROBLEMI PSICHIATRICI MA SOFFRO DI ATTACCHI EPILETTICI”

FAUSTA BONINOFAUSTA BONINO

Michele Bocci e Massimo Vanni per “la Repubblica”

 

Fausta Bonino, la donna accusata di aver ucciso 13 persone nella rianimazione dell’ospedale di Piombino, l’infermiera che avrebbe tradito il suo ruolo iniettando dosi altissime di eparina in pazienti inermi, si difende dicendo che è stata tra coloro che diedero l’allarme. «Con le mie colleghe avevamo avvertito i nostri superiori di due morti sospette», cerca di spiegare.

 

Ieri mattina camminava in cortile durante l’ora d’aria con le altre detenute del carcere Don Bosco di Pisa. Aspetto provato, molto magra, vestita con un abito scuro, è stata avvicinata da Jacopo Alberti, consigliere regionale toscano della Lega Nord e presidente della Commissione di Controllo che stava facendo una visita istituzionale nella struttura.

AVVOCATO CON FAUSTA BONINOAVVOCATO CON FAUSTA BONINO

 

È stato lui a porgli alcune domande, alle quali Bonino ha risposto con voce pacata ma decisa. «Come gruppo chiederemo l’apertura di una commissione di inchiesta regionale», dice alla fine della sua visita Alberti. Intanto oltre all’indagine dei carabinieri del Nas e della procura è scattata quella amministrativa della Regione Toscana e lunedì a Piombino arriveranno anche gli ispettori del ministero della Sanità.

 

Come sta trascorrendo questi giorni in carcere?

«Sono molto preoccupata per mio marito e per i miei figli, con i quali ho avuto un colloquio nei giorni passati. Sono avvilita perché mercoledì non mi hanno concesso gli arresti domiciliari, i magistrati hanno respinto la richiesta del mio legale. Ma cerco di reagire, perché voglio dimostrare la mia piena innocenza».

FAUSTA BONINOFAUSTA BONINO

 

Come pensa di farlo?

«Il mio avvocato Cesarina Barghini chiederà di poter leggere tutte le intercettazioni che si trovano negli atti dell’indagine e ha detto che prenderemo un gruppo di specialisti per fare tra l’altro verifiche scientifiche e test, come quelli sul sangue».

 

Cosa ha pensato quando l’hanno fermata a Pisa?

«Credevo che volessero farmi un altro interrogatorio, dato che era già stata ascoltata due volte dagli investigatori. Fra settembre e ottobre del 2015. Non sapevo niente dei particolari delle indagini e dei loro sviluppi».

 

Come avviene la somministrazione ai pazienti dei farmaci indicati dai medici? Come sono prelevati i medicinali? Sono segnati sui registri?

FAUSTA BONINOFAUSTA BONINO

«Queste sono, di solito, le procedure: il medico scrive nella cartella clinica di ciascun malato la terapia farmacologica con i relativi orari e dosaggi di somministrazione. Nella stessa cartella, c’è uno spazio dedicato, che deve essere barrato e firmato dalla persona incaricata di somministrare il farmaco. Gli stessi medicinali vengono preparati, turno per turno, e si lasciano dentro cassetti dove vanno a prenderli gli infermieri. Se qualcosa non era disponibile, si cercava di trovarlo nel resto del reparto».

 

Perché secondo lei l’allarme è scattato soltanto dal nono morto e cioè all’inizio del 2015?

«Noi infermiere del reparto avevamo già chiesto spiegazioni ai superiori su due casi in particolare».

 

Ha problemi psichiatrici?

«No, ma soffro di attacchi epilettici e sono costretta ad assumere quotidianamente dei farmaci, che qui in carcere non ho ancora ricevuto. Vorrei però precisare che io facevo esclusivamente turni di mattina o di pomeriggio, mai quelli di notte. Sono assolutamente favorevole all’istituzione anche di una Commissione d’inchiesta regionale su tutta questa vicenda».

 

OSPEDALE PIOMBINO FAUSTA BONINOOSPEDALE PIOMBINO FAUSTA BONINO

Si sente di dire qualcosa ai parenti delle persone che sono morte nell’ospedale di Piombino?

«A loro faccio assolutamente le mie condoglianze, ma io non c’entro: voglio dimostrare la mia piena innocenza».

 

 

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