
L’OCCIDENTE SI RIARMA E LEONE XIV ALZA LA VOCE (D'ALTRONDE E' IL PAPA, CHE DEVE DI'?) – MENTRE I PAESI DELLA NATO ALZANO AL 5% DEL PIL LE SPESE PER LA DIFESA, IL PONTEFICE DENUNCIA “LE FALSE PROPAGANDE DEL RIARMO CHE TRADISCONO I DESIDERI DI PACE DEI POPOLI. LA GENTE È SEMPRE MENO IGNARA DELLA QUANTITÀ DI SOLDI CHE VA NELLE TASCHE DEI MERCANTI DI MORTE” – L'ARCIVESCOVO MICHELE PENNISI: “IL PONTEFICE MARCA LA PROPRIA DISTANZA DA CHI PROPAGANDA IL RIARMO COME GARANZIA DI SICUREZZA” (E COME IMPEDIAMO A PUTIN DI INVADERE ALTRI PAESI, SGRANIAMO IL ROSARIO?)
Estratto dell’articolo di G.G. per “la Stampa”
Geopolitica della misericordia: da Francesco a Leone. Sulle orme del predecessore, Robert Francis Prevost deplora il blocco degli aiuti nella Striscia, si informa sull'infanzia allo stremo e sulle iniziative umanitarie come i ponti sanitari tra Farnesina, patriarcato di Gerusalemme e Comunità Giovanni XXIII.
«Il cuore sanguina pensando all'Ucraina, alla situazione tragica e disumana di Gaza e al Medio Oriente devastato dal dilagare della guerra», dice il Papa alla Roaco, le Opere sociali delle chiese orientali. Denuncia la «veemenza diabolica mai vista prima» della violenza bellica e il prevalere della «legge del più forte», con cui «si legittimano i propri interessi» calpestando diritto internazionale e senso di umanità.
DONALD TRUMP E MARK RUTTE - VERTICE NATO AJA
I Paesi della Nato alzano al 5% del Pil le spese per la difesa e Leone XIV mette in guardia dalle «false propagande del riarmo» che «tradiscono i desideri di pace dei popoli». Le terre dell'Oriente cristiano sono «sconvolte dalle guerre, prosciugate dagli interessi, avvolte da una cappa di odio che rende l'aria irrespirabile e tossica».
[...] «la gente non può morire a causa di fake news». Ed è «triste assistere oggi in tanti contesti all'imporsi della legge del più forte, in base alla quale si legittimano i propri interessi». È «desolante vedere che la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza».
giorgia meloni papa leone xiv 6
Ciò è «indegno dell'uomo, è vergognoso per l'umanità e per i responsabili delle nazioni». Inoltre, si chiede il Pontefice «come si può credere, dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace e non si ritorcano contro chi le ha condotte? Come si può pensare di porre le basi del domani senza coesione, senza una visione d'insieme animata dal bene comune?
Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta?». In realtà, evidenzia Prevost, «la gente è sempre meno ignara della quantità di soldi che va nelle tasche dei mercanti di morte e con cui si potrebbero costruire ospedali e scuole; e invece si distruggono quelli già costruiti».
ZELENSKY E TRUMP AL VERTICE NATO DELL'AJA
Sulla scia di Gesù, i cristiani devono dare l'esempio in Medio Oriente per liberare «i cuori dall'odio» e «uscire dalle logiche della divisione e della ritorsione». Cristo, infatti, mostrò «un modo di regnare diverso da quello di Erode e Pilato: uno, per paura di essere spodestato, aveva ammazzato i bambini, che oggi non cessano di essere dilaniati con le bombe; l'altro si è lavato le mani, come rischiamo di fare quotidianamente fino alle soglie dell'irreparabile».
L'appello papale «nasce dalla sofferenza personale per l'escalation mediorientale e il dramma dell'infanzia a Gaza e nelle altre aree della terza guerra mondiale a pezzi», dice a La Stampa il cardinale Augusto Paolo Lojudice, giudice della Cassazione vaticana, per cinque anni collega di Prevost al dicastero dei vescovi e presidente dell'episcopato toscano.
papa leone xiv udienza generale 25 giugno 2025 foto lapresse 3
«La costernazione del Papa è dovuta al delirio collettivo che concentra progetti distruttivi e folli nelle menti degli uomini più potenti del pianeta – aggiunge Lojudice-. Invece di svuotare gli arsenali ci si indebita per riempirli.
Decontestualizzare la massima latina "se vuoi la pace, prepara la guerra" dimostra l'assoluto non senso di seminare squilibrio sullo scacchiere attraverso bieca violenza destinata a sfociare in un tragico "si salvi chi può".
La capacità di ascolto e di analisi di Leone sarà sempre più un metronomo e un fattore di riconciliazione nelle oscillazioni geopolitiche come lo fu la ostpolitik pontificia nella guerra fredda».
Il Pontefice «ha accuratamente scelto parole inequivocabili per marcare la propria distanza da chi propaganda il riarmo come garanzia di sicurezza», osserva l'arcivescovo Michele Pennisi, da sempre promotore del dialogo tra cattolici e ortodossi: «Il Papa si rivolge a tutti gli attori sulla scena. La logica della forza di Donald Trump si estende all'Europa.
"Fanno il deserto e la chiamano pace", scrive Tacito e vala ancora oggi. Si evoca l'atomica sul Giappone come modello di umiliazione. Cioè la pace come tregua tra varie guerre, nella convinzione che solo un atto di forza possa imporre il cessate il fuoco».
No al riarmo quindi. «Anche il cardinale Pietro Parolin ha definito "un bene" manifestare in piazza contro l'impennata degli armamenti. Leone XIV chiede di smilitarizzare i cuori. La tregua tra Iran e Israele non è una pace vera perché c'è sospetto reciproco. L'Iran medita di vendicarsi appena potrà. Israele avverte Teheran di non tirare troppo la corda o riprenderà a bombardare. All'opposto la concezione di pace di Prevost si ispira a Sant'Agostino e non all'ideologia dell'atto di forza», chiosa il presule [...]