putin parata

“LA GUERRA VA MALE E LE COSE PEGGIORERANNO” - DIVERSE FONTI RUSSE PARLANO ORMAI APERTAMENTE DI ESPLICITE CRITICHE AL MODO IN CUI MAD VLAD STA CONDUCENDO IL CONFLITTO DA PARTE DEL CERCHIO MAGICO DI GENERALI E UOMINI DEI SERVIZI – IL CASO DELLA VALIGETTA NERA DEL NUCLEARE: PUTIN TEME CHE QUALCUNO LUNGO LA LINEA DI COMANDO POTREBBE NON OBBEDIRE ALLA DISPOSIZIONE DI SCATENARE PER LA PRIMA VOLTA DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE UNA AZIONE NUCLEARE – DAGOREPORT

DAGOREPORT

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagoreport-che-putin-rsquo-notte-ndash-intanto-si-310511.htm

 

 

PUTIN

Fabrizio Dragosei per corriere.it

 

 

vladimir putin 3

Quando le guerre vanno male, anche se non si chiamano guerre, è facile che lo scontento inizi a serpeggiare pure nelle file dei fedelissimi. Diverse fonti russe parlano oramai apertamente di mugugni e perfino di esplicite critiche al modo in cui Vladimir Putin sta conducendo l’Operazione militare speciale in Ucraina. Perché agli uomini sul campo non starebbe arrivando a pieno il segno della sua leadership.

 

vladimir putin 4

Perché il Capo esiterebbe ad imboccare la strada di una escalation militare, nonostante le difficoltà incontrate su quasi tutti i fronti. E perché avrebbe assunto personalmente la guida delle operazioni assieme al capo di Stato Maggiore Valerij Gerasimov, pretendendo di controllare qualsiasi decisione, anche a livello di singoli comandanti di unità. I silovikì, gli uomini che provengono dai cosiddetti ministeri “di forza” (Difesa, Interno, Servizi segreti), da sempre vicinissimi al presidente, fanno sentire la loro voce nei circoli più ristretti.

 

 

il vice ammiraglio Sergei Pinchuk

Vorrebbero la mobilitazione generale, vorrebbero il ricorso a strumenti decisivi per vincere le battaglie più importanti, non escluse le bombe atomiche tattiche (quelle che i militari chiamano con eufemismo “piccole”). Le voci girano, tanto che perfino un colonnello in pensione che abitualmente commenta la “trionfale” campagna sul secondo canale tv, Rossiya, si è permesso di criticare l’andamento dell’Operazione, di dire che per i russi le cose non vanno bene e che, anzi, “peggioreranno”.

 

Il colonnello Mikhail Khodaryonok ha svelato ai telespettatori quello che da quasi tre mesi tutti i conduttori e gli esperti continuavano a negare recisamente: “Gli ucraini sono ben addestrati, hanno un morale alto, sono pronti ad arruolare tantissimi civili e a combattere fino all’ultimo uomo”. Quelli che circondano Putin e che lui incontra continuamente si aspettavano annunci forti in occasione della parata del 9 maggio. Nel celebrare l’anniversario della vittoria sui nazisti nel 1945 (in Europa si festeggia l’8 per via del fuso orario: la resa fu firmata a Berlino di notte, quando a Mosca era già passata la mezzanotte) Putin avrebbe voluto originariamente proclamare la vittoria sui “nuovi nazisti, marionette degli Usa”. Ma le cose sono andate diversamente, con la ritirata sul fronte di Kiev e i grandi problemi nel Sud-Est.

Il maggiore generale Arkady Marzoev

 

Allora bisognava annunciare che quella contro l’ex paese fratello non è una Operazione ma una guerra vera e propria e avviare la mobilitazione per poter disporre di tutte le risorse necessarie per condurre una campagna di attacco “totale”. Ma il capo del Cremlino avrebbe deciso di non farlo per paura delle ricadute sociali e politiche di una simile decisione. Migliaia e migliaia di uomini richiamati alle armi (se non milioni) avrebbero potuto innescare reazioni imprevedibili in un paese già fiaccato dalle sanzioni e dall’ostracismo di buona parte del mondo.

 

 

Lo stesso discorso vale per il ricorso all’uso degli oltre mille ordigni nucleari di limitata potenza di cui la Russia dispone nel suo arsenale. Putin è sempre seguito da un ufficiale che ha in mano la famosa valigetta nera contenente un computer dal quale inviare i codici necessari per disporre il lancio di missili o lo sgancio di bombe da aerei. Ma l’ordine del presidente non basta. Ci vuole contemporaneamente il via libera del ministro della Difesa e quello del capo di Stato maggiore che hanno altre due valigette. Quindi la direttiva passerebbe ad altri due alti ufficiali operativi che darebbero materialmente la luce verde agli addetti agli ordigni. E Putin, dicono alcuni esperti militari, avrebbe il timore che qualcuno lungo la linea di comando potrebbe non obbedire alla disposizione di scatenare per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale una azione nucleare.

 

Igor Osipov, ammiraglio della flotta russa

Così, nell’impossibilità di ricorrere a strumenti che al Cremlino si reputano decisivi, il Capo avrebbe preso l’abitudine di controllare personalmente le decisioni prese dai generali, di cui si fida sempre meno, visti i risultati. Occupandosi direttamente delle operazioni, Putin arriverebbe a decidere con i più stretti collaboratori anche azioni che in situazioni normali verrebbero delegate a comandanti di medio rango. E questo rallenterebbe ulteriormente la capacità di reazione agli eventi della macchina bellica russa. Qualcosa che era già avvenuto nella Seconda guerra mondiale, ma nello schieramento opposto.

vladimir putin 1valerij gerasimov e vladimir putinvladimir putin 2Valery Gerasimov, capo di Stato Maggiore Russiavalery gerasimov, dmitry peskov e yuri ushakov Il tenente generale russo Sergei Kisel

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)