israele gaza striscia di hamas benjamin netanyahu e yoav galant - gabinetto di guerra

“L'ASSEDIO ALLA STRISCIA DI GAZA È UNA PUNIZIONE COLLETTIVA ILLEGALE, DUNQUE UN CRIMINE DI GUERRA DI ISRAELE” - FRANCESCA MANNOCCHI: “DUE MILIONI E TRECENTOMILA PERSONE CONDANNATI A PATIRE LA FAME. BLOCCARE L'ACCESSO DI CIBO E BENI È UN'ARMA DI AGGRESSIONE DISTRUTTIVA AL PARI DELLE BOMBE. BLOCCARE IL CIBO E L'ACQUA, IL CARBURANTE E L'ELETTRICITÀ SIGNIFICA DIRE, A QUEGLI ESSERI UMANI, DESCRITTI DAL MINISTRO GALLANT COME ‘ANIMALI’: VALETE MENO DI NOI. COSÌ TANTO MENO DA POTER MORIRE DI STENTI…”

Estratto dell’articolo di Francesca Mannocchi per “la Stampa”

 

FRANCESCA MANNOCCHI

«Ho ordinato un assedio completo alla Striscia di Gaza. Non ci sarà elettricità, né cibo, né carburante, tutto sarà chiuso. Stiamo combattendo degli animali umani e agiremo di conseguenza». Queste le parole del ministro della difesa israeliano Yoav Gallant che segnano da ieri l'inizio dell'assedio totale su Gaza. Due milioni e trecentomila persone in 365 chilometri quadrati, una delle aree più densamente popolate del pianeta che da due giorni sta subendo la risposta israeliana all'attacco di Hamas di sabato, da ieri è - nelle parole di Gallant - condannata a patire la fame.

 

BENJAMIN NETANYAHU E YOAV GALANT - GABINETTO DI GUERRA

«Chiuderemo tutto» vuol dire punire tutta la popolazione di Gaza per i crimini di Hamas. Significa privare i 900 mila bambini, quasi la metà della popolazione totale, di ogni forma di sostentamento. L'economia della Striscia è dipendente dalle importazioni di forniture, in particolare alimentari, attraverso i valichi di frontiera con Israele ed Egitto, che pure ha fortemente limitato la capacità dei palestinesi di attraversare il confine nel Sud dell'enclave.

 

soldati israeliani al confine con la striscia di gaza 2

Gaza, dunque, sopravvive grazie agli aiuti da sedici anni, da quando Tel Aviv ha imposto il blocco e vietato a quasi tutti i palestinesi di entrare e uscire senza un permesso speciale. Significa che dai valichi entravano (a singhiozzo) cibo, carburante, medicine, e tutti i beni essenziali, significa che dai medesimi valichi non usciva praticamente nessuno.

bombardamenti su gaza

 

Da ieri per tutti, persino quella vita, già resa miserabile dalla scarsità degli aiuti, è finita di fronte alla crudezza del "chiuderemo tutto", l'assedio totale, la più lenta azione punitiva delle guerre, la più disumanizzante: chiudere una città già accerchiata, privarla di viveri e rifornimento, piegare milioni di persone che non hanno via d'uscita. Affamare e svilire i civili per punire i miliziani di Hamas che controllano la Striscia. […]

 

soldati israeliani al confine con la striscia di gaza

Bloccare l'accesso di cibo e beni è un'arma di aggressione distruttiva al pari delle bombe, che pure da due giorni incessantemente colpiscono Gaza. Bloccare il cibo e l'acqua, il carburante e l'elettricità significa uccidere i già fragili e fiaccare chi sopravvive. Significa dire, a quegli esseri umani, descritti dal ministro Gallant come «animali»: valete meno di noi. Così tanto meno da poter morire di stenti.

 

bombardamento israeliano su gaza.

Ieri alla seconda notte di bombardamenti su Gaza, Human Rights Watch aveva rilasciato un documento ricordando che le leggi di guerra si applicano a tutte le parti in conflitto, indipendentemente dalla legittimità della loro entrata in guerra o dagli squilibri di potere tra le parti, e sottolineando le norme giuridiche che regolano (o meglio dovrebbero regolare) le ostilità: la presa di mira deliberata di civili da parte di Hamas, gli attacchi indiscriminati sulle aree civili, la cattura di ostaggi costituiscono crimini di guerra ai sensi del diritto umanitario internazionale. Così come costituiscono crimini di guerra l'interruzione dell'elettricità annunciata domenica da parte delle autorità israeliane e diventata ieri blocco totale di ogni bene.

 

bombardamento israeliano su gaza

L'assedio annunciato ieri è una punizione collettiva illegale, dunque un crimine di guerra, come recita l'articolo 8 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale recita: «Si intende per crimini di guerra: affamare intenzionalmente i civili, come metodo di guerra, privandoli dei beni indispensabili alla loro sopravvivenza, ed in particolare impedire volontariamente l'arrivo dei soccorsi previsti dalle Convenzioni di Ginevra».

[…]

 

soldati israeliani al confine con la striscia di gaza

L'assedio totale si tradurrà a breve nell'agonia dei neonati ricoverati, dei malati gravi, nell'impossibilità di operare, garantire ossigeno. […] A ieri dopo, due giorni di bombardamenti, sono ottanta i bambini morti a Gaza. Per i nati nella Striscia dopo il 2007 non c'è stata altra vita che quella interna al perimetro del blocco, ai valichi chiusi, alle scuole con le classi di 50 alunni, alle cure non disponibili. Già prima l'accesso i bambini di Gaza non avevano accesso a sufficienti cure mediche. A causa delle restrizioni del governo israeliano sull'ingresso di attrezzature mediche e farmaci nella Striscia, non erano più disponibili né la chemioterapia né i trattamenti radiologici.

 

bombardamento israeliano su gaza

Nei primi sei mesi del 2023, 400 bambine e bambini non hanno potuto ricevere le cure mediche di cui necessitavano. Meno di un mese fa, sulla scia dell'escalation di violenza che invase la Striscia tra il 9 e il 13 maggio, Save the Children denunciò che nel solo mese di maggio, quasi 100 richieste per bambini ammalati presentate alle autorità israeliane furono respinte o lasciate senza risposta, e che di media per due bambini al giorno era impossibile avere accesso a interventi chirurgici salvavita.

attacchi di israele a gaza

 

I bambini di Gaza, i bambini del blocco, sono stati disconnessi dalla realtà esterna mentre quella interna era una quotidiana abitudine alla privazione. Le madri che vediamo nelle fotografie che arrivano da Gaza, che oggi tengono tra le braccia i corpi dei figli feriti, ricordano cosa fosse la Striscia prima che il mondo esterno diventasse un ricordo indistinto, ricordano quando si poteva lasciare Gaza per andare in Egitto liberamente attraverso il valico di Rafah, quando si poteva uscire per essere curati.

attacchi di israele a gaza

 

Chi è nato prima si è abituato al sacrificio e alla paura. Chi è nato dopo, una generazione di centinaia di migliaia di ragazzini e ragazzine, non ha altro orizzonte che la vita in una gabbia. Senza sogni, né ambizioni. Hanno vissuto il vocabolario dell'odio: isolamento, bombardamenti, negazione dei diritti, discriminazione, pulizia etnica, distruzione, deprivazione sistemica. Hanno vissuto la violenza del blocco e la radicalizzazione di Hamas. Hanno subito tutto e oggi pagano per tutti. […]

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