IRRILEVANTI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI! - IL MARCHESE FULVIO ABBATE DA' UN CONSIGLIO IN VISTA DELLE ELEZIONI: “BISOGNA USCIRE DALLA BOTOLA NELLA QUALE GLI ALTRI, CIOÈ COLORO CHE A VARIO TITOLO “CONTANO”, CI HANNO BUTTATO DENTRO. PERCHÉ GLI IRRILEVANTI SONO, SÌ, MAGGIORANZA, MA ANCHE INCAPACI DI DIRE A LORO STESSI CHE…”

Fulvio Abbate per “il Dubbio”

 

fulvio abbate

Irrilevanti di tutto il mondo unitevi! Se fosse un manifesto – il Manifesto degli Irrilevanti, appunto – dovrebbe aprirsi proprio con queste parole, benché già sentite, decisamente retoriche, tuttavia convincenti per chi voglia contarsi e uscire dalla botola nella quale quegli altri, cioè coloro che invece a vario titolo “contano”, ti hanno buttato dentro. Perché gli irrilevanti sono, sì, maggioranza, ma anche incapaci di dire a se stessi, e dunque trasformare questa condizione oggettiva indotta in combustibile narcisistico, torba per sollevarsi davanti alla miseria di chi invece può, “ha potere”, gode della considerazione sociale presso ogni angolo di strada e caseggiato.

 

IL MOVIMENTO POLITICO DI FULVIO ABBATE

Dire a se stessi, appunto, che no, non ci avranno, così senza neppure bisogno di credere alle scie chimiche e ai rettiliani o ritenendo che sia “colpa degli stranieri”. Intendiamoci, se certuni hanno buon gioco a discapito di altri, cioè degli irrilevanti, molto dipende dal fatto che la miseria culturale è ormai generalizzata, non esiste pensiero sulle cose, semmai adesione acefala a un tempo che, se dovessimo riferirlo alle stagioni cinematografiche, andrebbe detto dei “telefonini bianchi”, il genere più amato e comprensibile in mediocrazia.

 

La lista degli acefali è assai lunga, ciononostante proveremo ad accennarla, sia pure per difetto. Al tifoso non puoi toccare la sciarpa, all’hipster la barba, ai brigatisti non puoi sfiorare l’orgoglio di aver assassinato Moro; a quegli altri, i sensibili di sinistra, non puoi dire male dell’ultimo film della Archibugi o di Virzì; ai fascisti non puoi toccare il duce, alla nipote del duce non puoi dire che il duce era cattivo, alle neofemministe non va detto che, con la scusa di Weinstein, qualcuno vorrebbe reintrodurre la verginità, agli amministratori di condominio non puoi dire che provi orrore per i loro miseri millesimi, a Berlusconi non puoi dire che le sue dentiere non funzionano, ai leghisti che le razze non esistono.

FULVIO ABBATE

 

E questo in un mondo, in un paese, dove tutti si guardano in faccia con risentimento tenendo stretti in pugno proprio i millesimi, come fossero figurine Panini, e con questo ritengo di avere detto se non tutto, molto.

 

Sia chiaro, l'irrilevante non è tale rispetto ai propri eventuali limiti oggettivi, lo è semmai poiché qualcuno ha deciso che debba essere tenuto in quella condizione, in quella condizione permanente, il caso della carta stampata e di tutti gli altri media, in questo senso, parla chiaro: si lavora a selezionare le opinioni, a depotenziale, e intanto si dice che il web andrebbe presidiato per il bene di tutti. Perfino a sinistra l’hanno detto, evidentemente la fuga dal controllo si fa sentire, e dunque chi deve, chi può, corre ai ripari. Non sia mai che qualcuno si organizzi da solo? Ho semplificato, lo so, ma spero capiate lo stesso.

UN GIOVANE FULVIO ABBATE

 

La condizione dell’irrilevante, talvolta, fa pensare, anzi, è assai simile alla trama di un film d’anni fa: prendono uno e gli dicono di restare nascosto sotto terra, a pedalare per produrre elettricità perché la guerra non è ancora finita, visto che, nel frattempo, gli eroici partigiani stanno ancora combattendo, lo tengono lì con l’inganno, e lui intanto pedala pedala, “… mi raccomando, non fermarti, che dobbiamo ancora vincere la guerra!”, così gli dicono, e quello, obbediente alla causa, alle parole degli altri, fiducioso, pedala affinché le lampadine della futura vittoria restino sempre accese, facciano luce al trionfo che sarà.

 

Poi, un giorno, per puro caso, sempre lui, quello che tenevano sotto terra, dà un’occhiata fuori dalla cantina e scopre che in strada, alla luce, c’è, metti, Rita Pavone che canta “Il ballo del mattone”, dunque non era vero che la guerra ancora… A quel punto, presa coscienza dell’inganno, l’uomo si imbruttisce e decide di abbatterli tutti. Lo so, è assai difficile in un paese segnato dal familismo immaginare un simile festoso epilogo.

 

valpreda

Però almeno gli artisti, gli intellettuali, gli scrittori è bene che ci provino, visto che non spetta loro lavorare per il consenso, siamo forse ancora al tempo della querelle tra Togliatti e Vittorini, no? La “vocazione maggioritaria” è l’ennesimo inganno, dopo quella del “compromesso storico”. 

 

A proposito di fantasia cui far ricorso nella condizione di irrilevanza, ho un’altra storia da raccontare. A Palermo, molti anni fa, nacque l’Associazione indigenti, lui, il leader, se così può dirsi, si chiamava Salvatore Raia, un povero pieno di iniziativa, però un povero povero.

 

Raia, fra poco altro, campava attaccando nottetempo i manifesti per il Pci (e anche per il manifesto, che allora, era il 1972, aveva candidato l’anarchico Valpreda per farlo uscire di prigione, cosa che fece infuriare i comunisti, ora che ci penso, quando se ne accorsero), Raia, cui è stato perfino dedicato un romanzo scritto da Matteo Collura, “Associazione indigenti, ovvero i miserabili a Palermo”, Einaudi, 1979.

fulvio abbate

 

Con una corte di poveri e straccioni, il suo personale Sesto stato, Raia, periodicamente, forte proprio di un’immensa incancellabile irrilevanza, andava sotto i palazzi del Comune a protestare per far ottenere uno straccio di sussido a quel popolo già straccione e sdentato, simile ai poveri mostrati da Luis Buñuel in “Viridiana”, o forse bastava un semplice piatto, un buono-pasto; una volta, Raia e i suoi, decisero perfino di andare tutti insieme a Roma, a trovare, a presentarsi dal papa, come se questi, proprio il papa, fosse un amico, una sorta di mega-assessore planetario alla casa, all’assistenza, al pane e al vino, cui raccomandarsi, peccato per loro, peccato per tutti, i poliziotti li fermarono mentre, come in un esodo, stavano per salire, in centinaia, sul treno, ne venne fuori un parapiglia, una carica dove, la più povera e anziana di tutta l’armata Raia, in segno di difesa e forse anche di arcaica rivolta, dette in faccia a un agente della polfer un piatto-souvenir di ceramica con l’effigie di Giovanni XXIII, il “papa buono”.

wolinski e fulvio abbate

 

Ma il piatto non si ruppe. “E questo significa, tu lo capisci cosa significa? Significa che ha stato un miracolo”, disse la povera vecchia nel suo povero dialetto dei cafarnai cittadini, subito confortata da un grande cenno pronunciato con il capo da Salvatore Raia, analfabeta, giacca cachi e penna nel taschino, tuttavia perfino munito di biglietto da visita che ne qualificava orgogliosamente il proprio ruolo sociale, da autoconvocato, "Presidente dell'associazione Anonima indigenti". Raia, che aveva perfino un suo segretario, tale Serio, incaricato di scrivergli e decifrargli le lettere, quasi un ambasciatore, un ministro plenipotenziario del suo antistato parallelo. 

 

massimo marino e fulvio abbate

Proprio Raia, pensando agli irrilevanti, costretti ad affrontare il cinismo crudele degli altri, i convinti che l’assenza di ambizione per il potere sia uno stigma, così come la povertà, l’assenza di voce che non incontri soltanto lo scherno dei ruffiani e degli ostaggi dell’autorità riconosciuta, e qui, forse, c’è una delle spiegazioni all’agonia attuale della sinistra, proprio Raia mi è tornato ancora in mente guardando, sempre per caso, l’altro giorno, una foto dei funerali di Togliatti, dove una nonna tiene per mano una bambina, lì immobili sul marciapiedi dell’agosto 1964, in attesa che passi il carro funebre, e la bambina guarda l’obiettivo, dove immaginare adesso, adulta, quella bambina?

pier paolo pasolini ninetto davoli

 

Ma sopratutto, tornerà mai il sogno del viaggio? Tornerà mai il rispetto, a cominciare da noi stessi, per ciò che Pier Paolo Pasolini chiamava “l’epopea degli umili”? Ma soprattutto, dove sarà adesso il piatto miracoloso di papa Giovanni? Irrilevanti di tutto il mondo uniamoci!

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...