
"MERITA L’INFERNO" - NICOLINA GIAGHEDDU, MADRE DI EMANUELE RAGNEDDA, NON HA PIETA' NEI CONFRONTI DEL FIGLIO - IL 41ENNE HA UCCISO LA 33ENNE CINZIA PINNA E HA NASCOSTO IL SUO CADAVERE NEL GIARDINO DI CASA - NICOLINA GIAGHEDDU: "SAPEVO DELLA SUA VITA 'SOPRA LE RIGHE'. CINZIA, SCUSAMI PER NON AVERTI SALVATO" - DOPO L'OMICIDIO, EMANUELE È VOLATO IN ELICOTTERO ALLA FESTA PER I 60 ANNI DELLA MAMMA - L'IPOTESI DEGLI INQUIRENTI, CHE CREDONO CHE LA COMPAGNA DI RAGNEDDA LO ABBIA AIUTATO A...
Estratto da www.repubblica.it
"Non perdono mio figlio, se ha fatto quello che ha fatto deve pagare, per me merita l'inferno". Parole dure quelle della madre di Emanuele Ragnedda, l'imprenditore del vino di Arzachena che ammesso di un aver ucciso a colpi di pistola Cinzia Pinna, giovane donna di 33 anni di Castelsardo.
Nicolina Giagheddu parla con i giornalisti davanti alla tenuta Conca Entosa, mentre il pool di esperti nominati dalla Procura di Tempio ha completato nel tardo pomeriggio i nuovi accertamenti chiesti dagli inquirenti per chiarire tutti gli aspetti di una vicenda che presenta ancora dei lati oscuri nonostante la piena confessione dell'uomo.
"Cosa mi sento di dire? Non so, una sola cosa: Cinzia perdonami di non averti salvato. Non la conoscevo, ma posso sempre chiedere perdono - risponde la donna ai cronisti - A mio figlio invece non intendo dire assolutamente niente, solo Dio può parlare con lui.
Gli ho dato il libero arbitrio, ma non vuol dire che sia autorizzato a uccidere una ragazza, un bambino, un gatto o più, un'anima vivente".
La signora Giagheddu spiega anche perché oggi è nella tenuta: "Conca Entosa è il mio cuore, era di mio padre. Ho creduto nel progetto di mio figlio e gliel'ho affidata. In questo ho sbagliato". Poi ancora: "Sì, sapevo della vita più che sopra le righe di mio figlio", e alla domando se in questi giorni ha visto Emanuele risponde secca: "No".
Quanto al fatto che il figlio meriti l'inferno aggiunge: "Immagino lo stia già vivendo. Comunque, se ha fatto quello che ha fatto, lo merita. Una volta un bambino autistico che è venuto qui e mi ha chiesto se fosse il paradiso, gli ho detto: 'tu pensi che sia il paradiso?' Lui mi ha risposto sì. Beh, mio figlio lo ha trasformato in un inferno". […]
Anche gli avvocati di Cinzia Pinna sono pronti ad effettuare un sopralluogo nella tenuta mentre sarà eseguita domani a Sassari l'autopsia sul corpo di Cinzia.
Dal carcere sassarese di Bancali, dove è stato trasferito dopo una permanenza nella casa circondariale di Nuchis a Tempio Pausania, Ragnedda avrebbe chiarito la posizione di Rosa Maria Elvo, ristoratrice di San Pantaleo e sua amica, finita nel registro degli indagati con l'accusa di favoreggiamento. A suo dire, la donna non sarebbe coinvolta in alcun modo nelle fasi successive al delitto.
Ma gli inquirenti continuano a mantenere accesi i riflettori su di lei: l'ipotesi è che abbia aiutato l'imprenditore a disfarsi degli effetti personali della vittima e a ripulire la scena del crimine nei dodici giorni intercorsi tra l'assassinio nella casa della tenuta Conca Entosa - era la notte tra l'11 e il 12 settembre - e il ritrovamento del corpo di Cinzia sotto un albero all'interno della stessa vasta proprietà di Ragnedda.
emanuele ragnedda
cinzia pinna
ricerche di cinzia pinna
ricerche di cinzia pinna
ROSAMARIA ELVO