
“I MAGISTRATI? ERANO DALLA NOSTRA, PERCHE’ MI HAN FATTO ALCUNE DOMANDE, CHE IO HO CAPITO PERCHE’ ME LE FACEVANO…” – IL MISTERO DEL DELITTO DI GARLASCO SI INFITTISCE RIASCOLTANDO LE INTERCETTAZIONI DEL 2017 DI ANDREA SEMPIO (E AUMENTANO I DUBBI SULLA QUALITA’ DELLE INDAGINI CONDOTTE IN PASSATO) – SEMPIO, A COLLOQUIO CON UN SOGGETTO NON IDENTIFICATO SULLA SUA SUZUKI, DICE: “È ABBASTANZA DALLA NOSTRA PARTE, TRA VIRGOLETTE. SI VEDE CHE ANCHE LORO C’HANNO VOGLIA DI FINIRLA IN FRETTA” – “REPUBBLICA”: “ANCHE IN QUESTO CASO È DIFFICILE NON PENSARE A UNA VOLONTÀ DEGLI INQUISITORI TRASMESSA ALL’INQUISITO”
Estratto dell’articolo di Massimo Pisa per “la Repubblica”
ANGELA TACCIA CON ANDREA SEMPIO E ALESSANDRO BIASIBETTI
Lost in translation. Può succedere. Anche ad orecchie esperte quali erano quelle del luogotenente Silvio Sapone, il responsabile della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia a inizio 2017, quando a indagare su Andrea Sempio per il delitto di Chiara Poggi erano il procuratore aggiunto Mario Venditti e la pm Giulia Pezzino.
Al sottufficiale dei carabinieri toccò stendere brogliacci e trascrizioni delle intercettazioni su telefoni e auto dell’indagato. E dunque annotare quanto ascoltato in cuffia, ad esempio l’ambientale numero 84, registrata qualche minuto dopo la fine dell’unico interrogatorio da parte dei due magistrati:
“Andrea: incomprensibile... a parte che mi han fatto alcune domande, che non pensavo che mi facevano, non gli ho dato una risposta perfetta”.
A riascoltare, però, tutti gli 806 file audio depositati nel procedimento 8283/2016, cui Repubblica ha avuto accesso, frasi come la precedente cambiano nelle parole e nel senso:
MARIO VENDITTI E ANDREA SEMPIO
"A parte che erano dalla nostra, perché mi han fatto alcune domande, che io ho capito perché me le facevano. Però non gli ho dato, diciamo, la risposta... perfetta”.
Così per i file 85 e 86. Il blocco da cinque minuti della prima intercettazione termina con Giuseppe Sempio che chiede al figlio se gli inquirenti gli avessero chiesto del Dna, e il figlio nega perché era “una roba tecnica e poi non ne parliamo... (a bassa voce) però si vedeva che mi ha fatto domande che... inerenti a quello... sul... cioè comunque secondo me erano abbastanza... Fine trascrizione”.
DELITTO DI GARLASCO - IMPRONTA ATTRIBUITA AD ANDREA SEMPIO
E l’annotazione successiva a firma Sapone: “mia... allora mi ha chiesto cosa faceva a casa dei Poggi, io ho detto che giocavamo nelle due sale, giù e sopra.... e lui continuava perché sia giù che su che giocavate cioè”. E però, dall’ascolto in cuffia manca la preposizione “dalla”, cosicché la considerazione dell’indagato diventa: «Comunque secondo me erano abbastanza dalla mia».
Un concetto ribadito anche l’indomani, quando Sempio (è l’ambientale numero 108) è a colloquio con un soggetto non identificato sulla sua Suzuki. Il volume della voce è basso e il luogotenente annota: “sembra che stia parlando: è abbastanza dalla nostra parte... incomprensibile...”.
Il soggetto lo si fatica a percepire, però basta aguzzare un poco l’udito per sentire: “Abbastanza dalla nostra parte, tra virgolette. Si vede che anche loro c’hanno voglia di finirla in fretta”. E anche in questo caso è difficile non pensare a una volontà degli inquisitori trasmessa all’inquisito.
DELITTO DI GARLASCO - COMPARAZIONE DELL IMPRONTA ATTRIBUITA AD ANDREA SEMPIO
Sarà anche per questo che i nuovi vertici della Procura di Pavia […] hanno deciso di riprendere in mano il caso, che sembrava sepolto dalla sentenza di Cassazione a carico di Alberto Stasi. E di accendere un faro […] anche sul modo di condurre l’inchiesta dei loro predecessori.
Tra le prime evidenze — nessuna perquisizione, nessuna nuova comparazione tra il Dna di Sempio e quello sulle unghie della vittima, mezza dozzina di verbali appena e soli quindici giorni di intercettazione — c’era proprio la relazione finale del luogotenente Sapone. Che scriveva "non emergono, tra l’altro, indicazioni o commenti relativi al contenuto delle informazioni da fornire in sede di escussione”, a fronte dei chiari dialoghi tra l’indagato e i suoi genitori, la sera del 9 febbraio, una notte prima degli esami a ripassare le domande che avrebbero fatto i magistrati.
Oppure le certezze dispensate in famiglia la sera del 21 febbraio (file 419), dopo le rassicurazioni degli avvocati difensori: “Giuseppe: L’unica cosa che ha detto Lovati ha detto che gira voce da Tizzoni che è in fase d’archivio... però non sappiamo niente di preciso". Con l’esplicito riferimento al legale dei genitori di Chiara Poggi, ribadito da Andrea Sempio nell’ambientale successiva: “Tizzoni (il cognome viene omesso nell’annotazione, ndr) che fa parte della parte offesa”. Altro lost in translation dell’indagato: “È l’unico da cui può arrivare questa notizia”. Poi la trascrizione torna corretta, con la chiosa di Sempio: “Per vie non ufficiose, diciamo”.
Appare inoltre singolare la mancata trascrizione dei soliloqui di Andrea Sempio sulla morte dell’amico Michele Bertani, trovato impiccato nel marzo 2016. Ne parla il pomeriggio del 14 e del 16 febbraio, ne restano un paio di frasi a brogliaccio: “parla di un amico di infanzia frequentato fino ai 18 anni che un anno fa si è suicidato”.
[…] Di Michele Bertani come frequentatore dei festini al Santuario delle Bozzole ha parlato il latitante — per estorsione — Flavius Savu. Il cui primo avvocato era Massimo Lovati, attuale difensore di Sempio. Colui che da due mesi rimanda al pozzo nero delle Bozzole per cercare mandanti ed esecutori del delitto Poggi. È possibile che sia tutta una cortina fumogena. È probabile che questa nebbia potesse essere diradata già nel 2017. A patto di volerlo fare.
marco poggi - andrea sempio - angela taccia
MARCO POGGI - ANDREA SEMPIO - ANGELA TACCIA
andrea sempio 1
LA SCENA DEL CRIMINE - CASA POGGI - GARLASCO