gay pride milano beppe giuseppe sala

LA GAIA AZIENDA – NESTLÉ, COCA-COLA E LE ALTRE: LE MULTINAZIONALI SPONSORIZZANO IL GAY PRIDE DI MILANO E SPEDISCONO I DIPENDENTI (PARDON, LE “PERSONE”) A SFILARE – MATTIOLI: “I DIRITTI SPOSANO IL BUSINESS. SI SA CHE I GAY SONO UNA CLIENTELA AMBITISSIMA” – BORGONOVO: “SE QUALCUNO USASSE GLI STESSI ARGOMENTI UTILIZZATI DAL PD CONTRO IL ‘FAMILY DAY’, VERREBBE SUBITO TRATTATO DA BIGOTTO MEDIEVALE…”

1 - LA CARICA DELLE MULTINAZIONALI: SFIL IAMO AL GAY PRIDE DI MILANO

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

BEPPE SALA CON CALZINO ARCOBALENO

Il Gay Pride non è più una notizia, ma quest' anno a Milano lo diventa. Certo: per la parata di sabato si prevede di superare il già cospicuo numero di presenze dell' anno passato, quando furono 250 mila. Le istituzioni cittadine collaborano. A partire da domani, Palazzo Marino, si illuminerà di luci arcobaleno. Il sindaco, Beppe Sala, non sarà alla gaia sfilata per impegni personali ma, giura, «troverò qualunque forma per far sentire la mia vicinanza».

 

Anzi, ha già iniziato facendosi fotografare indossando un clamoroso paio di pedalini rainbow. Insomma, che Milano accolga a braccia aperte la settimana dell' orgoglio gay e il suo gran finale di sabato non è in discussione, e nemmeno una novità. Però è fuor di dubbio che in questo momento la circostanza diventi politicamente significativa. Il governo a trazione leghista non è esattamente gay-friendly, e questo Pride diventerà anche la risposta al contestatissimo congresso mondiale della famiglia di Verona, «solo che a Milano ci sarà molta più gente», chiosa Fabio Pellegatta, presidente del locale Arcigay.

nestle' prdie

 

Un precedente c' è: domenica, a San Paolo, la sfilata di tre milioni di persone sull' avenida Paulista si è trasformata in una manifestazione di protesta contro l' omofobia del nuovo presidente, Jair Bolsonaro, e di sostegno alla recente sentenza della Corte suprema di Brasilia che ha equiparato l' omofobia al reato di razzismo (e che quindi potrebbe costituire un guaio giudiziario per lo stesso Bolsonaro).

 

coca cola pride 1

A Milano il Pride si salda poi all' atteggiamento sempre più insofferente verso il governo. La città sembra il villaggio di Asterix circondato dai romani ostili, in totale controtendenza com' è rispetto al resto del Paese su tutti i fronti: politico (qui vince il Pd, la Lega non sfonda e i 5S sono irrilevanti, anche se annunciano che almeno al Pride ci saranno con il loro carro), amministrativo, economico, nella visione dell' Europa e anche dei diritti civili. Intanto scendono nel campo arcobaleno le grandi multinazionali.

 

La Nestlé annuncia che i suoi dipendenti (anzi, «le persone Nestlé», più gentile) sfileranno al Pride indossando le t-shirt con il marchio del gruppo realizzate appositamente per l' occasione: a oggi ne sono state distribuite quasi duecento. Idem la Coca-Cola, con la differenza che le magliette in edizione limitata vengono già vendute da volontari aziendali e il ricavato sarà versato alla campagna «Love Unites» che porta nelle scuole progetti educativi su omofobia e bullismo.

 

coca cola pride 2

I diritti sposano il business: si sa che i gay sono una clientela ambitissima. Steam, il più importante negozio online di videogiochi, ha introdotto l' etichetta «Lgbtq+» sui suoi giochi che parlano di temi legati al mondo omosessuale: per esempio, quelli che prevedono al possibilità di interperatre un personaggio gay o transessuale. Idem la moda: Ferragamo, Calvin Klein e Converse hanno lanciato collezioni «Rainbow».

 

BEPPE SALA

Ieri poi la ciliegina sulla torta arcobaleno è arrivata da Londra. Il principe William ha annunciato che troverebbe «assolutamente ok» che in futuro uno dei suoi tre rampolli si dichiarasse gay. Nella famiglia reale britannica ci sono illustri precedenti, ma mai dichiarati. Un gay sul trono, più Pride di così...

 

2 - SALA IMBRATTA LA SEDE DEL COMUNE PER LA MARCIA GAY PRO UTERO IN AFFITTO

Francesco Borgonovo per “la Verità”

coca cola pride

 

Era il gennaio del 2016. Sul Pirellone, il grattacielo che ospitava gli uffici della Regione Lombardia, comparve una gigantesca scritta luminosa: «Family day». In alcune stanze del palazzo era stata lasciata la luce accesa, in modo da comporre le varie lettere. Qualcuno, però, si mise d' impegno per rovinare il gioco.

 

ASIA ARGENTO AL GAY PRIDE 2019

L' opposizione di sinistra, Partito democratico in testa, cercò in tutti i modi di boicottare l' iniziativa, ovviamente spegnendo alcune luci in maniera dispettosa onde rovinare la scritta. Le polemiche furono particolarmente aspre, anche perché di lì a pochi giorni, Milano avrebbe ospitato una manifestazione a sostegno del ddl Cirinnà sulle unioni civili.

 

gay pride 2019 34

Questo episodio è facile da ricordare per via del curioso battibecco sull' illuminazione, ma dal 2016 a oggi di analoghe manifestazioni di intolleranza ne abbiamo viste con allarmante frequenza. Non c' è bisogno di scomodare l' indegna campagna diffamatoria allestita contro il Congresso delle famiglie di Verona, basta fermarsi nei dintorni di Milano. Ogni volta che in Lombardia è stata organizzata una manifestazione a favore della famiglia o della vita, si sono levate urla sguaiate da parte del fronte progressista e dei gruppi Lgbt.

nestle' pride

 

Nel novembre dello scorso anno, tanto per fare un esempio, Pd e 5 stelle tuonarono contro l' appoggio offerto dalla Regione Lombardia al solito Family day. La pentastellata Monica Forte si indignò particolarmente: «Patrocinio inopportuno», disse. «La Regione rappresenta tutti i lombardi, dalla famiglia tradizionale alle nuove famiglie ai single, con figli indipendentemente da condizioni personali come razza, cultura, credo o orientamento sessuale». Belle parole. Non si capisce perché, tuttavia, lo stesso discorso sulla rappresentatività delle istituzioni non valga quando si tratta di manifestazioni arcobaleno.

gay pride 2019 asia argento 5

 

Già: quando c' è di mezzo il gay pride, tutto è concesso. In quel caso, patrocini, sponsorizzazioni ed elargizioni sono sempre apprezzate e applaudite. Giusto pochi giorni fa il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha pubblicato una foto che lo ritraeva con un paio di sgargianti calzini arcobaleno, manco avesse sbagliato candeggio e gli fossero usciti così dalla lavatrice. Il gesto, di per sé, era grottesco, il che rendeva ancora più irritante l' endorsement pro Lgbt.

 

nestle e dipendenti lgbtq

Sempre in nome dei diritti gay, Sala ha rinunciato ad almeno 200.000 euro di pubblicità che sarebbero finiti nelle casse pubbliche, solo perché non voleva levare le decorazioni rainbow dalla fermata della metropolitana di Porta Venezia. Adesso, non pago, il primo cittadino ne ha scodellata un' altra. «In occasione della parata conclusiva della Milano pride», fa sapere un comunicato stampa del Comune, «Palazzo Marino sarà illuminato con i colori della rainbow flag a partire da venerdì sera.

 

gay pride 2019 3

Con questa ulteriore iniziativa l' amministrazione comunale manifesta il proprio sostegno, dopo aver concesso il patrocinio all' intera settimana della Milano pride». Non bastava il patrocinio, ci voleva anche la decorazione luminosa. Immaginiamo che, se qualcuno dell' opposizione protestasse con gli stessi argomenti utilizzati dal Pd per criticare l' appoggio al Family day, subito verrebbe accusato di razzismo e trattato da bigotto medievale.

gay pride 2019 2

L' iniziativa del Comune, a quanto pare, è stata sollecitata dagli attivisti arcobaleno chiamati Sentinelli. «Poco c' importa quanto sia stato decisivo il nostro appello», hanno dichiarato ieri costoro.

 

«Conta che i colori della bandiera arcobaleno illumineranno Palazzo Marino in questi giorni di avvicinamento al Pride. La politica è anche fatta di simboli. Questo per tanti di noi, aveva un grande valore».

 

nestle' al gay pride di york

Non dubitiamo che per i militanti Lgbt si tratti di un segnale importante. Per tutti gli altri lombardi (e italiani), però, le cose stanno un po' diversamente. Il gay pride non è semplicemente una manifestazione contro la discriminazione degli omosessuali. Se così fosse, non ci sarebbe nulla da ridire. Il fatto è che la parata arcobaleno è a tutti gli effetti un evento politico, che quest' anno si pone pure in maniera piuttosto aggressiva.

 

gay pride 2019 16

Tra le altre cose, gli organizzatori del pride milanese scrivono nel loro documento politico: «Rivendichiamo la necessità di iniziare un percorso di riflessione che, nel pieno rispetto della libertà di autodeterminazione e nella piena tutela delle persone coinvolte, porti anche in questo Paese ad un inquadramento che disciplini la gestazione per altre e altri». In sostanza vogliono che sia sdoganato l' utero in affitto, pratica proibita dalla legge e ripetutamente condannata da vari tribunali.

 

coca cola pride 3

Ci chiediamo: perché un Comune dovrebbe sponsorizzare una iniziativa politica che chiede di legalizzare la gestazione per altri? In questo caso le istituzioni non devono «rappresentare tutti», tanto più che c' è di mezzo una pratica vietata? Con la scusa del rispetto e dell' inclusione, i tolleranti capoccia del Pd offrono spazio e sostegno a un' ideologia pericolosa e liberticida. Ma nessuno può protestare, pena passare per omofobo. E allora andiamo avanti così, con l' esibizione di calzini e con le lucine colorate. In attesa che Sala, replicando un celebre gesto del suo predecessore Gabriele Albertini, si mostri in pubblico abbigliato delle sole mutande. A tinte arcobaleno, ovviamente.

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...