george pell cardinale

PELL DI POLLO - LA NUOVA INCHIESTA SUL CARDINALE AUSTRALIANO E’ LEGATA ALL’ACCUSA DI AVER ABUSATO DI UN MINORENNE NEGLI ANNI SETTANTA, QUANDO ERA SACERDOTE NELLA CITTÀ DI BALLARAT - E POTREBBE NON ESSERE L'ULTIMO GUAIO. LA COMMISSIONE D'INCHIESTA SUGLI ABUSI SESSUALI NELLA CHIESA AUSTRALIANA, DAL SUO RAPPORTO FINALE DEL 2017, AVEVA STRALCIATO LE PAGINE RELATIVE A PELL PER NON INTRALCIARE IL PROCESSO A SUO CARICO ALLORA ANCORA NON CONCLUSO. MA ORA…

Alessia Grossi per “il Fatto quotidiano”

 

NUOVE INDAGINI SU GEORGE PELL

Il sapore dell' innocenza George Pell l' ha assaporato per una sola settimana. Rilasciato martedì dall' Alta Corte australiana - che ha annullato la sentenza del Tribunale di Melbourne che lo aveva condannato per violenza sessuale su due minori ritenendo quella decisione sbagliata perché non teneva conto del ragionevole dubbio - ora il cardinale simbolo della pedofilia nel clero si trova a dover affrontare un' altra accusa per lo stesso reato.

 

Un' inchiesta annunciata dalla News Corporation, che in realtà era nell' aria già il giorno del rilascio dell' alto prelato che in prigione aveva passato 400 giorni "da innocente" come lui stesso aveva sottolineato.

 

Gerald Ridsdale e George Pell

Questa volta l' atto di pedofilia - già noto e sempre negato con veemenza dal cardinale - risalirebbe agli anni 70, quando Pell esercitava il sacerdozio nella città vittoriana di Ballarat. La polizia di Victoria non ha voluto commentare la notizia dell' inchiesta su Pell, benché anticipata in qualche modo dalle dichiarazioni del procuratore generale, Christian Porter, che martedì scorso mentre l' ex ministro delle Finanze del Vaticano si rifugiava nel monastero carmelitano, aveva assicurato che le denunce raccolte nel fascicolo sul suo conto non sarebbero state archiviate con l' assoluzione, ma che anzi, visto l' interesse pubblico sulle accuse di pedofilia al cardinale, sarebbero state analizzate dalla procura. La polizia locale non ha voluto commentare la nuova inchiesta.

 

GEORGE PELL

A parlare, invece, guarda caso proprio nel giorno delle accuse è George Pell in persona, o meglio, in video, su Sky News, intervistato dal suo amico e sostenitore di lunga data, Andrew Bolt. Nell' anticipazione dell' intervista, Bolt, che ha scritto numerosi articoli e commenti a sostegno di Pell prima che si chiudesse il caso dei due coristi di Melbourne, accennava già alla possibilità di nuove indagini sul conto dell' ex arcivescovo voluto da Bergoglio a Roma. "Come reagiresti se la polizia vittoriana continuasse a pescare a strascico altre vittime, se continuasse a pescarle per tentare di perseguirti?".

 

La riposta di Pell: "Be', non sarei del tutto sorpreso. Ma chi lo sa. Sono affari loro".

Insomma il cardinale avrebbe deciso di preparare, anche a livello mediatico e con l' aiuto del suo amico, il terreno per continuare a indossare i panni della vittima perseguitata. Teoria questa che anche la sua portavoce, Katrina Lee, citata dall' Herald Sun che per primo ha dato la notizia della nuova inchiesta a carico del prelato, sostiene: "Qualsiasi cosa faccia la polizia, dovrebbe esserci un giusto processo attraverso i canali appropriati", ha fatto sapere Lee.

GEORGE PELL

 

Accuse queste che il vice commissario della polizia di Victoria, Shane Patton, non ha voluto neanche commentare. Fatto sta che per George Pell potrebbe non essere questo l'ultimo guaio. La commissione d' inchiesta aperta in merito alle accuse di abusi sessuali all' interno della Chiesa in tutta l' Australia infatti, dal suo rapporto finale del 2017 aveva stralciato le pagine relative al cardinale per non intralciare il processo a suo carico allora ancora non concluso. Ma ora una nuova indagine potrebbe mettere in dubbio quella cancellazione di quelle testimonianze inserite nelle indagini sulle azioni delle autorità ecclesiastiche a Ballarat, al tempo in cui Pell era sacedote in quella regione.

 

GEORGE PELL

In quell' occasione, Pell era già stato oggetto d' indagine perché amico del prete pedofilo di Ballarat, Gerald Ridsale. Interrogato, l' ex ministro delle Finanze aveva dichiarato che "si trattava di una storia triste e non molto interessante" per lui. "Non avevo motivo di interessarmi ai mali perpetrati da Ridsale", aveva spiegato. Contro questa "indifferenza" all' epoca si era scagliato anche il giornalista Bolt che però in seguito si era scusato con Pell per averlo giudicato "come tutti gli altri". Tra "gli altri" ci sarebbero anche tutti coloro che lo starebbero minacciando dopo l' assoluzione. Motivo per cui l' arcidiocesi di Sydney ha confermato che il cardinale è stato raggiunto per essere protetto dalla squadra antiterrorismo della polizia nel seminario di Good Shepherd, a Homebush.

GEORGE PELL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....